di Enrico Euli.
“Ecco: si prende un bimbo di due o tre anni, lo si mette dentro un vaso di porcellana dalla foggia più o meno bizzarra, senza però il coperchio e senza il fondo per lasciare liberi il capo e i piedi; di giorno, il vaso viene tenuto dritto e di notte, invece, si sdraia perché il bimbo possa dormire. Egli così, ingrossa, senza allungarsi, e la sua carne pigiata e le sue ossa prendono la forma del vaso stesso. Questo sviluppo umano dentro un contenitore dura per più anni finché non c’è più rimedio; allora, conseguito lo scopo, quando il mostro è bell’e fatto, si rompe l’involucro, si libera la povera creatura e si ha un uomo-vaso. La cosa è davvero assai comoda: volendo, si può commissionare anticipatamente un nano della forma che più ci piace” (Victor Hugo, L’uomo che ride, 1869)...