di Enrico Euli.
La Terza guerra mondiale è cominciata. Non è stata ancora formalmente dichiarata, ma ci siamo già dentro fino al collo. La Russia ora attaccherà e distruggerà con ancora più foga e spietatezza, per salvare la faccia dopo l’umiliazione subita con l’affondamento dell’incrociatore Moskva (colpito, pare, da un missile Nato)...
Già lunedì i militari ucraini imploravano il papa di intervenire a salvarli a Mariupol. Ma se il papa, come dicono, è la massima autorità morale, perché non gli hanno obbedito quando chiedeva che la guerra non avesse inizio e non proseguisse? Ora è troppo tardi.
Non mi pare che la Russia stia andando in default e il 9 maggio celebrerà la sua vittoria in Ucraina: sterminata la popolazione di Mariupol ed eliminata la resistenza dei militi dell’Azov, avrà infatti acquisito tutto il sud-est. L’Occidente potrà sopportarlo e accettarlo? Certamente no.
È evidente da quel che già sta accadendo: Finlandia e Svezia sono pronte a entrare nella Nato e a completare l’accerchiamento militare anche sul Baltico e sul Barents.
Arrivano segnali esplosivi dal Medio Oriente: la polizia israeliana entra nella Spianata delle moschee, palestinesi e israeliani si uccidono tra loro e ripartono razzi da Gaza.
La Cia inizia a paventare l’utilizzo del nucleare tattico da parte di Putin: è la nuova profezia che si autoavvera.
L’Italia e l’Europa stanno avviando rapporti con paesi – certo non più decenti né più affidabili del regime russo – per poter rinunciare al gas e rompere i rapporti economici con Mosca. Gli Usa, la Gran Bretagna e l’Unione Europea proseguono a riarmare gli ucraini, esplicitando sempre più che questi ultimi stanno conducendo una guerra per procura, avviata al fine di indebolire e sconfiggere la Russia e non – come dichiarato inizialmente – per difendere la nazione ucraina. Salgono le probabilità quindi che la Russia e l’Occidente entrino direttamente in guerra tra loro.
In prospettiva, la Cina e gli Stati Uniti si stanno preparando – con questa guerra – ad affrontarsi militarmente: tra Ucraina e Taiwan, si stanno ponendo le basi perché questo avvenga. Quel che resterà dell’Europa si troverà totalmente schiacciata tra i due blocchi in lotta per il predominio del mondo: si troverà a breve devastata dalla crisi economica e dall’economia di guerra, mentre gli Stati Uniti – pur fallendo ancora una volta sul piano politico-militare – non vedranno colpita – almeno inizialmente – la loro economia (che anzi sarà foraggiata con gli ulteriori commerci di gas e armi). Gli ucraini sono solo l’antipasto della loro cenetta. Gli europei, da bravi commensali invitati in attesa bramosa dei dividendi di guerra, si trasformeranno a breve in squisite pietanze su cui avventarsi. Nel menu statunitense la Russia sarà il primo, e noi il secondo.
Enrico Euli è docente all’Università di Cagliari. Tra i suoi libri Fare il morto. Vecchi e nuovi giochi di renitenza (Sensibili alle foglie).