di Raffaele Barbiero (Centro per la pace, Forlì).

La nonviolenza, come modalità di soluzione dei conflitti, è stata sistematizzata in manuali di apprendimento e azione solo da Gandhi in poi (quindi dagli inizi del Novecento); in Italia non esistono di fatto scuole, accademie, istituti per insegnarla, molto più presenti all’estero invece, specialmente dentro il mondo accademico anglosassone. Per la nonviolenza non si spende ufficialmente neanche un euro e nessuno è impiegato, stipendiato, assicurato, addestrato appositamente per questo. Tutto quello che si muove in questo campo o è frutto del volontariato, o è legato all’utilizzo da parte di alcune Ong o associazioni nazionali dei ragazzi/e in servizio civile nazionale, o deriva da interventi sporadici dello Stato o di Enti Locali e Istituzioni universitarie lungimiranti...

A cura dell’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università.

È giunta alla mail dell’Osservatorio una foto, presa da un quaderno di un bambino di 6 anni che sta imparando a leggere e scrivere. Si tratta di una fotocopia data alle bambine e ai bambini di una classe, di una scuola della provincia di Viterbo, per imparare alcuni suoni trisillabi. La foto parla da sé e mostra la scelta di un/una insegnante (o di un consiglio di classe) di affrontare l’argomento attraverso l’immagine delle frecce tricolore...

Avviata una campagna promossa da: "No al Riarmo - Campagna contro ReArm Europe", con una petizione da sottoscrivere on line rivolta a sensibilizzare ognuno dei parlamentari in carica.

La presidente della Commissione Europea ha presentato un piano di riarmo da 800 miliardi di euro (ReArm Europe) contro la Russia, dichiarando: "Dobbiamo urgentemente riarmare l'Europa". Con questa petizione - ai sensi dell'articolo 50 della Costituzione - facciamo appello ai parlamentari italiani per contrastare le pressioni europee all'aumento delle spese militari...

di Marco Bersani, Attac Italia.

Il Parlamento europeo ha dato il proprio benestare al piano “Rearm Europe”, proposto dalla Presidente della Commissione Ursula von der Leyen, sostenendo che le risposte ai rischi e alle minacce alla sicurezza devono essere “simili a quelle in tempo di guerra” e, perché sia chiaro quello di cui stiamo parlando, bocciando la proposta (in realtà, una foglia di fico) di ri-denominare il piano “Defend Europe”...

di Giulio Marcon.

Proponi una manifestazione per l’Europa, “dal basso”. Noi, che per questo siamo sempre stati in prima fila, non ci saremo. Non vogliamo confonderci con chi vuole stanziare 800 miliardi per le armi e tagliare il Green deal. La tua è una manifestazione per l’Europa “senza aggettivi”. Ma anche senza parole. Senza la più importante: pace...

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