Terzo incontro del corso di Libera Asti.
«Se non li chiamiamo profughi o clandestini ma solo esseri umani, capiamo che la cosa ci riguarda. La vita umana come l’opera d’arte va protetta». Così si esprime l’artista Jago, autore della scultura «Marmo italiano» che rappresenta un migrante sofferente disteso su un fianco. L’opera, esposta a Roma sul ponte di Castel Sant’Angelo, è stata ripetutamente sfregiata: un destino simile a quello dei tanti migranti che non vedono riconosciuta la loro umanità...
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