di Mao Valpiana, Presidente del Movimento Nonviolento.

La richiesta del ministro ucraino Kulebadateci armi, armi, armi”, mi ha ricordato le parole del maresciallo di Francia Trivulzio al Re Luigi XXII: “per vincere una guerra ci vogliono soldi, soldi, soldi”. Sì, perché la guerra non la vince chi ha ragione (in questo caso l’Ucraina), ma chi ha più capacità distruttiva (vedremo alla fine, quando fine ci sarà, se l’esercito russo o gli armamenti della Nato)...

di Guido Viale.

Dal punto di vista di un’ecologia integrale qualsiasi guerra, ma questa in particolare, è un passo indietro drammatico per la conversione ecologica: crea divisioni e ostilità tra coloro che sono impegnati nel combattere la crisi climatica e ambientale; produce immense quantità aggiuntive di gas di serra e la devastazione dei territori teatro dei combattimenti; fornisce pretesti al mantenimento e alla riattivazione delle fonti energetiche fossili e nucleari e dell’agricoltura industrializzata, all’aumento della produzione di armi e a una diffusa bellicosità dei media e tra la gente. Tutto ciò rinvia la transizione energetica oltre la soglia temporale dell’irreversibilità indicata dall’Ipcc: le condizioni in cui dovranno vivere le prossime generazioni, sia umane che di tutti i viventi, saranno molto più ostiche, se non insostenibili...

di Franco Arminio.

Ci vuole una rivoluzione subito, oggi stesso.
Oggi stesso andare accanto a un letto di un morente
e stringergli la mano e se non si può fare
almeno provarci.
Oggi stesso bisogna scandalizzarsi per quello che accade
a Roma nei palazzi della furbizia.
Oggi stesso bisogna tirare fuori un animale dal letargo
e dirgli che ci sentiamo soli, che vogliamo le foglie
vogliamo l'erba su cui strisciano i serpenti.

di Vincent Liegey*

In questi ultimi giorni assistiamo a un’escalation: bisogna stringere la cintura e imparare a fare a meno del gas e del petrolio russo per smettere di finanziare la guerra. Quello che era violentemente rifiutato adesso diventa normale. Allora sì, apriamo il dibattito sulla decrescita, l’unica via d’uscita logica e coerente, equa ed auspicabile di fronte alla tragedia in corso...

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