Disarmare pace e libertà

di Enrico Euli.

“Ecco: si prende un bimbo di due o tre anni, lo si mette dentro un vaso di porcellana dalla foggia più o meno bizzarra, senza però il coperchio e senza il fondo per lasciare liberi il capo e i piedi; di giorno, il vaso viene tenuto dritto e di notte, invece, si sdraia perché il bimbo possa dormire. Egli così, ingrossa, senza allungarsi, e la sua carne pigiata e le sue ossa prendono la forma del vaso stesso. Questo sviluppo umano dentro un contenitore dura per più anni finché non c’è più rimedio; allora, conseguito lo scopo, quando il mostro è bell’e fatto, si rompe l’involucro, si libera la povera creatura e si ha un uomo-vaso. La cosa è davvero assai comoda: volendo, si può commissionare anticipatamente un nano della forma che più ci piace” (Victor Hugo, L’uomo che ride, 1869)...

Libertà
La liberazione è stata messa in un vaso e trasformata in un nano chiamato libertà. Questo essere deforme si è rivestito di parole come resistenza, pace, democrazia.
La resistenza è ora un diritto, ma solo per chi non lotta contro di noi. Si ha diritto a resistere solo contro i nostri nemici. Se si resiste qui, contro la guerra e l’inimicizia, si diviene disertori. La resistenza deve essere armata e va armata, senza se e senza ma. Qualunque altra scelta collabora col nemico: chi non è con me è contro di me. Fascismo diffuso, violenza culturale senza requie: altro che democrazia, seppur liberale.
Liberarsi di questa “libertà”: questa può essere la sola, vera liberazione oggi. Continuare a scegliere l’umanità e non le nazioni, il pianeta e non le lobbies, le persone comuni e non le aristocrazie, i bisogni primari e non i diritti borghesi, la disperazione dei reietti e non la speranza degli agiati… Continuare a tenere aperti conflitti e differenze, a manifestarli, a farli convivere. Celebrare libertà e liberazioni, se tutto questo smette di essere possibile, è solo – proprio oggi, 25 Aprile – l’ennesima mistificazione.

Resistenza
Non esiste diritto alla resistenza armata, non può esistere una guerra giusta. Dobbiamo liberarci di questi vasi, se vogliamo smettere di essere mostri e divenire umani. Se qualcuno ci invade, lasciamogli occupare i nostri territori, ma non le nostre menti. Non facciamoci militarizzare, non opponiamoci con i suoi stessi mezzi. I costi di un’occupazione che si scontra contro una resistenza armata – lo vediamo – sono altissimi e irrecuperabili: perdite umane e materiali, brutalizzazione crescente, allontanamento di ogni prospettiva negoziale, irrefrenabili escalation.
Se non è stata già predisposta una difesa popolare nonviolenta – come da decenni propongono i movimenti e gli studiosi antimilitaristi -, non abbiamo alternative: accettare l’occupazione e organizzare la lotta soltanto in seguito (così come, peraltro, è accaduto nella stessa resistenza partigiana non solo in Italia, ma anche in Francia, Danimarca e Norvegia: tutte lotte, infatti, sopraggiunte solo a occupazione avvenuta).
La maggioranza degli ucraini ha voluto resistere da subito con le (nostre) armi? Ma sbagliavano, e sbagliano. Sta a noi correggerli e smettere di assecondarli. Se facciamo il contrario, non ci interessa la loro “libertà”, ma la loro distruzione per il nostro dominio.

Pace
Pace è ormai soltanto una parola consumata, ambigua, pervertita. Il pacifismo è morto e va superato. Dobbiamo liberarcene. L’alternativa alla guerra non sono il dialogo e la diplomazia, non è la politica. L’alternativa alla guerra può essere soltanto la nonviolenza integrale, cioè il disarmo degli stati, dei popoli, delle relazioni, delle coscienze.
Se la Chiesa vuole la pace, la smetta di ordinare i cappellani militari e di benedire le armi e gli eserciti. Se i sindacati vogliono la pace, la smettano di far produrre armi ai loro iscritti. Se i politici vogliono la pace, non votino e non finanzino il riarmo… Sino a quando non faranno questo, e molto altro, dovrebbero essere esclusi dalle marce per la pace. E invece (ieri, 24 aprile, a due mesi dall’inizio della guerra), non solo vi partecipano, ma le organizzano. Così come oggi organizzano i cortei per la liberazione, per proseguire a mantenerci schiavi.

Tratto da: https://comune-info.net/disarmare-pace-e-liberta

 

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