di Philippe Baqué.


Il 4 marzo 2012 cinquecento tra contadini e cittadini andalusi hanno occupato poco più di centosessanta ettari di terra pubblica abbandonata, destinata ai grandi proprietari. Hanno scelto i metodi dell’agricoltura biologica contadina, si sono organizzati in cooperative, hanno promosso la vendita locale. Sono diventati un simbolo delle proteste popolari, scontrandosi spesso con governi progressisti, che favoriscono di fatto la concorrenza tra braccianti andalusi e migranti, e contestando le sovvenzioni agricole dell’Ue. Subito dopo l’occupazione, molti anziani sono venuti a portare i semi di peperoni, cipolle, lattuga, semi tradizionali che avevano ereditato dai loro genitori e che avevano conservato con cura. «La terra non appartiene a nessuno – dicono – e non è una merce» ...


di Guido Bonino.

Prendo visione di quanto pubblicato in data 15 marzo da "La Stampa" edizione di Asti circa il sovradimensionamento dei piani regolatori, valore che per il comune di Asti supera di oltre il 40% il dato della popolazione attuale. A ciò va aggiunta la presenza di contenitori – anche pubblici – vuoti: ne sono esempio il vecchio ospedale, l’ex maternità, molti fabbricati di quella che fu la caserma Colli di Felizzano, la struttura della Caserma Mutti e via dicendo ...



Lo scorso 7 marzo il Consiglio Comunale di Asti ha approvato un ordine del giorno che individua 11 punti prioritari per affrontare in modo concreto il problema dell'inquinamento atmosferico della città. Il "Comitato chiediamo la chiusura del centro storico o ztl" si è detto favorevole alle posizioni assunte dall'amministrazione comunale che rappresentano "la piattaforma da cui partire, ma non certo il traguardo" ...

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