di Alessandro Mortarino.
Da un po' di tempo mi trovo costretto a commentare un annuncio al contempo positivo e meno positivo: me ne scuso, ma così è ... Che un progetto (proposto da alcuni amici e appoggiato, pare, dalla Regione Piemonte) di pista ciclabile che colleghi la capitale enoica delle Langhe con le cattedrali sotterranee della citttà dello spumante sia una notizia positiva, è indubbio. Ma che il tratto individuato sia "sopra" (nel senso di "al posto") della ferrovia, non può che lasciarci interdetti ...
Il progetto di Elio Sabena (Associazione Trekking in Langa) e Silvano Stella (Laboratorio di Riarmonizzazione del Paesaggio) è molto chiaro: il tratto ferroviario che si dipana da Alba fino ad Asti, Canelli, Nizza, Alessandria si è trasformato, per volontà regionale, in un triste "ramo secco" e il trasporto pubblico locale è stato dirottato da mesi, tout court, su "gomma", attraverso servizi di autolinee. Che a loro volta hanno iniziato a subire tagli e che stanno soffrendo, come già abbiamo raccontato, del ritardato pagamento dei gestori dei servizi da parte della Regione.
La proposta ha raccolto l'attenzione dell'assessore regionale Alberto Cirio, disponibile a valutarne la fattibilità; i binari verrebbero coperti da particolari pedane sovrapposte rendendo utilizzabile il sedime ferroviario come autentica pista ciclabile.
Detto così potrebbe suonare come una proposta perfetta: dato che la ferrovia ora non è più utilizzata, sfruttiamo il suo tracciato ormai sterile per una proposta di turismo sostenibile sempre più oggetto di interesse per i visitatori esteri.
Il problema è che questa (eventuale) scelta rappresenta il requiem conclusivo che, senza grandi litanie, porta alla definitiva sepoltura della ferrovia in un tratto di Piemonte che, al contrario, ne avrebbe grande bisogno.
I pendolari non ne saranno affatto contenti. E noi neppure.
E poi, diciamocelo: questo progetto vuole attrarre turisti amanti della bicicletta; ma come ci arrivano ad Alba questi turisti ?
In auto, ovviamente. Perchè i treni non ci arrivano più.
Ecco allora che un altro progetto prende forma: l'elettrificazione della linea ferroviaria tra Bra e Alba; come dire che Alba riuscirà in questo modo ad agganciarsi all'alta velocità di transito verso Torino, inserendosi nel circuito del Servizio Ferroviario Metropolitano. E a giugno verranno "battezzate" anche le linee SFM7 Torino-Fossano ed SFM8 Alba-Bra-Cavallermaggiore.
In meno di 70 minuti - ogni ora - un collegamento diretto tra la capitale delle Langhe e Torino e, con la futura apertura dell’interconnessione di corso Grosseto, anche verso l’aeroporto di Caselle.
E il gioco è fatto.
Niente più ferrovia locale tra Alba e Asti, ma una bella ciclovia.
L'astigiano si arrangi ...
La cosa curiosa è che una ciclovia, tra Alba (anzi: Pollenzo) e Asti, c'è già e sarebbe molto suggestiva in quanto costeggia il fiume Tanaro. Non vi consiglio di provarla: passa in mezzo a molteplici cave, su sterrate che in periodi siccitosi (non quest'anno ...) ricordano il più infido dei deserti sahariani, non curate, non mantenute; anzi, dimenticate ...
Ma, in compenso, finanziate anni fa dai soldi pubblici dei cittadini europei.
Forse sono io che non capisco bene, ma mi pare di intuire che il nuovo progetto ci insegni che dove oggi c'è una ferrovia possiamo metterci una ciclovia, dove c'è già una ciclovia ... possiamo fregarcene !
Un dibattito serio (ed allargato a cittadini e pendolari) credo non ci farebbe male.
Noi, nel nostro piccolo, ci proveremo a favorirlo, a modo nostro, sabato 15 giugno quando, all'interno della quinta edizione del Festival del Paesaggio Agrario creato da Laurana Lajolo, condurremo una particolare camminata lungo il binario morto che collega Neive e Castagnole delle Lanze, a cavallo tra la provincia di Cuneo e quella di Asti, tra le Langhe e il Monferrato.
Una manciata di chilometri, appena. Ma in una zona che si è candidata ad essere riconosciuta come “patrimonio dell’Umanità” da parte dell’Unesco; un tratto ferroviario che anziché essere al centro di attenzioni logistiche accorte, è ora un binario morto.
E quando la parola “morte” compare, le storie di genti e luoghi non possono essere storie (troppo) felici …
In questo contrasto sta la nostra provocazione: questo “parkour rurale” (poco più di 3 chilometri) sarà l’occasione per immergersi in un contesto di abbandono, ma con lo spirito della festa. Il percorso sarà infatti accompagnato da musicisti di “strada ferrata” e attori che punteggeranno con letture e spunti artistici il senso delle cose.
Non mancheranno gli interventi di progettisti, architetti ed amministratori locali per provare a trasformare la festa (anche) in proposte concrete: non è mai troppo tardi !
L’appuntamento è alle ore 17,30 dinanzi alla (ex) stazione ferroviaria di Neive, sono consigliate scarpe comode e una gran voglia di far festa.
All’arrivo a Castagnole Lanze ci attenderanno fresche libagioni, i nettari della Bottega del Vino, una affascinante immersione nei segreti della Torre del “Cunt di Babi” (il Conte degli insetti) e il monologo teatrale “Due cuori e un capannone”, di e con Claudio Canal.
Con la promessa di una full immersion tra la memoria e il quotidiano, tra binari e cemento, tra paesaggi che resistono. Malgrado tutto.
Un viaggio con una meta: il nostro futuro …