di Claudio Gallo.
Abbiamo già avuto modo di parlare ampiamente del progetto Unesco e di come molti comuni non l’abbiano di fatto recepito come un ottimo trampolino di lancio verso un futuro più roseo, bensì come un possibile “intralcio” a eventuali progetti edilizi. Non è bastato favoleggiare per ben un decennio di come un patrocinio sì autorevole avrebbe potuto davvero cambiare le sorti delle colline monferrine e, nel contempo, creare ottimi posti di lavoro a tanti giovani, per far comprendere a cocciuti amministratori che, per il bene di tutti, sarebbe stata utile un’inversione di tendenza ...
L’avanzare selvaggio dei capannoni non ha dato segno di voler rallentare e con una frequenza scandita (manco a dirlo) da brindisi beneauguranti, cene e buffet politici e ambiziosi politicanti hanno discusso, parlato, esposto, promesso e rinnegato, osannato e svenduto, tagliato nastri sudando disperatamente nel tentare di fare il cerchio col compasso.
Il risultato, come già sottolineato in altri articoli, è quello di una simpatica “armata brancaleone” che non sa da che parte iniziare. È facile progettare con le parole, più difficile realizzare qualcosa nel periodo del mandato elettorale.
Siamo così diventati, nostro malgrado, campioni di quel “turismo virtuale” che confonde e scoraggia i visitatori. Dai siti che riportano indicazioni di feste, sagre ed eventi di cui ormai resta solo il ricordo, fino ai musei fantasma che vengono comunque reclamizzati sul sito istituzionale di Comune e Comunità collinare (emblematico il caso di Agliano Terme che cita ben due musei inesistenti: quello della Gastronomia della Tradizione (?) e quello del Territorio Barbera). Il fatto è che, proprio a seguito della mancanza di esperienza di cui sopra, l’errata informazione viene ripresa, ad esempio, anche dal sito http://www.astinternational.it, dando vita così a una pericolosa infinita catena di disinformazione. Nessuno provvede a correggere.
Che dire poi di siti nati proprio per “valorizzare e promuovere le risorse turistiche che fanno riferimento all’idea del benessere. Dall’enogastronomia alla cura del corpo, dal paesaggio al patrimonio storico e artistico” e pure per “migliorare la qualità della vita della popolazione locale” (!) come http://www.distrettodelbenessere.it ? Diremo che, forse proprio per tener fede al concetto astratto di “idea”, i comuni aderenti, Nizza, Canelli, Santo Stefano Belbo e Acqui Terme (all’inizio aveva aderito anche Agliano, per ritirarsi poi incomprensibilmente) sono partiti in quarta per arenarsi dopo poco, senza combinare quasi nulla.
Abbiamo provato a contattare Alberto Pirni del comune di Acqui Terme per avere spiegazioni circa il fatto che lo stesso sito sia on line citando come componenti del Consiglio direttivo assessori che, da anni, non sono più in carica e indicando come presidente Maurizio Carcione in qualità di sindaco di Nizza Monferrato! Forse l’attuale sindaco nicese non si collega spesso… In ogni caso, il Pirni ci aveva detto lo scorso anno che ci sarebbe stata a breve una riunione (eccallà!) e che si sarebbe saputo qualcosa di più.
Noi restiamo in attesa…
Si tratta del solito lancio di progetti che poi non si è in grado di seguire e per i quali magari si sono pure ottenuti contributi!
Noi, aspiranti turisti in casa nostra, vorremmo finalmente vedere qualcosa di concreto.
Nel 2013 non si insiste più a fare turismo con le datate guide – patinate per sembrar preziose - che contengono la solita descrizione del Monferrato (rigorosamente tradotta in varie lingue per dar pateticamente la parvenza di internazionalità) che poi null’altro sono che una raccolta di pubblicità, al pari del giornalino della festa della proloco. Non si fa promozione distribuendole poi agli inserzionisti affinché le possano dare ai loro clienti: se sono clienti, già li conoscono! Assurdo…
Per non parlare poi di quel ridicolo provincialismo che, al pari della nuvoletta di Fantozzi, affligge assessori e parvenu: se non usano sempre l’inglese anche per spiegare i concetti più elementari, non si sentono all’altezza. Se si amano territorio e tradizioni, perché chiamare una competizione Turin Marathon? Umilmente “Maratona di Torino” farebbe schifo a qualcuno?
L’apoteosi però si tocca con l’ennesimo nato, il Piemonte Land of Perfection. Solo per pronunciarne il nome devi fare mente locale sulle tue reminiscenze di inglese e poi, subito dopo, ti viene da ridere: che il Piemonte sia una regione con moltissimi tesori è fuor di discussione, ma che sia addirittura un “terra di perfezione” è tutto da dimostrare. A chi sarà mai venuta questa idea? E a che cosa servirà l’ennesimo consorzio? Ma naturalmente a promuovere – e ti pareva – i vini e le tipicità piemontesi soprattutto all’estero. Le solite grandi foto di vigneti a perdita d’occhio (evitate accuratamente le distese di capannoni), panorami mozzafiato che incantano e abbondanti descrizioni dei vini… e un errore di fondo: che se si vuole sfondare all’estero con le proprie tipicità non è intelligente travestirsi da stranieri.
Colpisce però il concetto base di Piemonte Land of Perfection: si tratta di un consorzio che riunisce vari consorzi (creati a loro volta per espletare la stessa attività promozionale). Geniale! Magari tra un po’ a qualcuno verrà in mente di creare un consorzio che riunisce tutti i consorzi che a loro volta riuniscono consorzi che raggruppano consorzi, in una spirale senza fine di cariche, presidenze, viaggi e contributi.