TOO SHORT TO WAIT - ANTEPRIMA SPAZIO PIEMONTE
Dall’1 al 6 febbraio 2012, sala Il Movie presso il Cineporto (via Cagliari, 42 – Torino).
Ingresso a 4 euro.


Sono 160 i cortometraggi che partecipano alla seconda edizione di TOO SHORT TO WAIT - ANTEPRIMA SPAZIO PIEMONTE, il “pre-festival in corto” che anticipa anche quest’anno Piemonte Movie gLocal Film Festival (Torino e Moncalieri, 6-11 marzo 2012) e accende i riflettori sulla produzione cinematografica regionale.

Dall’1 al 6 febbraio, al Movie presso il Cineporto, Too Short To Wait presenta alla cittadinanza i lavori iscritti al Concorso Spazio Piemonte, consolidato contest per cortometraggi made in Piemonte e osservatorio della “produzione locale in breve”, arrivato quest’anno alla sua V edizione.

Dei 160 cortometraggi in programma 7 sono legati al territorio astigiano, luogo di provenienza dei registi o da loro scelto per vivere o ambientare le loro storie, e concorreranno per arrivare tra i 30 titoli finalisti (10 scelti dal pubblico, 15 dagli organizzatori di Piemonte Movie e 5 provenienti da festival consociati) che saranno resi noti durante la serata Aspettando il festival PIEMONTE MOVIE che si terrà sabato 11 febbraio, ore 18.30 al Cineclub Blah Blah (Via Po, 21 - Torino).

I 30 finalisti, che parteciperanno alla selezione finale che si terrà a marzo, durante l’XII edizione del Piemonte Movie gLocal Film Festival, verranno valutati da una giuria di professionisti guidata da Francesco Amato, giovane regista piemontese al suo secondo lungometraggio Cosimo e Nicole, interpretato da Riccardo Scamarcio, di prossima uscita in sala.
La giuria assegnerà i seguenti premi: Miglior Cortometraggio (1.000 euro), Miglior Attore e Miglior Attrice, Miglior Cortometraggio d'Animazione - Premio Città di Moncalieri; Gran Premio della Giuria - Premio Guido Boccaccini; Miglior Colonna Sonora - Premio Machiavelli International Musical Images; Premio del Pubblico e il Premio del Pubblico - Miglior Cortometraggio Scuole, novità del 2012, che vuole sottolineare l'importanza dell'educazione al linguaggio cinematografico.
Tutti i premi, ad eccezione del Miglior Cortometraggio, consistono in prodotti Libera Terra.


I CORTOMETRAGGI ASTIGIANI in programma a TOO SHORT TO WAIT

Da mercoledì 1/02  a lunedì 6/02, sala Il Movie presso il Cineporto (via Cagliari, 42 - Torino).

Passerano tra passato e futuro.
Mercoledì 1 febbraio, ore 19.30
(2011, 19’50’’)
Regia, sceneggiatura, fotografia e montaggio di Franco Cerruti; musiche originali di Clay Derman.
Sinossi: Reportage che parla di Passerano Marmorito, in provincia di Asti, prendendo spunto dall’inaugurazione di un’area giochi per bambini, in conteporanea con il festeggiamento di due centenarie abitanti del paese.
FRANCO CERRUTI
Nato il 12/4/1948 a Passerano Marmorito (AT). Ex-professore di Matematica e Scienze, è videoamatore fin dal 1982. Ha partecipato a più edizioni della vecchia Anteprima Spazio Torino.
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El cementerio 2
Giovedì 2 febbraio, ore 17.00
(2011, 10’30’’)
Regia, sceneggiatura e montaggio di Alessio Mattia; soggetto di Simona Catalano e Alessio Mattia; fotografia di P. J. Stanton.
Con: Fabrizio Murgia, Enrica Vaccaneo, Paolo Amerio.
Produzione: Associazione Culturale Officine Kaplan; Co-prodotto da Comune di Asti e Cooperativa Vedogiovane Asti.
Sinossi: Intervistato sul set del suo film, il regista indipendente sardo Antioco Piddiu si difende dalle polemiche che hanno rallentato la realizzazione dell'incompiuto horror El cementerio 2, polemiche scaturite dalla decisione di scegliere per il ruolo degli zombie un gruppo di ragazzi disabili mentali.
ALESSIO MATTIA
Nato l’8/9/1984 ad Asti. Tecnico video di regia e montaggio digitale, vicepresidente dell'Ass. culturale Officine Kaplan (produzioni video in Italia e Usa) responsabile video della Web Tv della Provincia di Asti.
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Ballata metropolitana in 4 tempi.
Giovedì 2 febbraio, ore 19.30
(2011, 11’30’’)
Regia e montaggio di Massimiliano Nicotra e Ivan Fabio Perna; sceneggiatura di Massimiliano Nicotra. Produzione: Solaria Cinema.
Sinossi: Ballata metropolitana in 4 tempi è un racconto poetico attraverso immagini di repertorio e musica della profonda trasformazione dell’area Spina 3 di Torino. Il video segna quattro tempi di una straordinaria metamorfosi urbana da un orgoglioso passato industriale a una fase di abbandono e  di abbattimento delle fabbriche dismesse, ad un grande quanto discusso progetto di ripianificazione postindustriale.
MASSIMILIANO NICOTRA
Nato a Rivoli vive a Castelnuovo Don Bosco (AT). Tecnico video e cinematografico, conduce da anni progetti di Cinema itinerante all’aperto in molti comuni del Piemonte; ha realizzato video e soggetti per iniziative teatrali di contenuto storico e civile dal 2007 in collaborazione con compagnie teatrali del Piemonte.
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Villanova 150, ieri oggi e domani.
Domenica 5 febbraio, ore 17.00
(2011, 25')
Regia e sceneggiatura della I^C Scuola Secondaria di I° Grado Astesano – Villanova D’Asti; fotografia e montaggio di Rocco Riccio. Produzione: Associazione Culturale Acting Out.
Sinossi: Sulle tracce della vita del generale La Marmora nella sua città natale.
La classe ha realizzato il cortometraggio all’interno di Corti in Provincia, progetto di didattica cinematografica realizzato nella provincia di torino che vuole focalizzare l’attenzione del pubblico adulto sul potenziale e sulla forza del cinema come mezzo di espressione e comunicazione.
Il cortometraggio è stato girato dalla classa I^C della Scuola Secondaria di I° Grado Astesano di VILLANOVA D'ASTI.
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Luigi è comunista.
Domenica 5 febbraio, ore 22.00
(2011, 10’)
Regia e sceneggiatura di Gino Caron; fotografia di Filippo Vallegra; montaggio di Gino Caron e Filippo Vallegra.
Con: Gino Caron, Silvia Gallo, Luca Cerruti.
SInossi: Luigi attraversa una crisi esistenziale. Anche la sua generazione attraversa una crisi esistenziale. Una sorta di seduta di autocoscienza collettiva in cortometraggio, una storia autoironica e dal finale malinconico. La preparazione di una cena è l'occasione per proporre, ricordare e insegnare la preparazione di un tipo di pasta fatto a mano, il Corzetto di Voltaggio.
GINO CARON
Nato il 5/12/1988 a Asti. Nel 2010 si laurea in Filosofia a Torino. Il suo primo  cortometraggio Forse vi amo tutti partecipa al 28 Torino Film Festival. Luigi è comunista, sua seconda opera, è stato girato tra ASTI e ROCCA D'ARAZZO.
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Percorsi. Genti e Luoghi della rete escursionistica del Piemonte.
Lunedì 6 febbraio, ore 17.00
(2011, 30’)
Regia e montaggio di Susanna Gramaglia e Federico Mensio; soggetto e sceneggiatura di Fabio Giannetti, Susanna Gramaglia e Federico Mensio; fotografia di Susanna Gramaglia, Federico Mensio e Emiliano Darchini.
Con: Stefania Belmondo e esponenti e personaggi delle varie comunità montane. Produzione: Regione Piemonte.
Sinossi: Come rendere un concetto astratto come quello di una rete escursionistica, intesa come insieme di percorsi ben pianificati e organizzati per la fruizione dell’ambiente montano e collinare del Piemonte? Facendo parlare le immagini dei luoghi e le voci delle persone che vi abitano. Il doc è stato girato in diverse località del Piemonte, tra cui ALBUGNANO (AT).
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Se davvero, prenderò il volo.
Lunedì 6 febbraio, ore 19.30
(2011, 9’)
Regia, sceneggiatura, fotografia e montaggio di Filippo Vallegra.
Con: Gino Caron, Valentina Casabianca, Dafni Piffer, Valeria Giunipero (voce). Produzione: Phydia.
Sinossi: Gino ha scelto di trasferirsi per studiare, rimandando così un sogno che aveva condiviso con Emilio, il suo migliore amico. Poi una chiamata improvvisa, e Gino comincia a correre: decide di lasciarsi tutto alle spalle e di «prendere il volo» realizzando da solo quell’antico desiderio. Il corto ha vinto Spazio Torino al 29TFF.
FILIPPO VALLEGRA
Nato il 18/12/1988 ad Asti. Studente di ingegneria del cinema e dei mezzi di comunicazione al Politecnico di Torino, e del Tecnologico de Monterrey di Querètaro (indirizzo di Cinema).
Contatti: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. - 339/1336907

E' partita la comunicazione di invito per la terza edizione della settimana nazionale verso gli assessorati degli enti locali provinciali, regionali, comunali, associazioni e aziende di varia natura.
L'evento diventa l'occasione per portare alla conoscenza della pubblica opinione la necessità ormai impellente di affrontare le criticità nazionali della gestione dei rifiuti nel nostro paese non dalla coda ma dalla testa con la prevenzione. Ce lo chiedono le direttive europee: ce lo chiede un pianeta al limite del collasso.
Nonostante tutto la politica continua a correre dietro all'emergenza rifiuti più o meno conclamata in diverse regioni del nostro paese. Diventa più che mai necessario e urgente  creare insieme una massa critica fatta di cittadini, amministratori locali capaci di gestire il cambiamento, aziende responsabili e consapevoli che forniscano alternative di consumo di buon senso, a ridotto impatto ambientale, attuabili nel breve periodo e capaci di coniugare gli aspetti economici e ambientali di pertinenza.

Ecco la nota sul profilo facebook che contiene il testo della comunicazione inviata agli enti locali con i link alle nuove sezioni create sul sito di porta la sporta.
http://www.facebook.com/notes/porta-la-sporta/signor-sindaco-signori-assessori-c%C3%A8-posta-per-voi-/311953342189319

NUOVE SEZIONI DI ENTRA IN AZIONE DEL SITO

Oltre alle sezioni cosa fare come singolo, negozio, azienda è stata aggiunta la sezione cosa fare come gruppo della distribuzione organizzata GDO ed è stata rivista totalmente la sezione dedicata alle amministrazioni comunali e associazioni locali che riporta al punto 4 un vademecum di azioni per prevenire e ridurre la produzione dei rifiuti - per ora mirato ad imballaggi e articoli usa e getta -  completa di un piano di comunicazione.
http://www.portalasporta.it/azione_materiali.htm#gdo
http://www.portalasporta.it/azione_materiali.htm#collettivo
Nella sezione dedicata alla GDO troverete le sette azione che abbiamo loro chiesto di attuare (coinvolgendo il mondo della produzione a monte) espresse tramite una lettera aperta inviata ai media insieme a Italia Nostra e Adiconsum in occasione della scorsa settimana europea per la riduzione dei rifiuti.
http://www.portalasporta.it/azione_materiali.htm#gdo

Con il pretesto della riforma della Legge n.394 del 1991 si stravolgono i Parchi Nazionali.

Fondo Ambiente Italiano, Italia Nostra, Mountain Wilderness, Lega Italiana Protezione Uccelli  e WWF Italia lanciano insieme un appello per fermare la riforma della legge 394 sulle aree protette che rischia di stravolgere i parchi Nazionali.

Gli aspetti più pericolosi della riforma avviata dalla Commissione Ambiente del Senato interessano essenzialmente tre aspetti della gestione delle nostre aree protette che per i loro contenuti rischiano di stravolgere alcuni dei principi fondamentali che hanno motivato la creazione dei Parchi e delle Riserve naturali non solo in Italia ma in tutto il mondo.

“Nei prossimi mesi per fermare questa riforma inutile e dannosa della Legge quadro sulle aree naturali protette le nostre Associazioni lavoreranno insieme, cercando il supporto del mondo scientifico, degli intellettuali, dei rappresentanti della cultura e dell’ampia maggioranza dell’opinione pubblica che ha a cuore la sorte dei nostri Parchi Nazionali e della natura che devono proteggere” dichiarano le associazioni nella lettera pubblicata.

Innanzitutto si vuole mettere in discussione il delicato equilibrio raggiunto nella gestione dei parchi tra rappresentanti del Ministeri dell’Ambiente e dell’Agricoltura, del mondo scientifico, delle Associazioni ambientaliste e dei rappresentanti degli Enti Locali, nel rispetto della Costituzione che attribuisce allo Stato la competenza esclusiva in materia di tutela degli ecosistemi proprio per ribadire l’interesse nazionale della conservazione della natura. Le proposte di modifica intendono spostare questo delicato equilibrio a vantaggio di coloro che rappresentano interessi locali e di settore con una maggioranza dei rappresentanti degli Enti Locali e l’introduzione di un rappresentante delle Associazioni agricole nel Consiglio  direttivo degli Enti Parco. Allo stesso tempo verrebbero eliminati i rappresentanti del mondo scientifico e ridotta la presenza delle Associazioni ambientaliste.
Queste modifiche, insieme alle nuove procedure previste per la nomina dei direttori dei parchi, non farebbero che aumentare la politicizzazione degli Enti Parco.
Una maggiore efficienza nella gestione degli Enti Parco, in particolare per la valorizzazione delle identità locali dei territori e lo sviluppo della “green economy”, sarebbe la motivazione principale dei sostenitori della riforma, ma questo può essere perseguito da diversi Enti pubblici nell’ambito delle loro ordinarie funzioni. Le aree naturali protette nascono per la conservazione della natura, se gli Enti Parco si trasformano in grandi Pro loco o agenzie di sviluppo locale finiscono per diventare inutili doppioni di Enti che oggi in molti vorrebbero tra l’altro cancellare.
Come secondo punto critico si aprirebbe la possibilità di cacciare nelle aree protette con la scusa del controllo delle specie aliene,  quando soluzioni efficaci sono possibili anche con l’attuale normativa ed organizzazione dei Parchi.
Terzo aspetto è il meccanismo di finanziamento degli Enti Parco con l’introduzione della riscossione di una royalty o di canoni su alcune attività ad elevato impatto ambientale (la coltivazione di idrocarburi, gli impianti idroelettrici, impianti a biomasse, oleodotti ed elettrodotti fuori terra, le attività estrattive, posti barca ecc) che determinerebbero un pesante condizionamento delle decisioni di un Ente Parco che in prospettiva sarebbe a larga maggioranza controllato dai rappresentanti dei Comuni.

La terza edizione del “Barometro dei prezzi per l’agriturismo 2012”, studio statistico basato sui prezzi di più di 4.500 agriturismi presenti su Toprural, il principale portale di turismo rurale in Europa, riassume la situazione attuale in Italia e in Europa.
Una vacanza in un agriturismo italiano costa mediamente 37,2 euro per persona/notte (contro i 37,1 del 2011). Ma è anche il 25% più cara che in Francia ed in Spagna, dove il prezzo medio per persona/notte in alta stagione è di 27,8 euro (contro i 27,6 euro della Francia).

Gli agriturismi di Puglia, Toscana e Sicilia sono i più costosi mentre quelli di Trentino-Alto Adige, Liguria e Piemonte i più accessibili. Trentino-Alto Adige e Sardegna sono le regioni che hanno segnato i maggiori cali dei prezzi rispetto all'anno precedente.

Dai depositi di scorie ereditati dall’epoca dell’atomo, ai materiali di scarto medicali, fino ai rischi connessi alle trivellazioni per la costruzione del famigerato corridoio 5 della Tav. La lunga serie di rischi connessi al nucleare, raccontata in un libro da Andrea Bertaglio e Maurizio Pallante. Ne anticipiamo alcuni brani.

Nonostante i referendum dello scorso giugno abbiano ribadito l’indisposizione degli italiani ad avere a che fare con l’energia nucleare, sono ancora molti i rischi e i problemi legati alla radioattività: dai rifiuti radioattivi di Saluggia, nel vercellese, alle testate atomiche nelle basi americane di Ghedi e Aviano; dagli effetti del poligono del Salto di Quirra, in Sardegna, all’uranio nelle montagne della Val di Susa. Solo alcuni sono legati alle vecchie centrali atomiche, ma la maggior parte di essi restano taciuti. Lo rivela un libro-inchiesta in uscita oggi, “Scorie radioattive. Chi sa trema, ma in silenzio” (Aliberti editore), in cui oltre alla denuncia si cerca di capire l’origine di queste problematiche. Che, secondo gli autori Andrea Bertaglio e Maurizio Pallante, è riconducibile all’ossessione per una crescita illimitata dei consumi e dell’economia.

Un’idea condivisa da uno degli esperti intervistati nel libro, l’ingegnere nucleare Massimo Zucchetti, docente di Protezione dalle radiazioni al Politecnico di Torino e Research affiliate presso il prestigioso MIT, Massachusetts Institute of Technology di Boston. Per Zucchetti, infatti, “anche Fukushima ci ha fatto capire che sarebbe meglio fare a meno di aver bisogno di tutta questa energia, rivedendo quindi il nostro modello di sviluppo”. “Ci sono molte persone che affermano che delle nuove energie sostituiranno il nucleare e ci consentiranno di farne a meno. Secondo me non è così che si dovrebbe ragionare”, afferma il professore: “Bisognerebbe ragionare su come muoversi verso un sistema in cui non abbiamo più bisogno di tutta questa energia”. Che, per essere prodotta in quantità sempre più ingenti, può portare a tragedie immani.

“Noi viviamo immersi nella radioattività naturale, e siamo geneticamente predisposti per sopportare basse dosi di radioattività”, ricorda Zucchetti: “Ma non abbiamo organi di senso che ci consentano di capire se le radiazioni ci sono o meno”. Basti pensare che “in un campo a livello di un incidente come quello di Chernobyl, in cui una persona entra nel nocciolo di un reattore scoperto, la quantità di calore su tutto il corpo è pari a 1 watt, che è un decimo di una lampadina fioca”. Le radiazioni sono quindi in grado di fare male in maniera molto silenziosa, e l’unico modo che si ha di percepirle attraverso il nostro organismo “viene dopo, quando si mostrano i loro effetti, ed è troppo tardi”.

Fra i vari problemi legati alla radioattività, c’è che “l’Italia è punteggiata di decine di siti dove sono conservati con grande fiducia materiali radioattivi di vario tipo, provenienti dalla precedente esperienza nucleare, ma anche dall’uso medicale e industriale delle radiazioni”, avverte il professore: “Luoghi in cui chiunque potrebbe fare dei blitz senza grandi problemi, spesso in zone del tutto inopportune”. E questo sempre perché in Italia “non esiste un luogo in cui tenere i materiali radioattivi in maniera controllata e conosciuta, ma è tutto lasciato così, alla speranza che non sorgano problemi”.

In effetti, molte persone sono contrarie all’atomo proprio perché ritengono il nostro Paese inaffidabile nella gestione di questioni così delicate. Timori fondati? Per Massimo Zucchetti “più che altro si tratta di dati di fatto, soprattutto se vediamo come è stata gestita la precedente esperienza nucleare”. “Alcuni colleghi nuclearisti in certe parti del mondo mi hanno confidato di essere molto contenti che il nucleare in Italia non sia stato ripreso, perché sarebbe stato un esempio pernicioso per il nucleare in tutto il resto del mondo”. Chiosa l’ingegnere: “In effetti molto probabilmente ci avremmo messo il triplo del tempo per costruire un impianto, non sarebbe stato mai finito e ne sarebbero successe di tutti i colori”.

“Ritengo però che non ci si debba arrendere a questo degrado morale e anche tecnico a cui siamo stati soggetti in questi ultimi vent’anni”, afferma lo scienziato: “Noi siamo benissimo in grado di fare delle opere complesse, purché servano. Non abbiamo bisogno né del ponte sullo Stretto, né dell’alta velocità, e neppure degli impianti nucleari, in realtà. Ma magari di altre cose altrettanto pregiate, perché no? Ribelliamoci al principio per cui dovremmo essere incapaci a priori. Qualcosa siamo più che in grado di farlo. In fondo, parlando del mio campo, Enrico Fermi era italiano e ha vinto il Nobel per la fisica”.

Massimo Zucchetti è anche consulente gratuito della comunità montana della Valle di Susa e, sempre in termini di radioattività, da anni si occupa dei rischi che corre la popolazione valsusina nel caso in cui si dovesse veramente costruire il famigerato Corridoio 5. “La Valle di Susa è costellata di piccole formazioni sia di amianto che di uranio”, fa presente Zucchetti: “Fino a che questi materiali pericolosi restano nel ventre della montagna va bene; quando si portano fuori, dovendo scavare questi tunnel, da un lato possono provocare danni alla salute dei lavoratori, che respirerebbero gas radioattivi emessi dalla roccia, dall’altro c’è il fatto che tutti questi milioni di tonnellate di polveri verrebbero all’esterno”.

I potenziali rischi per la salute, in Valle di Susa, non giungono solo dalla montagna, ma anche dai gas lacrimogeni abbondantemente utilizzati dalla polizia negli scontri di Chiomonte dello scorso 3 luglio. “Non solo il 3 luglio”, puntualizza Zucchetti: “Abbiamo calcolato che questi gas sono stati usati almeno una ventina di volte, fra manifestazioni e assedi di vario tipo”. “I lacrimogeni, oltre agli effetti fastidiosi che hanno nell’immediato, hanno tutta una serie di effetti collaterali, che possono portare a insufficienza respiratoria, reazioni cutanee o danni agli organi interni”.

Occupandosi di radiazioni e di agenti genotossici, il professor Zucchetti ha anche scoperto che “questo gas Cs ha delle potenzialità di tipo cheratogeno e mutageno, cancerogeno insomma”, anche se “non con lo stesso meccanismo delle radiazioni”. Ciò che preoccupa maggiormente, però, è che “questi gas sono stati lanciati su bambini, donne incinte, anziani, persone comunque deboli o con la possibilità di vedere il proprio futuro compromesso”. Un fatto che, “per un buco che non c’è, per un cantiere infinito, è una cosa davvero inaccettabile”.
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