Daniela Grassi e la Presidenza provinciale delle Acli di Asti.

Leggo i titoli dei giornali sui fatti astigiani degli ultimi tempi, solo qualche esempio, solo qualcuno: la clamorosa chiusura del Maina, le liste d’attesa della sanità con tempi scandalosi, la Biblioteca Faletti sotto organico e con orari insufficienti… E cammino per le strade e le vedo sempre più malinconiche e spoglie.
Pochi giorni fa, don Dino Barberis, direttore della Gazzetta d’Asti, ha detto di pensare a questa città “come se si fosse appena svegliata con poca voglia di alzarsi. Se si alzasse farebbe cose grandiose”. Sul fatto che “se si alzasse farebbe cose grandiose”, non ho dubbi, ma a me non pare appena sveglia, ma insonnolita, come sotto incantesimo, come un bell’albero che avvizzisce: avvizziscono i mercati, si riducono, come frutti che invece di maturare si ripieghino su se stessi; chiudono i negozi, persino quelli di catene note che ci ritroviamo ossessivamente in ogni città, qui si disseccano pure quelli...

A cura del Coordinamento Asti Est.

Gli organi di informazione locali recentemente si stanno occupando dell’emergenza casa in città. Alcune difficoltà sono state documentate in modo chiaro e si sono ascoltati soggetti a vario titolo interessati al problema.
C’è però un grande assente: l’edilizia residenziale pubblica, che noi del Coordinamento Asti Est ci ostiniamo a definire con l’antico e  semplice nome di ‘case popolari’. E c’è un grande rimosso: l’esistenza di un vasto popolo a basso o nullo reddito, per cui l’unica soluzione abitativa possibile sarebbero, appunto, le case popolari...

di Silvana Bellone.

Il 27 gennaio è la giornata della memoria della Shoa ed è sempre più difficile organizzare qualcosa di incisivo che aiuti le persone a conoscere e a ricordare eventi che stanno diventando sempre più lontani nel tempo. Ad Asti abbiamo scelto di ricordare le persone. Il testo da cui abbiamo ricavato i nomi degli 83 deportati - alcuni ad Auschwitz e alcuni a Mauthausen - enuncia così: “Nelle intenzioni dichiarate dai persecutori non doveva rimanere alcuna traccia dello sterminio; della vittima non si doveva sapere più nulla, non doveva esserci alcuna possibilità di sopravvivenza, nemmeno per il ricordo"...

di Domenico Massano.

In una nota ricerca lo psicologo Kurt Lewin individuava tre stili di leadership: lassista, autoritario e democratico. I risultati indicavano come la leadership democratica, dove il leader conduce il gruppo in modo partecipativo, era legata a processi decisionali più complessi ma con risultati più stabili nel tempo e qualitativamente migliori, anche grazie alla valorizzazione dell’impegno collettivo ed individuale ed alla promozione della partecipazione ai processi decisionali stessi...

di Alessandro Mortarino.

I primi giorni del nuovo anno si sono aperti con una triste notizia per la comunità astigiana, quella dell'improvvisa scomparsa del professor Emanuele Bruzzone, noto sociologo tra i promotori locali del Comitato per la difesa della Costituzione.
Laureato all’Università di Torino in Scienze Politiche con Filippo Barbano nel 1971, specializzato in Scienze dell’Educazione nel 1975, è stato dapprima docente di materie economiche e giuridiche nella scuola secondaria superiore, successivamente borsista ministeriale e contrattista presso la Facoltà di Scienze Politiche di Torino, dove ha tenuto corsi di Storia del pensiero sociologico, Politica sociale e Sociologia urbana, materia che ha insegnato nel Corso di laurea in Scienze Politiche. Ha fatto parte del Consiglio Scientifico della Sezione “Territorio” dell’A.I.S. e della Association de Recherche Cooperative Internationale di Parigi, diretta da P.H. Chombart de Lauwe.
Negli ultimi mesi aveva ripreso un'antica abitudine: quella di inviarmi puntualmente spunti, suggerimenti, articoli per animare il dibattito di Altritasti...

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