di Mao Valpiana, direttore di Azione nonviolenta.

Tutto pronto per la nuova guerra di Libia, a conduzione italiana. Viene presentata come un'operazione militare, richiesta dalle autorità locali, per fermare l'avanzata dei combattenti con bandiera dello Stato Islamico, ma in realtà sarà un intervento bellico voluto dal Pentagono per la messa in sicurezza dei giacimenti petroliferi e per determinare la futura ripartizione libica ed il suo controllo. La storia si ripete. Sembra di sentirlo l'esulto dannunziano degli aviatori fascisti che colpivano il bersaglio: "Eia!" era il grido con cui Alessandro Magno incitava il suo cavallo, "Alalà!" era l'urlo di guerra greco. “Eia, Eia! Alalà!” rispolvera il presidente Renzi: “torniamo in Libia” (scordando il ripudio della guerra) ...



Segnalazione di Marinella Correggia.

Dopo l’annuncio del Consiglio supremo di Difesa, l’intervento bellico italiano in Libia “per combattere Daesh” è ormai prossimo. Abbiamo formulato dieci domande con l’intenzione di rivolgerle direttamente al governo e al Parlamento, ma anche a chi pensa che tutto sommato, così come la Russia sta ottenendo buoni risultati in Siria contro il terrorismo (ragionamento ovviamente "folle", n.d.r.), lo stesso potrebbe fare l’Italia in Libia con bombardamenti “selettivi” ...




di Giuseppe Cordaro.

Si deve partire sempre da molto lontano per vedere le cose nella giusta prospettiva. Ed una serata come quella trascorsa ad ascoltare la straordinaria esperienza di Giovanna Ogliengo, focolarina impegnata in Medio Oriente per quasi un trentennio, diventa un tassello di un tutto, di un disegno più grande. Giovanna ci parla in particolare della sua Siria, di una terra intrisa di Storia, con la S maiuscola, antica e attuale, dove dalla notte dei tempi, ed oggi di nuovo, si decidono le sorti del mondo intero, come se quella terra fosse il baricentro di un corpo che perde e ritrova il suo equilibrio, non senza fragorose e dolorose cadute ...



di Giuseppe Cordaro.

Può succedere che in una sera d'inverno in un salone di un quartiere di periferia di Asti, si ritrovi il mondo intero o forse l'universo. Che le voci di mondi lontani si incrocino, ma soprattutto si comprendano, e gridino lo stesso bisogno. Un bisogno antico, di quella che, qualcuno durante la serata ha chiamato,  la parte buona di questa comunità. Il bisogno dell'integrazione di una parte,  che incontra il bisogno di dare di un'altra parte. Si, c'è anche questo aspetto, magari poco esplorato, ma il bisogno di dare lo ritengo meritevole di altrettanta riflessione, al pari dei bisogni di accoglienza e di integrazione ...

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