di Alessandro Mortarino.

Tutti noi sappiamo che cosa significa "nostalgìa", cioè quel desiderio acuto di tornare a vivere in un luogo che è stato di soggiorno abituale e che ora è lontano, la distanza da una persona che non è più con noi, il rimpianto di una situazione che era e non è più e, forse, non tornerà mai più. Pochi, invece, sanno cosa significa solastalgìa (dal latino solacium, sollievo/conforto, e dalla radice greca algia, dolore). Un termine coniato abbastanza di recente (nel 2003, dal filosofo australiano Glenn Albrecht) che indica un diverso tipo di nostalgìa, cioè quel sentimento che si prova per un luogo nonostante vi si continui a risiedere. Un luogo, il "nostro" luogo, che rappresenta anche il "nostro" ambiente e che improvvisamente si trova ad essere alterato da accadimenti su cui non riusciamo ad esercitare alcun controllo: avvengono sotto ai nostri occhi e alla nostra impotenza, ne siamo consci, ne avvertiamo i pericoli. Ma non riusciamo ad evitarli. Un male del nostro tempo...

Tutte le forze ambientaliste piemontesi hanno reagito all’accelerazione imposta dalla Regione Piemonte al disegno di legge regionale n. 95 del 5 maggio 2020 “Interventi di sostegno finanziario e di semplificazione per contrastare l’emergenza da Covid-19” pensato, in particolare, per il rilancio economico del comparto edile, settore trainante per molti altri comparti dell’economia della regione e quindi di crescita per tutto il sistema, pesantemente colpito dal lockdown imposto dall’epidemia da coronavirus.
Ma la strada individuata – dicono il Forum Salviamo il Paesaggio, Pro Natura, Italia Nostra, Legambiente, associazioni e comitati territoriali – non è quella giusta, tanto da porsi la domanda: “l’attuale pandemia non ci ha insegnato niente?

A cura di Aspromiele, Associazione Regionale Produttori Apistici del Piemonte.

È scoppiata la primavera in tutta la sua bellezza e sono esplose le fioriture su piante da frutto e prati: uno spettacolo per la vista e per l’olfatto.
Peccato che contemporaneamente siano partiti in maniera frenetica e incontrollata i trattamenti su frutteti e noccioleti, oltre che i diserbi in aree agricole, aree private ed anche pubbliche, evidenziando troppo spesso la mancata conoscenza di quanto previsto dalla legge.
Il risultato? Una strage di impollinatori...

A cura del Coordinamento Nazionale Alberi e Paesaggio Onlus-CONALPA.

E’ del 10 marzo 2020 il decreto del Ministero dell’Ambiente “Criteri ambientali minimi per il servizio di gestione del verde pubblico e la fornitura di prodotti per la cura del verde“ pubblicato nel n.90 della Gazzetta Ufficiale del 4 aprile 2020. Tale decreto si applica al servizio di progettazione di nuova aree verde o riqualificazione di area già esistente, servizio di gestione e manutenzione del verde pubblico e fornitura di prodotti per la gestione del verde...

di Luigi Di Marco, Architetto PPC, Consigliere Nazionale AIAS e Co-coordinatore ASviS.

E’ quanto emerge da un rapporto OMS, UNEP e del Segretariato alla Convenzione sulla Diversità Biologica (CBD) del 2015. Nulla di nuovo, poiché comunque ben noto alla scienza, almeno da diversi decenni se non di più, come le malattie infettive e le pandemie abbiano caratterizzato tutta la storia umana, quali effetti collaterali dell’antropizzazione e della modifica degli equilibri ecologici degli ambienti naturali.
Le malattie infettive determinate dalle zoonosi, passano da una specie animale all’altra e le aree urbanizzate sono le più vulnerabili alla diffusione dei virus. Come già storicamente lo erano le urbanizzazioni degli esseri umani, lo sono diventate anche le “urbanizzazioni” degli allevamenti intensivi, a dismisura sviluppate negli ultimi decenni...

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