Provo a partire da una situazione “oggettiva” (perfettamente in linea con le leggi e in atto già da diversi anni) per tentare di allargare il ragionamento che da qualche mese AltritAsti sta ospitando riguardo alla gestione dei rifiuti ed all'opposizione popolare scatenatasi all'ipotesi di costruzione di un inceneritore attorno alla città di Asti.
Il dato “oggettivo” è che l'attuale Ato 3 per i rifiuti piemontesi (quello che corrisponde alla sola provincia di Cuneo) si appoggia, per la distruzione dei suoi residui finali (dopo attenta lavorazione e valorizzazione), al “forno” del cementificio Buzzi in quel di Robilante, val Vermenagna. La legge prevede che per un cementificio i limiti sulle emissioni siano sensibilmente superiori a quelli imposti ad un inceneritore di rifiuti.
Normalmente, il forno di un comune cementificio brucia materiali quali petcoke, polverino di carbone, farine animali, vernici esauste ecc. ecc.. Secondo l'Arpa locale, bruciando CDR (combustibile da rifiuti), le emissioni raggiungono livelli più contenuti. Lo stabilimento di Robilante occupa 300 lavoratori stabili ...
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