Sui barconi respinti dal nostro paese nelle acque del Mediterraneo, c’erano senza dubbio anche degli eritrei, mescolati a persone in fuga da tanti altri luoghi in cui la vita diviene sempre più simile a qualcosa che non è degno di essere definito come tale. Non si tratta di fare polemica o di nascondersi il fatto che l’Europa intera debba farsi carico di risolvere il problema, ma semplicemente di portare una testimonianza di persone che, non stipendiate, non intenzionate a concludere affari vantaggiosi, ma per puri scopi umanitari, si sono recate in Eritrea in collaborazione con l’associazione astigiana “Dodiciceste” (http://www.dodiciceste.org) ...