
E’ primavera avanzata, l’erba non è ancora bruciata dal sole perché riesce a trovare ancora nelle chiazze di neve residuale l’acqua che altrimenti precipiterebbe immediatamente a valle.
Una femmina di camoscio è isolata dal piccolo branco di altre femmine, nascosta dietro un enorme masso protagonista di erosioni antiche.
E’ distesa a terra, ansimante per la fatica ed il dolore quale mai aveva provato. Non percepisce il sole nascente e caldo che trapassa i gendarmi affilati, non sente il vento attraversagli il pelo invernale da dismettere, è rassegnata a raccogliere il testimone dalla sua genitrice per dare alla luce un nuovo esemplare di acrobata della roccia ...