di Roberto De Lena.

In Italia al dicembre 2022 sono 1.045.992 i nuclei beneficiari della misura del Reddito di Cittadinanza, per un totale di oltre 2 milioni e 300mila persone coinvolte; 122.730, invece, i nuclei beneficiari della misura della Pensione di Cittadinanza (che spetta a persone povere con più di 67 anni) per un totale di circa 140.000 persone coinvolte. Complessivamente sono 2.483.885 le persone beneficiarie delle due misure di sostegno al Reddito per un importo medio di 549,46 euro. Sono i dati che emergono dall’Osservatorio Statistico Reddito/Pensione di Cittadinanza del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali aggiornato all’11 gennaio 2023. Con l’approvazione della Legge di Bilancio per il 2023 il Reddito di Cittadinanza subisce una stretta per l’anno in corso, per essere poi definitivamente abolito nel 2024: l’abolizione non riguarderà i nuclei con figli minori e/o con persone non autosufficienti e/o con persone con più di 59 anni, ma si stima comunque che avrà ripercussioni su oltre 400mila nuclei familiari...

di Carolina Vásquez Araya.

Esiste un confine morale tra gli esseri viventi che delimita i diritti degli uni rispetto agli altri.
L’idea che la vita ci appartenga viene da lontano, da un’ideologia primitiva fanaticamente incentrata sull’uomo come proprietario assoluto di tutto ciò che lo circonda. Per questo motivo, non è tanto evidente il senso di proprietà deformato che contraddistingue la nostra educazione, iniziato nell’infanzia con il pulcino della pignatta fatto a pezzi perché il bambino voleva vedere come funzionava. [In Sudamerica c’è l’usanza di regalare ai bambini per il compleanno una gallina di cartapesta colorata piena di caramelle e cioccolatini, che poi viene squarciata per far uscire i dolciumi, NdT]. In fondo, è solo un pulcino smembrato che viene buttato via e l’unica conseguenza è che la mamma dice “basta con i pulcini della pignatta” …

Una campagna e due leggi d’iniziativa popolare.

Le molteplici crisi del nostro modello economico e sociale rendono evidente l’insostenibilità di una società regolata dal mercato e finalizzata al profitto individuale. Un nuovo modello ecologico, sociale e relazionale è possibile a partire dalle comunità territoriali e dalla democrazia di prossimità che permette la partecipazione diretta delle persone alle decisioni sulle scelte fondamentali che le coinvolgono.
Ecco perché nasce la campagna "Riprendiamoci il Comune". Nel suo doppio significato di riappropriarci, sottraendolo al mercato e alle privatizzazioni, di tutto quello che ci appartiene e di restituire un ruolo pubblico, sociale, ecologico e relazionale ai Comuni, luoghi della democrazia di prossimità. Riprendiamoci il Comune vuol dire affrontare i nodi che oggi impediscono ai Comuni di svolgere la propria funzione e alle comunità territoriali di autogovernarsi: la finanza locale e il ruolo di Cassa Depositi e Prestiti. Per questo, proponiamo due leggi d’iniziativa popolare...

Aumentano anche in Italia le disuguaglianze, i super ricchi con patrimoni superiori ai 5 milioni di dollari (lo 0,134% degli italiani) erano titolari, a fine 2021, di un ammontare di ricchezza equivalente a quella posseduta dal 60% degli italiani più poveri.

La pandemia prima e, ora, la crisi dell’energia, l’aumento dei prezzi – con un tasso dell’inflazione mai così alto da oltre 35 anni – e i nuovi venti recessivi rischiano di esacerbare ulteriormente i divari di lungo corso che caratterizzano il nostro Paese. Nelle mani del 5% più ricco una ricchezza superiore a quella dell’80% più povero...

di Sergio Labate.

Mio figlio – d’improvviso e senza apparenti motivi – ha deciso di amare il calcio. Non posso far molto: ha sei anni e tutto il diritto di rovinarsi la vita come crede. Ma decisamente non è il periodo migliore per un simile colpo di fulmine. Tra un mondiale che non ci prova nemmeno a nascondere la contraddizione sanguinaria del capitalismo da cui è nato e un’indagine giudiziaria che scopre la presunzione ontologica del discorso del capitalista: rendere il profitto una sostanza più reale del principio di realtà. Eppure, poiché anch’io ci sono cascato da piccolo, rimango affascinato dal modo in cui le espressioni dell’amore calcistico siano cambiate. Perché il calcio non è affatto uno specchio deformato della realtà, è piuttosto uno specchio nitidissimo di una realtà in sé già deformata. Per questo conviene prestargli attenzione: è attraverso questo specchio che possiamo cogliere in modo eminente alcune patologie sociali...

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