di Marco Bersani, Attac Italia.
Era il 23 marzo 2020 quando l’Unione Europea, investita dalla pandemia, prese la decisione di sospendere il patto di stabilità per il biennio 2020-2021, prorogandola a più riprese fino a tutto il 2023.
C’era voluto un microscopico organismo, che non è neppure un essere vivente -Covid19- per sciogliere come neve al sole l’inossidabile impalcatura di Maastricht a cui per quasi trenta anni tutto era stato sacrificato: diritti del lavoro, beni comuni, servizi pubblici e democrazia...