di Alessandro Mortarino.
Che non ci fosse bisogno di un profetico veggente per immaginare che i cittadini italiani si sarebbero tenuti ben distanti dalle urne in occasione dei cinque complicatissimi referendum sulla giustizia, era abbastanza evidente. E così è stato. Qualche dubbio restava, invece, nel valutare la disaffezione elettorale dei cittadini astigiani nel momento in cui la democrazia della scelta politica incontra il livello più prossimo, ovvero le amministrative comunali. Il risultato è una debacle sempre più grave per la politica: quasi un cittadino su due ha marinato le urne e il messaggio che ne deriva è che il futuro della città viene così demandato a “chi vincerà”, chiunque sia, “tanto non cambierà nulla”. Questo è il dato su cui riflettere; secondario che il Sindaco uscente non avrà bisogno del secondo turno per essere legittimato al bis per completare le “cose” non fatte o lasciate in sospeso a causa – si dirà – non di incapacità politica ma di due anni maledetti vincolati dall'emergenza pandemica...