di Rita Sanlorenzo, Consigliere presso la Corte d’Appello di Torino.


La Repubblica italiana è fondata sul lavoro. Questo è scritto nell’art. 1 della nostra Costituzione del 1948, e questo, soprattutto, dovrebbe essere inciso nella mente dei legislatori che via via nel corso degli anni sono stati chiamati a dare attuazione al programma repubblicano. Bisogna ammettere però che la storia del lavoro, e del diritto del lavoro, nel nostro Paese, non ha seguito un andamento rettilineo secondo la complessiva direzione di marcia indicata dalla Carta costituzionale, nei molti suoi articoli dedicati proprio al lavoro ed alla sua disciplina ...



di Francesco Gesualdi*.


Il lavoro salariato, quello destinato al mercato, dopo averci tolto qualsiasi possibilità di provvedere a noi stessi, se non prostituendoci in cambio di una miseria da spendere nei supermercati per procurarci ciò che ci serve, diventa un privilegio per pochi. Siamo in trappola. Dobbiamo avere il coraggio di gridare in faccia a mercanti, multinazionali, banche, fondi pensione che possiamo fare a meno di loro. “L’unico modo per conciliare dignità sociale e sostenibilità ambientale è smetterla di preoccuparci per il lavoro - dice Francesco Gesualdi - La domanda giusta da porci non è come si fa a creare lavoro, ma come si fa a garantire a tutti una vita dignitosa, utilizzando meno risorse possibile, producendo meno rifiuti possibili e lavorando il meno possibile”. Qualche passo in questa direzione? Riduzione dell’orario di lavoro, scambi non monetari, sull’esempio delle banche del tempo, cooperative autogestite da lavoratori e consumatori, totale ripensamento dell’economia pubblica ...



Caro Totò, sul Fatto quotidiano on line del 6 ottobre è stato pubblicato un trafiletto che riportava un intervento del capo del personale della Volkswagen, Horst Neumann, sul giornale tedesco Sueddeutsche Zeitung, a cui non è stato dato molto risalto dalla stampa italiana, anche se, a mio parere, spiega le cause della crisi in modo chiarissimo e non paragonabile alle fumose analisi con cui cercano di rimbambirci gli economisti italiani ...



di Irene Bartoli e del coordinamento di Libera Asti.


Ho perso le chiavi della macchina. “Miseria ladra”. Ho dimenticato un appuntamento importante. “Miseria ladra”. Dove avrò messo quel biglietto da visita. “Miseria ladra”. Sono stato licenziato. “Miseria ladra”. Non so come pagare la rata del mutuo. “Miseria ladra”.  La mia azienda è sull’orlo del fallimento. “Miseria ladra”.
Miseria ladra”, prima solo un’imprecazione leggera e comune, ora si è trasformata in uno spettro sempre più inquietante e presente che aleggia sulle vite di molti. Ma, se una volta la povertà era sinonimo di luoghi terrestri lontani dai nostri orizzonti e di pochi paria relegati nelle fasce più povere e ghettizzate all’interno della nostra società, ora è un fenomeno che si sta diffondendo a macchia d’olio verso tutti coloro che nell’ultima metà nel ‘900 componevano il ceto medio ...



di Aldo Carra.

Il reddito di cittadinanza può diventare uno strumento di riconoscimento di tutte quelle attività sociali e cooperative che generano valori d'uso senza riceverne remunerazione.

Nelle storie parallele della sinistra e dello sviluppo capitalistico, lavoro e reddito hanno sempre costituito due facce della stessa medaglia e camminato nella stessa direzione: più lavoro e più reddito nelle fasi di crescita, meno lavoro e minori redditi in quelle di crisi ...

Altritasti Periodico on line dell'Associazione di Promozione Sociale Altritasti - via Carducci 22 - 14100 Asti - C.F. 92060280051
Registrazione: Tribunale di Asti n. 7/2011 del 28.10.2011 - Direttore Responsabile: Alessandro Mortarino