di Ascanio Celestini.
Un ragazzo coi capelli biondi chiarissimi, gli occhiali e una pronuncia che ricorda la periferia sud di Roma mi dice che l’appuntamento all’ispettorato del lavoro è per domattina. «E chi andrà a parlare con gli ispettori?», chiedo. E lui: «Tutti». Cioè «Tutti quelli che domattina riusciranno a liberarsi da altri impegni e venire».
È il 2005 e per la prima volta mi è chiaro un concetto. Si può fare politica senza delegare qualcuno e senza prendersi la delega di qualcun altro. Senza schede elettorali, primarie ai gazebo o votazioni online...