di Corrado Oddi.
Dopo la vittoria referendaria del 2011, i sostenitori espliciti della privatizzazione del servizio idrico si sono ulteriormente assottigliati. A dire il vero, passata la stagione dell’ubriacatura del "privato è bello", il cui apice può essere collocato tra i primi anni 2000 fino all’emergere della crisi nel 2008, già avevamo visto che la schiera dei fautori della privatizzazione tendeva a diminuire, fino ad un’interessata “diserzione di massa” durante la campagna referendaria, affrontata da gran parte dei nostri oppositori all’insegna del “tanto i referendari non raggiungeranno il quorum” ...