Esiste uno spazio nell’immediata periferia di Alba, in zona Moretta, in cui ogni giorno si costruiscono in miniatura ideali ecologici, di solidarietà, di auto-produzione e redistribuzione delle risorse. Una sorta di fiore nel deserto dell’emergenza sanitaria e in un tempo in cui barriere invisibili s’innalzano tra le persone. E’ un piccolo lembo di terra in cui vengono coltivate verdure come fagiolini, insalata, melanzane, pomodori e patate senza l’uso di fitofarmaci. Ma non si tratta di un orto normale. “Qui ho l’impressione di cambiare un pezzo di mondo”, dice Sonia, una donna di 54 anni che lavora al progetto come volontaria. “Perché stiamo facendo bene alla natura, procurando benessere al quartiere da cui provengo e incarnando un modello positivo da cui i bambini possono prendere spunto”.