A cura dell'associazione ComuneRoero.
L’ultima volta che siamo intervenuti su questo giornale sulla questione del pesante deficit di bilancio del Comune di Santo Sfefano Roero e della sostenibilità del Piano di Rientro presentato alla Corte dei Conti dal Sindaco uscente, risale a Novembre scorso...
Ricordammo allora che il disavanzo accertato ammontava a circa -1.327.000€ , che il piano di rientro venne fissato in 13 anni. Precisammo che per tutto il periodo le aliquote IMU e IRPEF sarebbero state elevate ai valori massimi consentiti dalla legge (IMU è passata da 0.95 a 1.06%; IRPEF è passata dallo 0,2% allo 0,8% (+ 300%).
Segnalammo inoltre che il piano di rientro deliberato dal Consiglio Comunale si limitò a rispondere alle osservazioni della Corte dei Conti senza effettuare ulteriori approfondimenti contabili interni e non tenne per nulla in conto di un tema rilevante: la grave situazione contabile dell’ «Unione dei Comuni» (Unione Collinare Roero Tartufo ed Arneis).
L’Unione, con l’uscita di Vezza a fine 2019, secondo la legge Regionale non poteva mantenersi in vita con i soli Comuni di Santo Stefano e Montaldo, come segnalammo in Novembre. Ci risulta che finalmente, anche se con un anno di ritardo, sia stato avviato l’iter per la definitiva chiusura che dovrà concludersi entro questo semestre.
Chi si sta occupando di accertare l’entità delle pendenze contabili dell’Unione tenuto conto che non sono stati redatti i bilanci degli ultimi due anni?
Pare che la situazione sia molto critica: non è chiaro se il Comune di Vezza sia in debito o in credito, lo stesso vale per il Comune di Montaldo. Può essere successo che il Comune di Santo Stefano abbia attinto alla cassa dell’Unione per attutire i suoi problemi di liquidità?
Se risultasse vero che i conti dell’Unione sono in profondo rosso, che molti fornitori non sono stati pagati o non hanno addirittura fatturato, che i dipendenti e i servizi erogati dall’Unione sono in forte difficoltà, tutto ciò graverebbe ancora su Santo Stefano e potrebbe portare il disavanzo a sfiorare i 2.000.000€?
Ciò significherebbe che il Comune di Santo Stefano NON riuscirà a rispettare gli impegni di rientro e dovrà dichiarare il dissesto.
Le conseguenze per i creditori sia dell’Unione che del Comune sono facilmente immaginabili.
Abbiamo chiesto chiarimenti su tutta la situazione al Commissario con una nostra lettera del 14 Dicembre scorso: ci ha risposto a strettissimo giro che “....non sono attribuite al Commissario Straordinario funzioni di natura politica né le conseguenti valutazioni. Per quanto riguarda le modalità operative che saranno seguite nella gestione dell'Ente, le stesse dovranno essere conformi alle indicazioni che perverranno dagli Organi e dai soggetti tecnicamente competenti. Eventuali richieste di chiarimenti su specifici aspetti dell'attività amministrativa, sotto il profilo gestionale, potranno essere rivolte al Segretario Comunale.”
Quindi il 17 Dicembre 2020 abbiamo inviato una lettera con richiesta di chiarimenti al Segretario Comunale: al momento non sono pervenute risposte. L’art 24 dello Statuto del Comune dice: 1) I cittadini, le associazioni.....possono rivolgere al Sindaco istanze con le quali chiedono ragioni su specifici aspetti della attività amministrativa; 2) La risposta all’istanza viene fornita entro il termine massimo di 30 gg dal Sindaco, o dal Segretario o dal dipendente responsabile a seconda della natura politica o gestionale dell’aspetto sollevato.
I 30 giorni sono scaduti il 16 Gennaio 2021. Il silenzio di una pubblica autorità, nel termine concesso da norme di legge o regolamentari, costituisce silenzio-inadempimento. L’art. 2 della L. n. 241/1990 sancisce l'obbligo della pubblica amministrazione di concludere il provvedimento con un atto espresso.
Pazienteremo ancora un po’, poi in assenza di risposta soddisfacente che ci dica quanto pesa il deficit dell’Unione sui tre Comuni, dove sono finiti i soldi del disavanzo di Santo Stefano, saremo costretti ad agire nelle sedi competenti.
Non è tollerabile che dopo mesi non arrivino risposte e che tre Comuni (Vezza, Montaldo, Santo Stefano) non siano in grado di accertare la loro esatta posizione contabile e di cassa a causa di questo terzo incomodo (l’Unione), gestito da loro medesimi.
Tra l’altro in due Comuni su tre (Montaldo e Santo Stefano), si andrà a votare entro questo semestre, i cittadini hanno diritto di conoscere esattamente come stanno le cose, quali sono state le cause che hanno prodotto il deficit e in capo a chi stanno le responsabilità.
Per una elementare esigenza di democrazia, libera da qualsivoglia intento negativo, auspichiamo di conoscere quanto prima l’esatta posizione contabile di ognuno prima della prossima campagna elettorale.