L'Ambiente ad Asti non è ancora la nostra casa

di Alessandro Mortarino.

L'edizione astigiana de “La Stampa” ha dedicato, lo scorso 7 luglio, due interessanti pagine al tema della tutela ambientale in ambito urbano, ospitando le visioni del neo assessore in materia (Marcello Coppo), di chi lo ha preceduto nell'ultimo periodo dell'ultima legislatura (Pietro Ferrero) e nel recente passato (Pierpaolo Pontacolone), oltre alla voce del ristoratore Danilo Machetti. Ne esce un quadro molto stimolante per un dibattito ampio che, ci auguriamo, possa coinvolgere l'intera cittadinanza. Perché di questi tempi, nel pieno incombere di crisi drammatiche legate ai basilari elementi primari del nostro sistema di vita (acqua, aria, terra e fuoco) occorre una forte partecipazione di tutte e tutti nel definire e costruire i principi di una resilienza indispensabile. Che a fatica traspare dalle parole dei nostri amministratori...

Nessuna polemica da parte nostra, sia ben chiaro. Ma solo la volontà di allargare una discussione che ci pare soffra di afasia o, più probabilmente, di miopia.
Quando parliamo di “ambiente” dovremmo avere chiaro che non ci stiamo (pre)occupando di una pista da motocross o del ciclo di gestione dei rifiuti urbani o di come gli astigiani scorrazzano lungo le vie cittadine, ma ci stiamo (pre)occupando di un sistema complesso di fattori fisici, chimici e biologici, di elementi viventi e non viventi e di relazioni in cui sono immersi tutti gli organismi che abitano il Pianeta. E Asti fa parte di un Pianeta. Il Pianeta Terra.

Lascia un po' interdetti leggere la risposta del neo assessore (all'Ambiente...) Coppo alla prima domanda del giornalista «qual è lo stato di salute dell’Ambiente ad Asti?»; ti aspetteresti un fiume di considerazioni mosse dall'emergenza climatica, dalla pandemia, dal conflitto russo-ucraino che sta materializzando crisi idriche, terre fertili martoriate, pan che manca o mancherà e ogni derivante collasso ecosistemico. Invece la risposta di Coppo è «Asti è una città dotata di un sistema di igiene urbana completo e virtuoso, la gestione del ciclo dei rifiuti è votata al riuso e al riciclo. Tutto è migliorabile ma siamo già sulla buona strada». Sic et simpliciter. Senza una visione prospettica, senza una apparente strategia.

Coppo apre, poi, la via delle priorità che intende percorrere nel suo mandato: «Mi interessa approfondire la normativa sulle comunità energetiche e gli eventuali contributi che possono essere messi a bando». Eccoci, ci siamo: Marcello Coppo è uno stimato commercialista, caratteristica professionale che lo lega a filo doppio non con la custodia del creato ma con la dottrina economica. Infatti non ci impiega molto a dirci che non condivide «gli ideologici sensi di colpa con cui si affrontano le questioni connesse alle emergenze ambientali» e che «tutelare la natura non vuol dire perseguire la decrescita che qualcuno chiama “felice”»:  appare chiaro che Asti è come Alice nel paese delle meraviglie, città sana e priva di problemi!

Infatti le piste/corsie ciclabili sono un puro esercizio tecnico e non uno strumento fondamentale per limitare l'inquinamento atmosferico perché «I dati degli ultimi anni sui livelli delle polveri sottili hanno certificato stabilità anche durante il lockdown, in quasi totale assenza di circolazione viaria: occorre riflettere sulle modalità di applicazione delle limitazioni».

A proposito del Tavolo per la Mobilità sostenibile - proposto dalla Rete Asti Cambia, avviato dall'ex assessore Berzano e poi dallo stesso prontamente sospeso - Coppo cerca di convincerci affermando che «Sicuramente c’è la necessità di mettere attorno a un tavolo tutti gli attori, soprattutto economici (eccolo qui il pensiero unico... Dimentico che il Tavolo proposto da Asti Cambia aveva esattamente queste caratteristiche di composizione, ndr) - Servono soggetti che possano fare investimenti importanti, che portino lavoro e un economicamente sostenibile calo delle emissioni nocive. In zona industriale non è un controsenso verificare la fattibilità di un insediamento che consenta un servizio di teleriscaldamento che, ad oggi, avrebbe emissioni molto inferiori a una normale fabbrica».
Inutile aggiungere che la pista di motocross di Valmanera «Sarebbe una grande occasione di sviluppo. Non è una pista da motocross che incide sulla salute dell’ambiente».

Tesi, quest'ultima, perfettamente condivisa dai suoi predecessori Ferrero e Pontacolone, per i quali riaprire Valmanera è una necessità cittadina. Pontacolone tira in ballo nelle sue considerazioni anche me, per una recente intervista rilasciata a “La Stampa” in cui sostenevo che la riapertura di Valmanera non era una questione di pura ideologia (pro o contro) ma di normative e che, dunque, occorreva un “dialogo tra opposti” (come sostengo per qualunque tema del nostro vivere quotidiano) ma concreto, cioè basato su elementi oggettivi e non su capricci e gusti individuali. Pontacolone associa le mie visioni a quelle di Gippy Crosetti, affermando che il proprietario della pista di Valmanera e io la vediamo «ovviamente in maniera completamente opposta ma su di una cosa sono molto vicini: “è una brutta contrapposizione con troppa ideologia”, ha detto Crosetti; “abbandoniamo aggressività inutili e ragioniamo” ha ribattuto Mortarino».
Ragioniamo, sì, ma con i dati di fatto: le motivazioni del TAR, le sentenze degli abusivismi perpetuati, le regole urbanistiche ecc. ecc. Altrimenti ci arrovelliamo su principi non collettivi, facendoci del male.

Insomma: l'avvio legislatura pare non offrirci grandi aspettative sotto il profilo ambientale, dimentico pure che Asti registra da anni un livello di inquinamento atmosferico tra i più rilevanti d'Italia e che continuare a sostenere che «da uno studio dell'Arpa risulta che il grosso dello smog deriva dal riscaldamento piuttosto che dal traffico» (mantra replicato a ripetizione da Renato Berzano e da Pietro Ferrero) significa posporre la risoluzione del problema e minimizzarne la portata. Qui abbiamo dettagliatamente spiegato le considerazioni tecniche dell'ARPA.

Coppo avrà voglia di ragionarne? A noi farebbe piacere e in cambio siamo disposti ad offrirgli un caffè al bar: così facciamo girare un po' l'economia...

Economia nel senso di amministrazione della casa di tutti, quella casa in cui (anche gli astigiani) dimorano. Cioè l'ambiente e l'interazione in esso tra gli organismi viventi.
La scienza che analizza questi delicati processi si chiama “Ecologia”.
Non “Economia”...

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