di Laura Goria.
Ci siamo lasciati in periodo di campagna elettorale con un lavoro d’inchiesta sugli spazi aggregativi e ci ritroviamo, dopo un mese, ad analizzare i dati emersi dal questionario distribuito da Ambiente Asti alla cittadinanza. E’ un lavoro che può essere anche d’aiuto alla nuova amministrazione per riflettere sulle politiche giovanili e sugli spazi di aggregazione...
Il questionario ha dato come risultato più evidente: “Asti chiede nuovi spazi per incontrarci”. Il sondaggio si basava su 14 domande alle quali hanno risposto cittadini dai 14 ai 75 anni. È chiaro che l’esigenza di fondo della città sia quella di trovare, preferibilmente recuperare, questi spazi principalmente usufruendo di quanto esiste ed è stato trascurato e dimenticato in questa città da tante amministrazioni.
Asti chiede più cultura per tutti. Quando abbiamo chiesto quali iniziative i cittadini vorrebbero per la loro città, molti hanno chiesto più eventi musicali, teatrali, iniziative di quartiere, laboratori per bambini a contatto con la natura, spazi di aggregazione aperti (senza vincolo di consumazione), incontri ravvicinati con i testimonial della nostra attualità, nuovi cinema all’aperto, più spazi per musica live di tutti i generi e caffè letterari. Si chiede un supporto del Comune a favore delle società sportive per organizzare eventi volti ad avvicinare chi è ancora lontano dallo sport, anche in discipline meno praticate.
Sappiamo che ad Asti esistono realtà aggregative e iniziative culturali.
Dunque, da dove deriva l’insoddisfazione?
La maggior parte delle risposte fa emergere una mancanza di coordinamento e una buona comunicazione.
E’ per questo motivo che sarebbe indispensabile un sito unico da valorizzare nel quale inserire le iniziative in programma e gli spazi a disposizione per le diverse attività. Rispetto agli spazi di studio c’è insoddisfazione per gli orari troppo ridotti. Chiediamo quindi un maggiore supporto dal Comune alle realtà già esistenti.
Inoltre è emerso che gli spazi a disposizione di giovani e artisti non sono sufficienti. Ad Asti c’è un bacino vastissimo di artisti di vario genere che chiede spazi per esporsi e una semplificazione nell’iter della richiesta dei permessi per la realizzazione di iniziative dal basso in spazi pubblici, aree verdi, piazze o edifici comunali in disuso.
Da quanto emerge dal questionario, l’86,5% delle persone non si ritiene soddisfatto delle proposte culturali astigiane, il 93,5% non è soddisfatto dagli spazi aggregativi presenti sul territorio, il 67% chiede che i luoghi adibiti allo studio estendano i propri orari rimanendo aperti in pausa pranzo e la sera. Più del 30% studia a casa o in strutture private per mancanza dei servizi adeguati all’interno delle strutture dedicate. Le motivazioni che maggiormente spingono una persona a scegliere un luogo piuttosto che un altro per le proprie attività di lavoro, studio e creative sono la comodità, la prossimità, la possibilità di incontrare altre persone, i servizi (Wi-fi, prese, riscaldamento, aria condizionata...), la pulizia e spazi all’aria aperta.
Da questi e altri dati emersi con il sondaggio chiediamo all’amministrazione che si è appena insediata di pensare come priorità gli spazi aggregativi per una più forte coesione sociale, per restituire ai cittadini e alle cittadine un senso di appartenenza e di cura alla propria città e per favorire la creazione di comunità dislocate sul territorio cittadino.