Le associazioni ambientaliste cuneesi hanno trasmesso alla Presidenza del Consiglio dei Ministri una dettagliata relazione, curata dall'agronomo milanese Alberto Guzzi, in cui si evidenziano puntualizzazioni tecniche (e logiche) e si confutano tesi che porterebbero alla decisione di abbattimento dei dieci cedri e la loro sostituzione...
Il Professor Domenico Sanino, in qualità di Presidente di Pro Natura Cuneo, realtà associativa che da decenni si occupa di tutela ambientale, informazione e educazione ambientale, unitamente al Presidente Legambiente Cuneo, al Presidente di Italia Nostra Cuneo e alla Presidente Di Piazza in Piazza, ha chiesto allo scrivente, Dottore Agronomo, il parere relativo ad alcune considerazioni tecniche contenute nella nota del Settore Patrimonio del Comune di Cuneo a firma del R.U.P. arch. Anna Bertola.
La nota è "COMUNE DI CUNEO - c_d205 - REG_UFFICIALE - 0069137 - Uscita - 28/08/2024 - 17:53" ed ha per Oggetto: Programma straordinario di intervento per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie delle città metropolitane e dei comuni capoluogo di provincia - intervento 15.A "Riqualificazione superficiale dell'area di Piazza Europa" CHIARIMENTI. La citata nota si articola in due parti; la prima è relativa a Conformità urbanistica e rispetto delle norme di attuazione del P.R.G., la seconda, da pagina 3 in avanti, è relativa a Motivazioni alla base dell'abbattimento dei cedri.
Le presenti considerazioni sono relative alla seconda parte della nota dove si tratta del patrimonio vegetale di piazza Europa a Cuneo.
E' possibile premettere che, da quanto evidente in loco, e dalle considerazioni contenute nella relazione del Dr. Daniele Zanzi del 14.06.2024 per quanto riguarda i dieci esemplari di Cedro dell’Atlante non si può scrivere di "riqualificazione" perché trattasi di soggetti in buone condizione vegetative, di ottimo aspetto esteriore, oggetto di cure e buona manutenzione negli ultimi decenni.
Nella nota citata, nel primo capoverso di pagina 3, è scritto: "La completa riqualificazione della piazza, a oggi occupata per gran parte della sua superficie utile dall'alberatura in questione che ne limita inevitabilmente l'utilizzo da parte dei cittadini...". Come è riscontrabile dalla fotografie aeree, la proiezione delle chiome delle piante presenti è circa del 10% rispetto alla superficie della piazza; le superfici destinate a viabilità e parcheggi sono ben oltre il 20%. Gli spazi liberi sono rilevanti e destinati a prato, al passeggio, alla fontana. La piazza è ordinata, ben tenuta, con parterre ampi e ben identificati.
Nel suddetto capoverso è poi scritto: "... ha reso preferibile optare per un ricambio vegetazionale anche perché in ambiente urbano il rischio di perdita di stabilità delle piante risulterebbe elevato nell'arco del prossimo decennio". Una affermazione non suffragata da dati specifici; la stabilità delle alberature è facilmente valutabile; ma è anche misurabile. Ci sono le prove per valutare qualità e resistenza dei tessuti legnosi, per accertare l'eventuale presenza di tessuti compromessi e meno resistenti. Ci sono le 'prove di trazione' che consentono di conoscere con ottima approssimazione la stabilità dei soggetti.
Vero è invece, come affermato in altra parte della nota, che l'Amministrazione ha optato per il "ricambio vegetazionale completo" non attivando alcuna verifica sullo stato di salute e stabilità del patrimonio verde della piazza.
Sono riportati poi una serie di "elementi" che porterebbero alla decisione di abbattimento dei dieci soggetti e loro sostituzione.
E' scritto: "considerate le tecniche di coltivazione e di impianto a suo tempo adottate oltre che la dimensione delle piante quando sono state messe a dimora, è presumibile che i cedri siano privi di fittone (radice principale) circostanza che è destinata a incidere sulla loro stabilità;". E' una ipotesi non suffragata da prova reale. I Cedri sono stati messi a dimora nella piazza all'età di circa 10 anni (relazione del Dr. Daniele Zanzi del 14.06.2024), piante giovani nelle quali la capacità di adeguare l'apparato radicale è molto alta; la biologia e la morfologia vegetale affermano che gli apparati radicali si sviluppano 'quanto serve' adattandosi alle necessità della pianta. Nel nostro caso alle biforcazioni principali degli apparati radicali sono stati emessi fittoni soprannumerari in grado di compensare l'eventuale mancanza, o scarsa funzionalità, di quello principale.
E' scritto: "difficilmente l'ancoraggio radicale - che dovrebbe estendersi per una lunghezza ben oltre le proiezioni delle chiome - è garantito da un terreno sottostante adeguato". L'affermazione è poco comprensibile; per parlare del terreno nel quale sono radicati i Cedri è necessario fare analisi chimico-fisiche del suolo, prove penetrometriche che consentano di accertare la granulometria, la permeabilità, la porosità; carotaggi per conoscerne la profondità; prelievi di suolo per valutarne la fertilità, ecc. Inoltre dalla semplice vista della fotografia aerea si rileva che gli apparati radicali hanno ampie superfici nelle quali hanno potuto diffondersi e che molte di queste superfici sono a prato, quindi permeabili.
E' scritto: "l'ambiente urbano è il meno adatto alla vita delle piante, delle conifere e dei sempreverdi in genere, dal momento che le foglie si caricano di smog, polveri e altri inquinanti che rallentano la traspirazione delle foglie e la fotosintesi" La problematica è comune a tutte le specie vegetali, l'ambiente urbano è tra i meno favorevoli alla vita delle piante. E' necessario ricordare che anche le conifere e le sempreverdi cambiano le foglie, lo fanno quando ci sono già quelle nuove e quindi noi non ce ne accorgiamo; il ricambio delle foglie garantisce alla pianta la loro rinnovata funzionalità.
E' scritto: "l'alberatura della piazza è rappresentata da piante di una sola specie, elemento di rischio in caso di fitopatie." Una considerazione molto generica; si dovrebbero quindi abbattere i Cipressi di Bolgheri e sostituirli con specie diverse? Oppure intervenire abbattendo i filari di Platani che, invece, hanno realmente problemi di gestione e sopravvivenza per diverse, gravi, patologie?
E' scritto: "la rimozione della pavimentazione esistente al fine della riqualificazione della piazza modificherebbe in modo sostanziale le condizioni di stabilità dei cedri ..." Anche questa una affermazione non sostenuta da rilievi e prove. Come si vede chiaramente nella fotografia aerea, molto ampi sono gli spazi liberi attorno alle piante, alcuni a prato; questa situazione ha consentito agli apparati radicali di svilupparsi e rinforzarsi avvantaggiandosi per la presenza delle aree verdi permeabili.
Verso la fine della nota si legge: "Si specifica che le nuove piante saranno già piantumate di considerevoli dimensioni e, grazie anche alle nuove tecniche di impianto che consentono la crescita e lo sviluppo delle alberature con tempi molto più rapidi rispetto al passato, la piazza beneficerà, entro stretto giro, di un'alberatura considerevole in termini di quantità e dimensioni." Sarebbe interessante conoscere "nuove tecniche di impianto che consentono la crescita e lo sviluppo delle alberature con tempi molto più rapidi rispetto al passato"; di norma le specie arboree hanno tempi di crescita biologici che possono essere incrementati e sostenuti. C'è però il risvolto della medaglia: soggetti arborei troppo stimolati formano tessuti legnosi meno robusti che non garantiscono la resistenza di fusto e rami, struttura principale di ogni albero.
Dott. Agronomo Guzzi Alberto, Milano