Asti Pride: discorsi d’odio e responsabilità politiche

A cura di Amnesty International Asti.

Amnesty International da sempre è al fianco e sostiene la comunità Lgbtqia+ nella difesa dei diritti umani e della libertà di espressione di ciascuna persona, in società libere dalla discriminazione e dall’odio. Come Amnesty International Asti, abbiamo collaborato ad alcuni eventi preparatori e, come nelle precedenti edizioni, abbiamo partecipato all’Asti Pride 2024, quest’anno con lo striscione “Proteggo la protesta, proteggo il Pride” per trasmettere un messaggio di tutela e rivendicazione degli spazi di protesta e proposta nelle battaglie per i diritti umani di tutte le persone, con un’attenzione particolare ai diritti delle persone Lgbtqia+ in un contesto politico che sempre più spesso ne mina i diritti.
Abbiamo appreso con preoccupazione la notizia della deprecabile “valanga d’odio” via social (500 messaggi offensivi in 3 giorni), che si è riversata sull’Asti Pride in questi giorni. Esprimiamo tutta la nostra vicinanza e solidarietà all’organizzazione ed a tutte le persone Lgbtqia+...

Il rilevante numero di commenti offensivi e violenti è indice della gravità di un particolare momento storico in cui stiamo assistendo ad un aumento dell’incidenza di contenuti offensivi, discriminatori o che incitano all’odio nei confronti delle persone Lgbtqia+ (così come nei confronti dei migranti, delle donne, delle persone con disabilità, …), che rischiano di alimentare ed essere presupposto di discriminazioni, violazioni dei diritti e vere e proprie violenze ed aggressioni.
Dal nostro Barometro dell’odio di quest’anno è risultato evidente che le persone appartenenti alla comunità Lgbtqia+ sono soggette a maggiori rischi di violazioni di diritti umani e discriminazioni, soprattutto quando scelgono di manifestare.

Il Barometro dell’odio e la campagna di contrasto all’Hate Speech on line. https://www.amnesty.it/campagne/contrasto-allhate-speech-online/, insieme a diversi materiali formativi per tutte le età, sono gli strumenti con cui come Amnesty International, cerchiamo di portare alla luce, prevenire e contrastare il problema e questa preoccupante tendenza sempre più diffusa sui social e con gravi ricadute sulla libertà e sulle vite delle persone.

Questi discorsi d’odio o “Hate Speech” sono stati oggetto nel 2015 della Raccomandazione n. 15 dell'Ecri (Commissione Europea contro razzismo e intolleranza): “Si intende per discorso dell’odio il fatto di fomentare, promuovere o incoraggiare, sotto qualsiasi forma, la denigrazione, l’odio o la diffamazione nei confronti di una persona o di un gruppo, …”.
Come Amnesty International indaghiamo ed evidenziamo anche le responsabilità della politica nella diffusione e nella legittimazione di tali discorsi da parte dei tanti “odiatori” da tastiera (e non solo): “È vero che i politici di solito non ricorrono agli insulti e all’hate speech propriamente detto, ma il messaggio è lo stesso. L’elemento aggressivo di alcuni messaggi, pur se “confezionato” senza includere insulti veri e propri, tradisce inequivocabilmente sentimenti di disprezzo o di ostilità”.

A fronte dell’ondata d’odio online contro l’Asti Pride crediamo sia importante non solo una chiara presa di posizione dei rappresentanti politici e delle istituzioni, ma anche l’avvio di progetti di sensibilizzazione e di programmi di formazione specifica per promuovere un utilizzo corretto delle piattaforme social. Crediamo, inoltre, che gli esponenti politici ed istituzionali non dovrebbero mai ricorrere ad un linguaggio offensivo e discriminatorio, per quanto velato o dissimulato possa essere, nella consapevolezza delle potenziali ricadute dei loro messaggi.

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