A cura dell'associazione Asti Pride.
Asti Pride 2024 è stato un successo. Al di là del numero dei partecipanti molto alto, la giornata si è caratterizzata per una partecipazione calorosa e sentita. Oltre alla comunità LGBTQI+, era presente una moltitudine di persone che, al di là dell’orientamento sessuale o dell’identità di genere, crede fermamente nella costruzione di un mondo rispettoso ed inclusivo dove i diritti non siano considerati dei privilegi per poche persone...
E’ stata una giornata dedicata all’affermazione delle proprie identità dove si è levata chiara e netta una voce: non abbiamo paura di essere quello che siamo e continueremo a lottare con determinazione per i nostri diritti.
Nel nostro Paese la libertà personale, l’autodeterminazione delle persone e molti dei diritti civili conquistati negli ultimi 50 anni sono inopinabilmente in pericolo.
Ciò è plasticamente dimostrato dalla terribile e volgare quantità di messaggi di odio che la nostra associazione sta ricevendo sui propri profili social. Sono più di 500 in poco più di 3 giorni. Mai così tanti nella storia del Pride cittadino.
Messaggi di ogni tipo, tutti intrisi di odio, molti dei quali però sono di stampo chiaramente fascista.
Spulciando i profili degli autori di questi commenti è facilmente intuibile tale matrice: croci celtiche, fiamme tricolori, saluti romani ecc.
La comunità LGBTQI+ ha le spalle larghe, le lotte della nostra comunità hanno avuto origine più di 50 anni fa e continueranno con determinazione sino a quando sarà pienamente realizzata una piena uguaglianza così come prevede la nostra Costituzione antifascista. Il nostro pool di legali è comunque già al lavoro per verificare se e come tali messaggi siano passibili di denuncia-querela. Ma il problema non è di certo questo.
Vorremmo invece porre al centro una riflessione di respiro più ampio.
Crediamo che tale massiccia ondata di odio sia di fatto legittimata da comportamenti politici ben precisi sia a livello nazionale che a livello locale (guarda caso i messaggi si sono intensificati proprio dopo la pubblicazione del video dell’on. Coppo, un video apparentemente slegato dal contesto ma evidentemente preparato nei minimi particolari con tanto di radio microfono sulla t-shirt).
Allora siamo a chiedere alla politica locale, in particolar modo agli esponenti della maggioranza che governa questa città ed ai parlamentari espressione del territorio, cosa ne pensano di tali messaggi di odio.
Concordano? Ne prendono le distanze?
Vi chiediamo una riposta netta e chiara senza i classici “ma” o i classici “però”.
Questi messaggi di odio li condividete o li condannate?