Piccoli, significativi segnali. Asti e l’OdG sulla Pace

A cura della Rete Welcoming Asti.

Lunedì sera il Consiglio comunale di Asti ha votato all’unanimità un OdG proposto da alcuni consiglieri di minoranza, che pone al centro dell’attenzione la pace e il disarmo, con riferimento particolare ma non esclusivo alla guerra in atto nei territori Palestinesi e al perdurante conflitto tra la Russia e l’Ucraina.
Un piccolo ma significativo passo verso una nuova consapevolezza anche da parte del Consiglio comunale della nostra città. La Pace è la via. Come Rete Welcoming Asti lo abbiamo sostenuto sempre con forza in questi mesi. Ma non c’è pace senza che le nazioni si adoperino per il disarmo, per la riduzione delle spese militari, per le azioni umanitarie a favore delle popolazioni che la guerra sta lentamente, inesorabilmente distruggendo...

Il testo proposto dai consiglieri che hanno, per primi, sottoscritto l’OdG è stato votato quasi nella sua totalità con piccole modifiche sui passi più di carattere nazionale ma, nel complesso, il senso profondo delle richieste, la tensione verso la fine dei conflitti è stata accolta, dopo una discussione a porte chiuse.

Riportiamo parte del testo già inviato dai consiglieri di Prendiamoci cura di Asti agli organi di stampa per presentare l’OdG:

Analoghe iniziative (altri ODG simili) sono state assunte da numerosi altri Comuni, a testimonianza della vastità, dell’entità del consenso dei cittadini su tali problematiche, cui non sembra corrispondere al momento un adeguato ed efficace impegno da parte dei Governi.
Chiediamo di interrompere la cavillosa ricerca di colpe ed errori, di misurare col bilancino a chi debba essere attribuito il maggior torto, di etichettare comunque ogni dissenso come partigiano  o fazioso. Per le vittime di ieri dobbiamo provare dolore, per chi muore oggi o morirà domani sotto le bombe dobbiamo con forza pretendere basta.

La condivisione dell’urgenza di sviluppare nuovi atteggiamenti e nuove attenzioni, anche fuori da schieramenti di partito e perfino in contrapposizione con scelte ingiustificabili (come quella di svuotamento della legge 185/90 che regola l’export di armamenti) che, nel silenzio degli organi di stampa, stanno avvenendo in sede parlamentare, ci stimolano a proseguire nella organizzazione dei presidi che decideremo insieme di proporre alla popolazione, nelle azioni di formazione e di informazione che come Rete Welcoming Asti continueremo a fare nelle settimane che verranno e nei prossimi mesi.
 

Di seguito il testo dell’ODG:

Ordine del Giorno Per l’immediato cessate il fuoco in Palestina ed in Ucraina, per dire No a tutte le guerre e No alla corsa al riarmo.

Presentato in data 4 marzo 2024.

Il Consiglio Comunale di Asti

Premesso che: La guerra è tornata ad essere uno strumento di regolamentazione dei conflitti, mettendo a rischio la sopravvivenza dell’umanità e del pianeta. Ormai le guerre si susseguono con ritmo ed intensità crescente. Iniziano ma non finiscono, alimentando solo la fiorente industria e il commercio immorale di armamenti. Stati e Governi sembrano aver perso la capacità di prevenire e gestire i conflitti mediante gli strumenti della diplomazia e della politica, con i quali far applicare e rispettare le convenzioni e il diritto internazionale. La conseguenza è che la guerra e la barbarie sono nuovamente tornate ad essere le uniche opzioni in campo.

Considerato che ha preso corpo l’idea che l’ordine mondiale debba essere basato sullo scontro e la competizione tra blocchi e non sulla collaborazione e la giustizia tra i popoli. Le Nazioni Unite, come espressione di tutti i popoli del pianeta, sono umiliate e il diritto internazionale sostituito dalla forza della potenza militare, preludio della guerra globale: nella barbara “logica del più forte”. Nella guerra globale nessuno è disposto a perdere, ma nessuno ne uscirà davvero vincitore.
I fatti ci impongono di prendere posizione a favore della pace, contro la guerra come opzione, rimettendo al centro la diplomazia, l’azione negoziale ed il diritto/dovere di rispettare il diritto internazionale e la giustizia nelle relazioni tra popoli.
Si compiono i due anni di guerra in Ucraina, con centinaia di migliaia di morti, milioni di profughi in fuga ed un terzo del paese distrutto, con una situazione di stallo senza che nessuna seria iniziativa per una soluzione politica sia stata intrapresa per porre fine a un conflitto ormai decennale. In Siria, come in Yemen o in Libia, dopo anni di guerra e di scontro su quei territori tra potenze esterne i risultati, oltre alle vittime, sono la distruzione di secolari convivenze inter-religiose e inter-comunitarie e una situazione di instabilità che impedisce la vita ordinaria e lo sviluppo economico e civile. In Africa, guerre e neo-colonialismo non hanno mai cessato di coesistere e di schiacciare le speranze di democrazia, di libertà e di sviluppo autonomo.
In Medio Oriente, si sta consumando un vero crimine di guerra. Dal 1967 l’occupazione israeliana dei territori palestinesi e l’espansione delle colonie rende impossibile la pace e la convivenza tra i due popoli ed il riconoscimento dello stato di Palestina. Esprimiamo una netta condanna dell'atroce attacco di Hamas del 7 ottobre 2023e riconosciamo il diritto di difesa di Israele dagli attacchi, nel rispetto del diritto umanitario internazionale. Invece, l’azione intrapresa dal governo israeliano con l’assedio della Striscia di Gaza, i bombardamenti a tappeto anche su scuole, ospedali e infrastrutture, il taglio dei rifornimenti di carburante, cibo, acqua, medicinali è un crimine di guerra che viola la Convenzione di Ginevra e deve essere immediatamente fermata anche ottemperando alla sentenza della Corte di Giustizia Internazionale. E l’elenco dei conflitti, delle guerre, delle violenze purtroppo non finisce qui.
Aspiriamo a costruire un percorso di Pace globale, di cooperazione e convivenza tra i popoli, una società globale pacifica, nonviolenta, responsabile, per consegnare alle future generazioni un mondo migliore di quello che abbiamo ricevuto. La via per fermare la follia criminale delle guerre ed eliminare il rischio di un conflitto nucleare sono il rilancio della cooperazione e la sovranità di tutti i popoli, del diritto internazionale e delle Nazioni Unite. Vanno eliminate vecchie e nuove forme di colonialismo e la politica dei “due pesi e due misure”, va abbandonata l’idea della sicurezza basata sul riarmo, sulla deterrenza nucleare e sui blocchi militari contrapposti. In favore di una concezione basata sulla sicurezza comune e sul futuro condiviso. Non ci sarà giustizia sociale e climatica, lavoro dignitoso e piena democrazia in un mondo sempre più in guerra, che usa le risorse per la morte e non per la vita, nel quale la giustizia, il diritto internazionale e umanitario vengono calpestati nell’impunità dei colpevoli. La guerra non è mai una soluzione e l’orrore non deve diventare un’abitudine. Mobilitarsi oggi per la pace, per il disarmo, per la nonviolenza, significa affrontare le sfide globali che abbiamo di fronte, pena la distruzione dei diritti, della convivenza, delle democrazie e del pianeta.

Per queste ragioni il Consiglio Comunale di ASTI, riprendendo lo spirito, i principi ed i valori della Costituzione italiana, della Carta Europea dei Diritti Umani e la Carta delle Nazioni Unite si impegna a sostenere una politica di pace, di convivenza tra i popoli proponendo:

• l’immediato cessate il fuoco in Ucraina e nella Striscia di Gaza;

• la liberazione degli ostaggi israeliani e dei prigionieri palestinesi, la fine dell’assedio e dell’isolamento di Gaza, il libero accesso agli aiuti umanitari e l’assistenza alla popolazione palestinese;

• il riconoscimento dello Stato di Palestina, la fine dell’occupazione e della violenza in Cisgiordania;

• la soluzione politica e non militare della guerra in Ucraina, per porre fine all’illegale occupazione russa e per costruire le condizioni di libertà, democrazia, convivenza e di sicurezza comune per l’Europa intera;

• la messa al bando delle armi nucleari;

• la riduzione immediata delle spese militari a favore della spesa sociale, sanitaria, per la tutela ambientale del territorio e per una difesa civile e nonviolenta.

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