Parco Paleontologico Astigiano: in attesa di risposte...

di Alessandro Mortarino.

La nostra Lettera Aperta al presidente del Parco Paleontologico Astigiano, Livio Negro, non ha ancora ottenuto risposte dal diretto interessato e questo non è un bel segnale perchè, come insegnano i manuali della comunicazione, una non-risposta equivale a una precisa risposta: la non-volontà a volersi confrontare. La Lettera Aperta è stata ripresa da diversi organi di stampa locali e su uno di essi, Gazzetta di Asti, una parziale replica è arrivata non da Negro ma da don Luigi Berzano, parroco di Valleandona...

Una replica difficile da comprendere, in quanto condensata in poche righe pubblicate dal giornale e probabilmente estrapolate da un documento più articolato di cui non siamo a conoscenza non essendo a noi mai stato consegnato.

Purtroppo don Berzano pare avere risposto in un momento di particolare fretta e non deve avere colto appieno il senso del nostro messaggio che non chiedeva le dimissioni al signor Negro ma, molto più sensibilmente, lo invitava a guardarsi allo specchio e valutare l'incongruenza - a noi ben evidente - tra agire pubblico e ruolo privato.

Una fretta che fa pensare che don Berzano non abbia riflettuto, prima di replicare, sulle parole di Papa Francesco (dalla Laudato Si' in avanti) legate alla necessità di riconquista di un rapporto armonico tra uomo e natura che esuli dal puro contesto del profitto economico e lo porta a parlare di "ambientalismo parolaio e di professione di chi ha appeso patetici documenti a Valleandona": messaggio criptico che non è chiaro a chi venga rivolto (ci auguriamo non a noi, come potrebbe facilmente essere equivocato, che per abitudine siamo soliti esprimerci in maniera trasparente e firmandoci), così come non si comprende la sua valutazione tranchant su forme di ecologismo che "non sono mai riuscite ad incidere nè nelle sfere della politica, nè ad entrare in sintonia con la pancia dell'elettore". (Da decenni io mi occupo personalmente di offrire alla cittadinanza strumenti per cogliere le strade di un possibile cambiamento sociale: è un impegno legato alla sfera culturale, una lenta - e faticosa - semina. La politica cambia se le masse cambiano e chiedono un cambiamento; per questo il mio nome non è mai apparso all'interno di Partiti o di competizioni elettorali ma solo in "vertenze" civiche locali e nella costruzione di definizioni normative nazionali quali quella legge per l'arresto del consumo di suolo frutto di più di un anno di lavoro di un ampio gruppo di massimi esperti multidisciplinari di tutta Italia, che ho avuto l'onore di guidare e coordinare).

Mi auguro che queste frasi "in libertà" siano frutto di una sintesi giornalistica e non di una reale opinione di don Berzano, che conosco come alto uomo di cultura, di cui ho stima e che so essere stato determinante in quella da lui stesso richiamata azione civica contro la discarica di Valle Manina di tanti anni fa. Non so se quel suo prezioso impegno "ambientalista" - e quello dello stesso Livio Negro - si sia limitato a quell'unica occasione o abbia avuto anche altri risvolti: negli ultimi vent'anni mi sono occupato di contrastare tutte le forme speculative a danno della corretta tutela del nostro territorio e non mi è mai capitato di vederli al nostro fianco all'interno di comitati e di gruppi attivi.

Il punto vero della questione (e il senso della nostra richiesta al Presidente del Parco Paleontologico Astigiano) è incidere sulla priorità da tutti data all'economia rispetto alla natura, alla salute, all'ambiente: l'economia è una convenzione "inventata" dagli uomini. L'acqua, l'aria, la terra e il fuoco sono risorse non riproducibili, non eterne, indispensabili per la vita. Per loro dovremmo fare, tutti assieme, le nostre battaglie ed essere dalla stessa parte...

Attendiamo sereni la risposta di Livio Negro e, già che ci siamo, un intervento più articolato del suo "difensore" Luigi Berzano.

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