di Paolo X Viarengo.
Contrariamente alla mia indole posta un pelo più a sud, questa volta mi atterrò esclusivamente ai fatti, facendo parlare i fatti ed i protagonisti, in puro stile anglosassone. Il primo fatto è che giovedì 24 settembre il collettivo studentesco “Terzo Intermezzo”, assieme a molte scuole, ha organizzato una manifestazione ad Asti. Al termine della manifestazione, qualche decina di ragazzi si è recata a piedi verso il centro. Studenti e studentesse, ragazzi e ragazze, per lo più minorenni, e non Black Bloc: anche questo è un fatto. In Piazza Statuto sono stati fermati da qualche decina di rappresentanti delle Forze dell’Ordine e sono stati chiesti loro i documenti...
Viene in mente il racconto di Bradbury, del 1952, intitolato “The Pedestrian” ma, non lo cito: devono parlare i fatti ed i protagonisti.
I ragazzi emettono un comunicato stampa: «Giovedì 24 è stata la grande giornata della mobilitazione studentesca nazionale. Anche Asti scende in piazza sotto la guida del Terzo Intermezzo. Come collettivo siamo un gruppo di studenti nato nella pandemia, con solo contraddizioni davanti agli occhi, discutendo di temi d’attualità e della situazione scolastica con dibattiti online. Quella che ci guida è la consapevolezza che le problematiche legate alla scuola, seppur ora più evidenti, erano già presenti prima. La prima nostra mobilitazione è stata il 2 giugno per “una nuova normalità”; il 20 giugno abbiamo organizzato ad Asti la manifestazione antirazzista del Black Lives Matter, mentre le rivendicazioni che ci hanno portato in piazza questo giovedì sono state l’ampliamento dei locali scolastici attraverso la riqualifica di stabili in disuso, l’assunzione di nuovo personale scolastico e l’assunzione a tempo indeterminato dei precari del mondo della scuola e più garanzie agli universitari. La manifestazione si è svolta nell’area pedonale di Piazza Alfieri. Ha coinvolto una settantina di studenti di diverse scuole superiori di secondo grado, astigiane e non, nel rispetto delle norme di distanziamento fisico e con l’uso delle mascherine; secondo i patti presi con le autorità, son stati appesi striscioni davanti al Liceo Classico V. Alfieri e al Liceo A. Monti; finita la manifestazione alcuni studenti, giunti in Piazza Statuto, sono stati trattenuti dalla polizia penitenziaria, carabinieri e Digos che, con un atto intimidatorio, hanno chiesto i documenti a tutti i presenti, minacciando di denunciare chi non li avesse dati.»
Con buona pace dell’art. 651 del Codice Penale, che obbliga a fornire le generalità e non i documenti, verrebbe da pensare: ma, anche in questo caso, non lo penso e mi limito ai fatti.
Giovanni Pensabene, presidente dell’associazione A Sinistra-Casa del Popolo a sua volta interviene, ampliando il concetto da noi pubblicato, tempo addietro, col titolo “Il quattro vien da se’”, su queste colonne: «Da un po’ di tempo nella nostra città tira una brutta aria. I primi refoli di questa ariaccia si sono avvertiti con l’approvazione del Bilancio del Comune di Asti e con il taglio draconiano alle spese di funzionamento dell’Istituto Storico della Resistenza. Il resto, verrebbe da dire, è venuto di conseguenza. Qualche mese fa il Sindaco Rasero, disattendendo l’impegno assunto con l’Asti Pride di assegnare a questa associazione il recupero dei muri del sottopassaggio pedonale di piazza Marconi, ha proposto una divisione delle pareti da recuperare con un’associazione di chiara matrice neofascista. Credo non ci sia bisogno di commenti. Qualche giorno fa, nel cimitero di Asti, dalla lapide del partigiano Perez (Francesco Rosso) e della moglie Maria Pia, staffetta partigiana, è stata trafugata la stella in bronzo in ricordo della Brigata Garibaldi delle Langhe di cui fu Comandante. Due giorni fa gli studenti medi di Asti, come i loro coetanei di tutta Italia, sono scesi in piazza, con le limitazioni imposte dal covid, per manifestare preoccupazione e dissenso sulla gestione del rientro nelle scuole. Chissà per quale motivo e obbedendo a quali ordini le Forze dell’ordine hanno deciso di identificare gli studenti presenti, minacciandoli di pesanti sanzioni. Un atto intimidatorio vero e proprio. Parafrasando una bella canzone di Giorgio Faletti verrebbe da scrivere: Minchia signor Tenente che siamo usciti dalla centrale/ed in costante contatto radio/abbiamo preso il corso principale/e nella piazza San secondo presso la casa municipale/abbiamo chiesto i documenti e prese tutte le generalità/ a tutti quelli sotto i 20 intendo proprio 20 anni d’età. Minchia signor Tenente per cui se pensa che non hanno ancora vent’anni/credo proprio che non gli dia torto/se riesce a mettersi nei loro panni non dovrebbe fare rapporto/glielo dico sinceramente: Minchia signor Tenente!
Non so chi sia il “nostro Tenente” che ha fatto prendere le generalità agli studenti, so solo che si tratta dell’ultimo di una serie di episodi che testimonia la brutta aria che si respira nella nostra città e che sarebbe opportuno non far finta di niente.»
Il Questore di Asti, Sebastiano Salvo, a sua volta rilancia con un invito ad un incontro con Pensabene e con una dichiarazione alla stampa, in cui ritiene doveroso specificare «Intanto, la Polizia e la Questura non hanno nessun colore politico, né a destra né a sinistra. Il nostro unico dovere è rispettare la Costituzione. Quando si parla di libertà di espressione e valori costituiti, occorre pensare alla salute pubblica e all’interesse della collettività. Gli studenti identificati sono una trentina e per le sanzioni si valuteranno le singole responsabilità con la ricostruzione delle immagini. Si tratta semplicemente di un rispetto delle regole, quelle a cui tutti, giovani e adulti, siamo chiamati quotidianamente. È un dovere delle istituzioni, che fanno un servizio di tutela, il minimo che si potesse fare. Guardo con favore alle iniziative degli studenti ma, in particolare in questo momento storico, ci vuole responsabilità, soprattutto quando si fanno iniziative di valore. Ci si deve rendere conto che il rispetto delle regole è importante per la comunità, la situazione è difficile anche per noi e occorre un grande equilibrio. Ed è necessario ‘metterci la faccia’».
La conclusione della querelle la lasciamo alla saggezza degli studenti «Vogliamo chiarire la dinamiche e le conseguenze della mobilitazione e sciopero nazionale del mondo della scuola, tenutosi il 24 Settembre, anche in seguito a quanto dichiarato dal Questore su “La voce di Asti”. Abbiamo deciso di scendere in piazza con un presidio statico in piazza Alfieri, in seguito al quale abbiamo appeso striscioni sotto il liceo V. Alfieri e A. Monti e conclusa la manifestazione sono stati chiesti i documenti agli studenti. Non era necessario creare una polemica poiché, come dimostrato dalla verifica dei video da parte della Questura, non si sono riscontrati i presupposti per avviare provvedimenti legali: abbiamo rispettato tutti gli accordi presi con le autorità e non abbiamo creato un rischio per la salute pubblica, a differenza di molte altre situazioni critiche, sotto gli occhi di tutti e finora ignorate.»
Riepiloghiamo, quindi, i fatti. Una manifestazione di sinistra, autorizzata e fatta nel rispetto delle norme anticovid, che non viola nessun dettame di legge in quanto, pur esistendo l’apologia di fascismo, non esiste - per il momento sia chiaro - la sua controparte.
Poi, al termine del presidio, una richiesta di documenti da parte delle Forze dell’Ordine a minorenni che passeggiavano, felici, in centro.
Indagini e visioni di filmati con nessuna violazione riscontrata. Nessun reato commesso. Nessun procedimento avviato. Quindi, in ossequio a quanto scritto all’inizio - anche se leggendo i fatti ce ne sarebbero eccome - nessun commento da fare.
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