Quasi pronto il Piano del Traffico di Asti, ma i dubbi restano

di Alessandro Mortarino.

Pare questione di ore l'approvazione da parte della Giunta comunale di Asti del nuovo Piano del Traffico. L'iter avviato il 30 luglio dello scorso anno con la presentazione della prima bozza progettuale è, infatti, proseguito nelle scorse settimane attraverso due riunioni (rigorosamente on line) delle commissioni congiunte in cui il Sindaco Rasero ha illustrato una seconda bozza ai consiglieri, escludendo completamente la partecipazione di tutti i cittadini iscritti all'apposito albo e abituali frequentatori delle sedute delle commissioni stesse (un vero peccato che una revisione di tale importanza non sia considerata "all'altezza" delle persone prive di cariche amministrative). Rispetto alla prima bozza registriamo qualche chilometro di pista ciclabile in più e l'allargamento della zona a traffico limitato, ma la sensazione di trovarci di fronte a un Piano privo di un obiettivo necessario continua ad emergere...

Lo ribadiamo ancora una volta (in attesa di poter visionare il Piano nella sua progettazione definitiva): si tratta di uno strumento di pianificazione che si occupa di viabilità e soste senza minimamente definire una visione d'assieme, senza preoccuparsi di stabilire i parametri della necessaria mobilità sostenibile, senza porsi l'obiettivo di favorire la drastica riduzione delle auto private circolanti e così contribuire a combattere il grave - gravissimo - stato di allarme in cui l'inquinamento atmosferico urbano ci ha fatti precipitare, da anni.
Il Piano del traffico è solo una minima parte di un più importante e sovrastante disegno che è dato dal Piano della mobilità (sostenibile), completamente assente nel progetto del Comune.
E un Piano della mobilità è strettamente legato al vigente Piano Regolatore, ormai obsoleto, sovradimensionato e non attuato nel corso degli ultimi 20 anni: oggi andrebbe rivisto profondamente e il suo aggiornamento imporrebbe ovviamente un diverso Piano della mobilità e, di conseguenza, un diverso Piano del traffico.

Purtroppo questa è la situazione e quando la Giunta approverà il progetto, saremo tutti coinvolti nel discutere di rotonde, doppi sensi, inversioni. E' come se la discussione non fosse legata alla salute e al benessere, ma al modo di rendere più snella la circolazione delle auto e dare una rinfrescata estetica alle vie cittadine. Asti più bella. Asti più veloce.

A noi parrebbe più logico una Asti meno "trafficata", una Asti più salubre...

Intanto da lunedì 29 giugno e fino a lunedì 6 luglio, piazza Alfieri sarà attraversata da una ventata di novità: due nuove rotatorie detteranno il doppio senso di marcia sul lato dei Portici Pogliani, con l'eliminazione di parte dei parcheggi attuali. A doppio senso diventerà anche il tratto di corso alla Vittoria, tra piazza Alfieri e corso Einaudi.
Dopo il 6 luglio sarà vietata alle auto la circolazione dal lato dei Portici Anfossi, mentre dal 13 luglio sarà istituita la ZTL nel primo tratto (dal Cocchi fino a via Leone Grandi), mentre il secondo tratto sarà trasformato in zona pedonale, compresa piazza Libertà e fino all'Intendenza di Finanza.

E' un'operazione che mira a ridurre il traffico veicolare privato e a combattere il grave inquinamento atmosferico?

Oppure è un'operazione che vuole rendere piazza Alfieri "più bella"? (forse per la gioia di tutti i clienti dei bar schierati nei dehors "vista Portici Pogliani a doppio senso di marcia"... autentico baluardo per la salute di giovani e anziani e contro il "logorio della vita moderna", come recitava una nota pubblicità dell'epopea del Carosello).

Siamo consci che a qualcuno - forse a molti - questa seconda bozza di Piano del Traffico piacerà, per il solo fatto che contiene migliorie rispetto alla prima inverosimile proposta presentata lo scorso anno.
Ma il punto cruciale, a nostro avviso, non è migliorare un progetto di per sè debole, quanto renderlo utile e efficace. Strategico...
Vittorio Alfieri scrisse, tanti anni fa:

«Son dur, lo seu, son dur, ma i parlo a gent
ch'ha l'ànima tant mola e dëslavà
ch'a l'é pa da stupì se 'd costa nià
i-j piaso apen-a an-a a l'un për sent».

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