di Gino Scarsi.
Ho la netta impressione che domenica mi si chieda di votare per scegliere gli arredi interni di una casa, che intanto i primi focolai d'incendio stanno intaccando dal suo esterno. Siamo nel pieno svolgimento della sesta estinzione di massa dell'uomo sul pianeta, un colpevole harakiri in atto con riscaldamento climatico - scomparsa specie viventi: 200 al giorno - rifiuti e inquinamenti vari, e qui continuano imperterriti a propinarci i bruscolini della crescita senza se e senza ma, ignorando i temi epocali dell'ambiente, e il fatto che il voto è lo specchio reale del futuro prossimo ...
{jcomments on}Nella presente campagna il voto sembra inteso soltanto a riempire la pancia del presente, e votare domenica diventa una variante del segare di Bertolt Brecht : "SEGAVANO I RAMI SUI QUALI ERANO SEDUTI E SI SCAMBIAVANO A GRAN VOCE LE LORO ESPERIENZE, DI COME SEGARE PIU' IN FRETTA E PRECIPITARONO CON UNO SCHIANTO E QUELLI CHE LI VIDERO, SCOSSERO LA TESTA SEGANDO, E CONTINUARONO A SEGARE ".
E continueranno a segare il ramo votando domenica, i credenti dell'economia della crescita, quella che consuma più risorse di quello che il pianeta può offrire, in primis il CENTRO DESTRA, e subito a ruota il CENTRO SINISTRA (ovviamente con i distinguo in positivo che si impongono, ma su altri piani).
CAMBIARE i nostri riferimenti sullo sviluppo anche con il voto, diventa non rinviabile, e allora occorre cercare chi propone lo stop a fonti fossili e una economia circolare e chi accetta le tesi della decrescita felice di Latouche e Pallante (tesi che vedono nell'arresto del consumo di suolo una discriminante non negoziabile). Queste presenze politiche ci sono e si possono incoraggiare anche con un voto diverso tra camera e senato, pronti il giorno dopo il voto, a riallacciare collaborazioni con tutti i soggetti disponibili, sui grandi temi di ecologica urgenza.