Mentre in un'aula di tribunale si processano persone e famiglie che con atti di “disobbedienza civile” hanno creduto di dover affermare diritti e valori costituzionali, il diritto alla casa (art.3) e un uso sociale della proprietà (art.42), in una città in cui precarietà dei redditi, sfratti e speculazioni immobiliari, espongono al rischio di esclusione una parte cospicua della popolazione...
... negli uffici del Comune e dell'Asl si sta svendendo al “partito del mattone” una pratica sociale preziosissima, durata sette anni, di ricostruzione di domiciliarità e di legami sociali, nonché di uso sociale di un edificio di proprietà pubblica, altrimenti abbandonato al degrado. E' stata la pratica sociale di una Associazione, il Coordinamento Asti-Est e di 12 famiglie, sfrattate e senza alternativa abitativa, che nel dicembre del 2010 hanno “occupato” l'edificio della ex mutua di via Orfanotrofio, facendone la loro dimora e residenza.
Processo e svendita sono le due facce di una stessa medaglia, una politica che sacrifica al mercato tutti i diritti sociali; un sistema sociale che premia la rendita e il profitto. Però, mentre il processo è pubblico e gli “imputati” possono rivendicare pubblicamente le loro ragioni, quella svendita sta avvenendo senza discussione pubblica e persino nell'anonimato dell'acquirente.
Allora è bene che tutti sappiano che, ad affare concluso concluso, Asti avrà una casa di riposo privata, ovviamente per i ricchi, mentre quella pubblica sarà affogata nei debiti, e le 12 famiglie “occupanti” e processate saranno ricondotte dall'Assessorato ai Servizi Sociali sulla soglia della precarietà abitativa da cui 7 anni fa, legittimamente, si erano ritratte.
E' la stessa soglia su cui stanno le 680 famiglie censite dell'ultimo bando Atc, essendo la edilizia residenziale pubblica ormai “residuale”, anzi soppressa dalla legge 80/2014, la cosiddetta Lupi/Renzi, quella legge che con l'articolo 5 criminalizza la povertà (nega la residenza e l'allacciamento dei servizi a chi “occupa”) e con gli altri articoli consegna ancora una volta le politiche urbanistiche al “partito del mattone”.
Giustizia sarà dunque fatta.
Gli imputati: Carlo Sottile, Luca Squillia, Samuele Gullino, Oreste Borra, al termine della ennesima seduta del processo per la “occupazione” dell'edificio della ex mutua.