Sulla Metropolitana Leggera e la mobilità sostenibile



di Massimo Longo.

Venerdì 16 dicembre si è tenuto ad Asti, presso una sala del Municipio, l’incontro di studio “Metropolitana leggera e ferrovie: idee per una mobilità sostenibile ad Asti e nei territorio dell'Unesco”. Tale evento ha fatto seguito alla consultazione pubblica “Proposte per nuovi scenari di mobilità e sosta nella città di Asti” del mese di novembre indetta da ASP, che ha visto interpellati vari soggetti e associazioni, e i cui risultati sono pubblicati sul sito ASP. Tale consultazione ha suscitato non poche perplessità, sia nel merito che nel metodo, tra cui quella di sei associazioni che hanno inviato all’ASP medesima una lettera critica, nella quale si sottolineava tra l’altro l’assenza, nella consultazione pubblica, di riferimenti alla riattivazione delle linee ferroviarie ...



L’incontro del 16 dicembre si inseriva in questo punto, avendo come tema centrale e oggetto di dibattito la rimessa in funzione di tratte ferroviarie ora ferme. Il collegamento Asti – Casale – Mortara – Milano, ad esempio, o la tratta Castagnole Lanze – Alessandria, sulla base del fondamentale Studio condotto dall’Architetto Giovanni Currado (https://www.altritasti.it/index.php/archivio/ambiente-e-territori/1709-un-sistema-di-trasporto-integrato-come-strumento-di-sviluppo).

Ho partecipato all’incontro, durante il quale sono scaturite alcune interessanti considerazioni e “suggestioni”. Ne riporto schematicamente alcune (scusandomi con i relatori omessi), per poi fare qualche considerazione personale, non necessariamente originale o nuova.

Suggestioni dall’incontro

VALUTAZIONE ISTITUZIONALE DEL PROGETTO.

Il Sindaco Brignolo ha ricordato come il progetto di metropolitana leggera sia stato già valutato positivamente dalla Regione fin dal 2007.

LO STUDIO CURRADO.
È stato illustrato e non ho niente da aggiungere. Mi piace e c’è unanime consenso (se bastasse…).

FUORI DAL TUNNEL.

La riparazione del cedimento strutturale e la messa in sicurezza della galleria di Ozzano sembra essere ancora lo scoglio più difficile per la riattivazione della Asti-Casale, ferma ormai dal primo giugno 2010 e sospesa definitivamente dal 17 giugno 2012.

MODELLO DI CITTÀ.
L’architetto Catrambone ha posto l’accento sul modello di città da perseguire come elemento di decisione fondamentale per stabilire il sistema di trasporto più adatto. Insomma, pensare bene il sistema dei trasporti prima di fare errori e dissipare risorse (Città Grembo – Mobilità dolce o Città Lavoro – Mobilità efficiente).

LA PROPULSIONE PRIVATA (1).

Sempre l’architetto Catrambone ha ricordato che il parco auto circolante in Italia è ai massimi: come far rinunciare all’auto chi la possiede?

LA PROPULSIONE PRIVATA (2).
Il dottor Robino della Regione Piemonte ha informato i presenti che in Italia produciamo treni a idrogeno per il Nord Europa, ma non li usiamo in Italia. E che esistono le auto elettriche, ma che in Italia sono poco diffuse. Quindi ci si può muovere producendo poco inquinamento. (Anticipo due osservazioni: le auto a motore endotermico (benzina, diesel) possono essere convertite a elettriche. http://www.qualenergia.it/articoli/20120925-come-ti-trasformo-auto-benzina-in-ibrida-elettrica. Il Ministero dei trasporti ha emanato un decreto che semplifica le procedure di omologazione http://www.infobuildenergia.it/Allegati/Normativa/779.pdf)

MEZZO PUBBLICO OBBLIGATO.

C’è chi l’auto non la può guidare: gli studenti e le persone con disabilità.

LE POLVERI.
I rappresentanti di Legambiente hanno opportunamente ricordato che l’inquinamento da polveri sottili, ossidi di azoto e ozono, provoca decine di migliaia di morti annuali nella Pianura Padana. E hanno anche citato città che hanno in progetto l’eliminazione del traffico auto (https://www.altritasti.it/index.php/archivio/ambiente-e-territori/2890-5-citta-car-free-nel-mondo-vivere-senza-auto-e-possibile.)

GOMMA O FERRO.

Le società di trasporto privato contribuiscono al sistema dei trasporti, spesso con linee su gomma che corrono parallele alle ferrovie che si vorrebbero ripristinare. Occorre una mano organizzatrice.

IL LAVORO.
Le società di trasporto privato hanno dipendenti. Considerare bene i risvolti occupazionali.

Suggestioni personali (che si aggiungono alle osservazioni già espresse da Legambiente, Osservatorio del Paesaggio per il Monferrato e l'Astigiano, Movimento Stop al Consumo di Territorio Astigiano, Associazione A Sinistra, Pro Natura Asti e Cittadinanzattiva onlus Asti (https://www.altritasti.it/index.php/asti-e-provincia/2866-proposte-per-nuovi-scenari-di-mobilita-e-sosta-nella-citta-d), nel commento critico alla succitata consultazione pubblica).

Ferrovie, Stazioni e Territorio
Stante l’opportunità di riattivare le linee ferroviarie ora ferme, usare locomotori a ridotto impatto ambientale (che garantiscano comunque la continuità tra linee elettrificate e non). Impiego quindi di locomotori elettrici a batterie ricaricabili e/o ibridi e/o a biometano per le linee non elettrificate. General Electric, Toshiba, Siemens e molte altre compagnie hanno già modelli in catalogo, e ci sono studi per la conversione a ibride delle locomotive Diesel esistenti. Ci sono inoltre locomotori con sistemi di recupero del calore emesso con la combustione.

Rigenerare e rendere accoglienti le Stazioni Ferroviarie delle linee riattivate, mediante progetti locali di riqualificazione comunitaria, come si è già fatto in molti casi in tutta Italia: biblioteche, sale studio, sale lettura, punti di promozione turistica, mense popolari, distribuzione vestiario usato, ecc. C’è l’imbarazzo della scelta e si accettano proposte. A Castagnole delle Lanze si potrebbe fare ad esempio un museo sull’opera del Conte Paolo Ballada di Saint Robert (http://www.fsitaliane.it/cms-file/allegati/fsitaliane/Impegno/Ricerca_stazioni_impresenziate.pdf).

Ove possibile istituire nelle Stazioni luoghi di co-working, anche pensati per favorire il lavoro a distanza, strumento da valutare anche in assoluto per ridurre gli spostamenti per lavoro.

Implementare nelle Stazioni Ferroviarie Rigenerate piccole unità energetiche funzionanti a rinnovabili (solare, geotermico, eolico) e a cogenerazione, per alimentare la Stazione medesima, i treni a batterie ricaricabili, ed eventualmente edifici limitrofi con micro reti di teleriscaldamento (si può dire?).


Trasporto su gomma e traffico
Elettrificazione (e razionalizzazione, integrazione, intensificazione) del sistema di trasporto pubblico urbano e interurbano su gomma.

Sollecitare agevolazioni e incentivi per convertire le auto private a elettriche. Chi può farlo? Il Comune? La Regione? Il Governo? Se solo le migliaia di auto che si muovono quotidianamente in Asti e dintorni per fare tragitti non superiori ai 60 chilometri fossero elettriche, sai che riduzione dell’inquinamento.

Sollecitare agevolazioni e incentivi per acquistare bus elettrici anche da parte dei soggetti privati, o per convertire a ibridi gli attuali bus in servizio nelle tratte locali (per convertire un bus diesel a bus ibrido gasolio/metano, vedi ad esempio http://www.dieselmetano.it/it/tpl.php).

Realizzare nuovi chilometri (tanti) di piste ciclabili. Sollecitare agevolazioni per l’acquisto di e-bike, cargo e-bike.

Favorire e organizzare la mobilità condivisa privata, coinvolgendo i comuni di provenienza dei pendolari (car pooling).

Parcheggi con aree riservate: non fare assolutamente altri parcheggi (attirano traffico, oramai dovrebbe essere chiaro a tutti), ma riservare posti auto a chi fa car pooling e a chi usa auto elettriche nei parcheggi esistenti.

Installare sufficienti colonnine di ricarica per i veicoli elettrici nei parcheggi di cui sopra e ovunque possibile.


Conclusioni
Nella speranza di aver offerto una accettabile base di discussione che altri più qualificati possono rigettare o sviluppare, mi sembra adeguato concludere riportando l’articolazione dello sviluppo sostenibile nelle quattro dimensioni proposte alla conferenza di Rio de Janeiro del 1992 nel quadro della definizione e sottoscrizione dell’Agenda 21.

a) Sostenibilità ambientale: capacità di mantenere nel tempo qualità e riproducibilità delle risorse naturali, di preservare la diversità biologica e di garantire l’integrità degli ecosistemi;

b) Sostenibilità economica: capacità di generare in modo duraturo reddito e lavoro e di raggiungere un’eco-efficienza intesa come uso razionale delle risorse disponibili e come riduzione dello sfruttamento delle risorse non rinnovabili;

c) Sostenibilità sociale: capacità di garantire l’accesso a beni considerati fondamentali (sicurezza, salute, istruzione) e a condizioni di benessere (divertimento, serenità, socialità), in modo equo all’interno delle comunità odierne e anche tra la generazione attuale e quelle future;

d) Sostenibilità istituzionale: capacità di assicurare condizioni di stabilità, democrazia, partecipazione, informazione, formazione e giustizia.

Ebbene, ritengo sia il caso di porre ancora una volta l’accento sul punto d), ribadendo, come già fatto dalle sei associazioni prima citate, che dovrebbe essere direttamente il Comune di Asti, quale istituzione maggiormente coinvolta, a doversi attivare in primis per la mobilità sostenibile. Sollecitando interventi ove pertinente di Regione e altri enti e soggetti interessati, e promuovendo la partecipazione informata e attiva della cittadinanza.

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