Lettera Aperta delle famiglie di Salita al Fortino 30 al Sindaco, al Prefetto, ai concittadini di Asti.
Apprezziamo la sensibilità dei proprietari per averci concesso, per tanto tempo, senza peraltro pretendere alcun risarcimento, il buon uso dell'edificio di loro proprietà, in salita al Fortino 30. Ancora ieri, tra quelle mura abbiamo festeggiato una nascita. Mura provvidenziali dunque, ma che costituiscono, insieme alla nostra condizione di famiglie senza alternativa abitativa, un problema ancora da sciogliere. Tale problema ci sarà riproposto, insieme alla minaccia di uno sgombero violento, dall'ufficiale giudiziario, il giorno 4 di ottobre ...
Ma sarà riproposto anche al Sindaco e all'Assessore alle Politiche Sociali che, per tutto il tempo della nostra “occupazione”, si sono comportati come eminenze grigie, escludendoci sistematicamente da ogni loro mossa. Nello stesso periodo di tempo noi abbiamo messo in pratica, gli indirizzi degli art. 42 e 3 della Costituzione, vale a dire: abbiamo attribuito una “funzione sociale” all'immobile, altrimenti vuoto, di Salita al Fortino e abbiamo esercitato il diritto ad “una vita dignitosa”, un diritto di cui siamo stati spogliati, per ragioni di mercato, contro la nostra volontà.
Con l'ultima mossa il Sindaco e l'assessore non ci restituiscono quel diritto ma ci propongono di rientrare nel mercato delle locazioni, dal quale siamo stati espulsi, con un contratto che per le stesse ragioni, la precarietà e modestia dei nostri redditi, difficilmente riusciremo ad onorare. Si tratta del contratto, mediato dall'Agenzia casa del Comune; un azzardo giocato sulla nostra pelle, perché in caso di insuccesso, vedrà i proprietari indennizzati e noi puniti con un nuovo sfratto e la cancellazione dall'elenco delle emergenze abitative.
Certo, le nostre azioni hanno avuto inizio con un atto di “disobbedienza civile”, la “occupazione”, di cui ci siamo assunti tutte le responsabilità, ma le stesse azioni possono concludersi con un esito meno controverso di quello che al momento si annuncia, solo che gli interlocutori pubblici, il Sindaco in primo luogo, lo vogliano. A Livorno, a luglio, il consiglio comunale, per affrontare l'emergenza abitativa, ha approvato una mozione che prevede la requisizione provvisoria di immobili, anche privati, vuoti da più anni.
Ad Asti il Sindaco e l'assessore alle politiche sociali considerano quella ipotesi improponibile, persino per gli immobili di proprietà pubblica. Ma finora hanno escluso anche ogni altra ipotesi, il comodato d'uso per esempio, che possa mettere le famiglie che “occupano” fuori dal recinto della illegalità. Un comportamento fin troppo discutibile, quello del Sindaco e dell'Assessore; il rifiuto di considerare il nostro problema come un problema sociale, cioè di tutti.
Noi il giorno 4 saremo sulla strada, per rompere anche solo simbolicamente quel recinto, con la speranza che in qualche modo la legittimità delle nostre azioni sia finalmente riconosciuta.
La casa è un diritto !
Le famiglie di Salita al Fortino 30, Asti