di Alessandro Mortarino.
La già "colorita" vicenda dell'impianto di teleriscaldamento proposto all'interno dell'ospedale di Asti si è arricchita, in settimana, di ulteriori nuovi dettagli che meriterebbero di essere raccontati da un buon narratore. Fino ad oggi abbiamo cercato di essere molto pragmatici e di contrapporre dati tecnici ad ipotesi tecniche, ma diciamocelo francamente: che noia ! Permettetemi, allora, di cambiare registro. Per una volta. E raccontarvi in modo "terra terra" la vera questione, usando qualche esempio di buon senso e un filo di ironia ...
Inizio dal contradditorio pubblico di lunedì 11 aprile. La mattina, leggendo La Stampa, scopro che questo "débat public" risulta promosso dalle associazioni ambientaliste, cosa assolutamente non vera. In realtà l'iniziativa è della Provincia di Asti, che ha ritenuto utile un confronto tra l'azienda proponente e quegli otto "portatori di interesse sociale" che nell'ottobre dello scorso anno avevano prodotto corposi documenti critici per confutare le tesi progettuali.
Alle 12,10 (per puro caso) intercetto le onde radio del GR Piemonte e ascolto esterefatto la medesima notizia. Comprendo così che Rai Tre legge La Stampa e ne ricava spunti per produrre la propria informazione. Mah ...
Inizio a provare una certa rabbia, ma mi calmo: in fondo nel pomeriggio dovrò intervenire, a nome del Movimento Stop al Consumo di Territorio e del Forum Salviamo il Paesaggio, per sfruttare i miei 5 minuti e mettere alle corde AEC, che in 7 minuti tenterà di distruggere le mie note tecniche per poi "beccarsi" i miei 2 minuti di controreplica finale.
Confesso: a me i ring mediatici di questo tipo non piacciono e ritengo non servano ad un bel nulla, perchè a documenti tecnici scritti si risponde con documenti tecnici scritti. In pochi minuti si fa solo passerella e dipinti naif (senza offesa per l'arte naif, ovviamente ...).
Poichè vengo chiamato per penultimo e non ne posso più dell'inutile botta e risposta tra un Cimino-Robot dotato di schede pronte di risposta rapida e gli agguerriti rappresentanti di cittadini, associazioni e comitati, getto nella pattumiera i miei appunti tecnici e, a braccio, parlo di diritti civici e di attenzioni dimenticate, mentre in sala tutti paiono dimentichi del fatto (mica tanto secondario !) che stiamo parlando di un invasivo progetto dentro l'ospedale, luogo primario di quiete e benessere.
E alla fine del teatrino resta tutto come prima: AEC è convinta di avere risposto in maniera assoluta ed omnicomprensiva, noi siamo certi che le risposte sono insufficienti, vaghe, astute.
Astute, sì. Perché la situazione mi pare evidente e ve la racconto così: immaginatevi di avere una grande idea da businessman. Che so: costruire un enorme parcheggio sotterraneo a 7 piani in piazza San Secondo, con ipermercato e cinema multisala, utilissimo (per far soldi) e per la collettività (quando si vuol fare soldi, tutto è per la collettività !).
Preparate il vostro bel progettino, slide multicolori, rendering prospettici, frasi e slogan d'effetto. Vi recate in Provincia per chiedere l'autorizzazione a procedere e già che ci siete nel vostro bel progettino inserite anche il logo della Provincia, ma senza chiederne l'autorizzazione. Il logo della Provincia fa fine e anche un po' "figo" (per dirla con EatalyFarinetti) e dà l'impressione di una condivisione massima istituzionale, ma nessuno si arrabbia e rispedisce subito al mittente il progetto così astutamente agghindato.
La prima domanda che vi faranno (se non vi chiamate Asp o Iren o Aec e non avete un pezzo di carta della Giunta comunale che dice "bello, ci piace" ...) è: "avete la disponibilità dell'area ?".
Voi risponderete: "no, non ancora. Ma l'avremo a breve".
Allora vi faranno la seconda domanda: "il Piano Regolatore che destinazione prevede per quest'area ?".
E voi: "una destinazione completamente diversa, però a breve ci sarà una Variante urbanistica apposita".
Il vostro interlocutore vi guardera fisso negli occhi e allora vi dirà "si sdrai che chiamo il 118, vedrà che il suo malore verrà subito curato".
Oppure (un po' di bon ton non guasta mai): "facciamo così, lei se ne torni a casa e quando ha tutte le disponibilità necessarie torni da noi che la assisteremo nel migliore dei modi".
Ma forse vi faranno anche un'altra domanda semplicissima: "per un progetto così impattante che tipo di macchinari utilizzerete per garantire la tutela ambientale e le performance energetiche ?".
E voi risponderete "le migliori tecnologie", ma non direte quali, non indicherete marche né tipologie ma vi limiterete a ribadire che tutti i vostri dati e calcoli sono tarati sulle prestazioni di strumenti tra i migliori sul mercato, tanto da avere preparato mille tabelle esaustive (ma solo ipotetiche, se non direte di quali mezzi intendete avvalervi).
Così per il nostro teleriscaldamento nel Cardinal Massaia !
Eccoci a venerdì 15 aprile, in scena l'ultima (così pensavamo, noi ingenui ...) Conferenza dei Servizi. Si gioca allo "scaricabarile": quasi tutti passano il cerino acceso - cioè il peso delle decisioni - su Arpa e Comune. Quest'ultimo però non presenta la Variante necessaria, ma solo la dichiarazione del Sindaco che l'impianto "è buono e a noi ci piace".
Arpa allora fa la sua parte e racconta quello che trovate ora sul sito della Provincia: criticità, criticità, criticità e mancanza di documentazioni sufficienti per poter esprimere un parere reale.
E' l'ora del verdetto.
I quattro tecnici della Provincia (Marengo, Rossi, Brignolo e Tibaldi) sospendono la seduta e si ritirano per assumere la decisione finale. Un quarto d'ora che diventano 20 minuti abbondanti, situazione da travaglio prolungato e un po' di pathos tra le fila.
Rientrano; e Rossi annuncia: "riteniamo che sussistano gli elementi per poter procedere nel giudizio".
E' fatta.
Ancora Rossi: "tuttavia, data la mole di documentazioni fornite dagli Enti, riteniamo che sia necessaria un'analisi articolata da parte di tutti, pertanto consideriamo sospesa la seduta fino alle ore 10 di venerdì 29 aprile, quando provvederemo al responso finale".
Non è fatta.
Poche ore dopo AEC dirama un suo comunicato stampa e le associazioni rispondono per le rime (vedi altro articolo).
Ancora 15 giorni, dunque: Kafka e Beckett gongolano.
Noi restiamo sereni. Perchè il buon senso esiste e governa il nostro mondo: vogliamo continuare a crederlo !