Asti Energia e Calore non chiarisce dubbi e criticità



A cura di: Cittadinanzattiva, Legambiente, Osservatorio del Paesaggio, Salviamo il Paesaggio, Stop al Consumo di Territorio, Tempi di Fraternità, Tribunale per i Diritti del Malato, Paolo Montrucchio e 2.650 cittadini.

Mercoledì 2 marzo i cittadini e le associazioni che nell’ottobre scorso hanno formalmente presentato osservazioni critiche al progetto di teleriscaldamento che prevede la costruzione di una nuova grande centrale termoelettrica all’interno dell’ospedale Cardinal Massaia, sono invitati a partecipare ad un “contradditorio” pubblico con i vertici di Asti Energia e Calore SpA. Sarà molto importante la presenza di molti cittadini in sala per testimoniare attenzione e contrarietà alle proposte dell'azienda.
La mattina dopo si terrà, invece, la seduta della Conferenza dei Servizi che avrà il compito di decidere sulla sorte del progetto.
Dopo avere attentamente analizzato i documenti integrativi che AEC ha prodotto per rispondere alle precise, numerose e circonstanziate criticità rilevate dalla Conferenza dei Servizi, siamo convinti che l’unico esito possibile sia la sua bocciatura: i documenti di AEC sciorinano dati e scenari, ma sorprendentemente non forniscono alcuna risposta alle problematiche riscontrate e soprattutto non comprovano in modo verificabile quanto asserito ...

Infatti la documentazione presentata da AEC:

- non indica dati verificabili relativi alle tecnologie impiantistiche che AEC intende utilizzare;

- non conferma la disponibilità dell’ASL AT a concedere l’uso delle aree all’interno dell’ospedale;

- definisce il teleriscaldamento/teleraffrescamento come “bisogno prioritario dei cittadini astigiani” quando il progetto stesso non deriva da richieste dell’ospedale o di cittadini-utenti;

- ignora il piano di investimenti tecnologici che l’ASL AT ha già avviato autonomamente, finanziato e parzialmente realizzato o appaltato;

- considera solo l’ipotesi della connessione alla rete di teleriscaldamento delle 500 utenze cittadine e non valuta gli aspetti energetici nel caso (praticamente certo) in cui siano molto inferiori (la quasi totalità delle caldaie sono a condensazione con buona efficienza e di recente installazione);

- conferma che l’eventuale centrale incrementerà del 473% la concentrazione di CO nell’area dell’ospedale;

- dimentica che leggi e decreti nazionali, regionali e comunali orientano allo sviluppo di fonti rinnovabili, prevedendo  invece di bruciare esclusivamente metano, combustibile fossile;

- non considera, pur trattandoci di un progetto indicato per i prossimi 30 anni, le disposizioni inderogabili della comunità europea sui cambiamenti climatici;

- minimizza l’impatto ambientale e paesaggistico dietro la richiesta di trasformazione dell’area ospedaliera in “aree per attrezzature pubbliche di tipo direzionale, di supporto logistico e tecnologico, aree per attrezzature di tipo direzionale di società che svolgono un servizio di interesse generale ed aree cimiteriali”, anziché correttamente considerare (osservazioni dell’ASL AT) la centrale di teleriscaldamento come una industria insalubre di prima classe e ignorando che l’area  si trova in classe I, ove non è consentito il minimo peggioramento dell’inquinamento acustico.

Potremmo aggiungere molti altri rilievi e invitiamo il Sindaco Brignolo a volerne tenere conto e modificare le proprie decisioni, poiché più volte egli stesso ha ribadito che “nessun medico me lo ha ordinato e dunque se verificherò che gli obiettivi di riduzione dell’inquinamento non verranno dimostrati, provvederò a ritirare la pratica”.

Ognuna delle nostre associazioni invierà nei prossimi giorni alla Provincia di Asti nuovi documenti di “osservazioni”, per ribadire con fermezza le motivazioni “politiche” (cioè sociali) e tecnico-scientifiche che dimostrano la non idoneità del progetto.

Invitiamo tutti i cittadini a presenziare al “contradditorio” pubblico di mercoledì 2 marzo (ore 17, salone convegni della Provincia, piazza Alfieri 33) e manifestare con la loro partecipazione anche “fisica” la contrarietà degli astigiani a questo progetto; valido, forse, 20 anni fa, ma assolutamente anacronistico oggi.

Cittadinanzattiva, Legambiente, Osservatorio del Paesaggio, Salviamo il Paesaggio, Stop al Consumo di Territorio, Tempi di Fraternità, Tribunale per i Diritti del Malato, Paolo Montrucchio e 2.650 cittadini.



Mercoledì 2 marzo i cittadini e le associazioni che nell’ottobre scorso hanno formalmente presentato osservazioni critiche al progetto di

teleriscaldamento che prevede la costruzione di una nuova grande centrale termoelettrica all’interno dell’ospedale Cardinal Massaia, sono invitati a

partecipare ad un “contradditorio” pubblico con i vertici di Asti Energia e Calore SpA. Sarà molto importante la presenza di molti cittadini in sala

per testimoniare attenzione e contrarietà alle proposte dell'azienda.
La mattina dopo si terrà, invece, la seduta della Conferenza dei Servizi che avrà il compito di decidere sulla sorte del progetto.
Dopo avere attentamente analizzato i documenti integrativi che AEC ha prodotto per rispondere alle precise, numerose e circonstanziate criticità

rilevate dalla Conferenza dei Servizi, siamo convinti che l’unico esito possibile sia la sua bocciatura: i documenti di AEC sciorinano dati e scenari,

ma sorprendentemente non forniscono alcuna risposta alle problematiche riscontrate e soprattutto non comprovano in modo verificabile quanto

asserito ...

Infatti la documentazione presentata da AEC:

- non indica dati verificabili relativi alle tecnologie impiantistiche che AEC intende utilizzare;

- non conferma la disponibilità dell’ASL AT a concedere l’uso delle aree all’interno dell’ospedale;

- definisce il teleriscaldamento/teleraffrescamento come “bisogno prioritario dei cittadini astigiani” quando il progetto stesso non deriva da

richieste dell’ospedale o di cittadini-utenti;

- ignora il piano di investimenti tecnologici che l’ASL AT ha già avviato autonomamente, finanziato e parzialmente realizzato o appaltato;

- considera solo l’ipotesi della connessione alla rete di teleriscaldamento delle 500 utenze cittadine e non valuta gli aspetti energetici nel caso

(praticamente certo) in cui siano molto inferiori (la quasi totalità delle caldaie sono a condensazione con buona efficienza e di recente

installazione);

- conferma che l’eventuale centrale incrementerà del 473% la concentrazione di CO nell’area dell’ospedale;

- dimentica che leggi e decreti nazionali, regionali e comunali orientano allo sviluppo di fonti rinnovabili, prevedendo  invece di bruciare

esclusivamente metano, combustibile fossile;

- non considera, pur trattandoci di un progetto indicato per i prossimi 30 anni, le disposizioni inderogabili della comunità europea sui cambiamenti

climatici;

- minimizza l’impatto ambientale e paesaggistico dietro la richiesta di trasformazione dell’area ospedaliera in “aree per attrezzature pubbliche di

tipo direzionale, di supporto logistico e tecnologico, aree per attrezzature di tipo direzionale di società che svolgono un servizio di interesse

generale ed aree cimiteriali”, anziché correttamente considerare (osservazioni dell’ASL AT) la centrale di teleriscaldamento come una industria

insalubre di prima classe e ignorando che l’area  si trova in classe I, ove non è consentito il minimo peggioramento dell’inquinamento acustico.

Potremmo aggiungere molti altri rilievi e invitiamo il Sindaco Brignolo a volerne tenere conto e modificare le proprie decisioni, poiché più volte egli

stesso ha ribadito che “nessun medico me lo ha ordinato e dunque se verificherò che gli obiettivi di riduzione dell’inquinamento non verranno

dimostrati, provvederò a ritirare la pratica”.

Ognuna delle nostre associazioni invierà nei prossimi giorni alla Provincia di Asti nuovi documenti di “osservazioni”, per ribadire con fermezza le

motivazioni “politiche” (cioè sociali) e tecnico-scientifiche che dimostrano la non idoneità del progetto.

Invitiamo tutti i cittadini a presenziare al “contradditorio” pubblico di mercoledì 2 marzo (ore 17, salone convegni della Provincia, piazza Alfieri 33)

e manifestare con la loro partecipazione anche “fisica” la contrarietà degli astigiani a questo progetto; valido, forse, 20 anni fa, ma assolutamente

anacronistico oggi.

Cittadinanzattiva, Legambiente, Osservatorio del Paesaggio, Salviamo il Paesaggio,
Stop al Consumo di Territorio, Tempi di Fraternità, Tribunale per i Diritti del Malato, Paolo Montrucchio e 2.650 cittadini.


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