di Gabriella Sanlorenzo e Angelo Porta.
Sono ormai 7 anni che ad Asti si parla di un progetto molte volte descritto su queste pagine. Trattasi del famigerato "Agrivillage", già da alcuni definito "Disneyland rurale": il villaggio falso-monferrino che riprodurrebbe la tipologia tipica delle cascine dell'astigiano, con piazzette e centri di aggregazione, oltre a torri e punti di osservazione panoramici, spazi ludici per i bambini e chi più ne ha più ne metta. I 7 anni dalla prima presentazione sono trascorsi, con numerosi incontri pubblici (a favore e contrari) e i numerosi articoli comparsi sulla stampa locale, ma c'è ancora chi non ha capito di che cosa si tratta. Pare infatti che lo stesso Sindaco abbia affermato: “Nessuno ha ancora capito bene cosa sia questo Agrivillage”, in base a quanto viene riportato sulle più recenti considerazioni del Movimento 5 Stelle di Asti pubblicate da atnews.it la scorsa settimana ...
Intanto...:
1) i promotori dell'Agrivillage hanno rifatto il look al loro sito, tra cui ci colpisce particolarmente la pagina dedicata ai "valori fondamentali" del progetto, perché ci sembra di trovare in essa qualche nota stridente: si parla infatti di “Dare una casa ed un luogo di comunicazione e di presentazione comune al prodotto tipico e artigianale Italiano” (ma non si trattava di promuovere e distribuire in questo outlet sui generis i prodotti della nostra provincia in maniera quasi esclusiva?).
Altro valore annoverato è quello del rispetto dell’ambiente: questa la vera quanto amara barzelletta. Al punto in cui siamo arrivati (cementificazione smodata, emissioni CO2..) è chiaro ormai ad un pubblico molto vasto che rispettare l'ambiente corrisponderebbe solamente ad un blocco delle costruzioni. Non trascuriamo poi la location ipotizzata della struttura, sistemata proprio a vista del terrazzo panoramico della chiesetta romanica di Viatosto: altro che rispetto per l'ambiente.. l'impatto visivo dal punto panoramico ne costituirebbe un vero oltraggio!!
Altro “valore” enunciato dell'iniziativa: “Offrire al sistema enogastronomico ed artigianale un luogo comune per realizzare piani di formazione per i giovani, per il mantenimento delle tante professioni a rischio legate alle produzioni artigianali”: sappiamo che in città ci sono diversi istituti di formazione che si occupano del settore agroalimentare, ne abbiamo bisogno di altri forse?
2) In queste settimane il contestato progetto è ritornato prepotentemente alla ribalta, dopo la decisione dell'amministrazione comunale di istituire un tavolo tecnico che dovrà valutare se il format di "palcoscenico agroalimentare" per la promozione delle produzioni del nord ovest abbia le caratteristiche della Grande Distribuzione Organizzata (come affermano gli esponenti del Movimento Stop al Consumo di Territorio, non invitati al tavolo tecnico) oppure possa ritenersi un "ensemble" di piccoli esercizi commerciali e pertanto rientri tra i parametri autorizzativi previsti dal vigente Piano del Commercio cittadino. Negli ultimi giorni, però, ci è stato segnalato che i proponenti hanno ripreso la promozione per acquisire gli "espositori": come se avessero già la certezza dell'autorizzazione comunale …
Noi restiamo, invece, in attesa di conoscere le risultanze delle ricognizioni del Tavolo Tecnico, che ci auguriamo obiettivo ed imparziale. Siamo rimasti comunque sorpresi che uno dei progettisti dell’Agrivillage astigiano sia stato designato dall’amministrazione comunale a far parte della Commissione del Paesaggio; dato che il progetto ha sollevato negli anni una enormità di valutazioni critiche, a nostro parere questa decisione sarebbe stato meglio si fosse evitata (ovviamente senza esprimere alcun rilievo nei confronti della persona e nei suoi titoli).
3) Nel consiglio comunale le uniche voci che si sono ancora recentemente espresse con chiarezza contro tale progetto ci risultano essere quelle dei rappresentanti del Movimento 5 stelle. Riteniamo necessario, data l'imminente valutazione del progetto, conoscere le posizioni degli altri a partire dal consigliere PD Enrico Panirossi che il 19 novembre 2010 ebbe a scrivere sul suo blog, a proposito di Agrivillage: “tutto quel cemento è un prezzo che il territorio non può proprio più pagare. Dopo il golf di Settime, sarebbe la trasformazione definitiva della Val Rilate in una specie di Disneyland sfigata”.
di Gabriella Sanlorenzo e Angelo Porta.
Sono ormai 7 anni che ad Asti si parla di un progetto molte volte descritto su queste pagine pagine (link ai precedenti articoli?).
Trattasi del famigerato 'Agrivillage', già da alcuni definito 'Disneyland rurale': il villaggio falso-monferrino che riprodurrebbe la
tipologia tipica delle cascine dell'astigiano, con piazzette e centri di aggregazione, oltre a torri e punti di osservazione panoramici,
spazi ludici per i bambini e chi più ne ha più ne metta. I 7 anni dalla prima presentazione sono trascorsi, con numerosi incontri
pubblici (a favore e contrari) e i numerosi articoli comparsi sulla stampa locale, ma c'è ancora chi non ha capito di che cosa si
tratta. Pare infatti che lo stesso Sindaco abbia affermato: “Nessuno ha ancora capito bene cosa sia questo Agrivillage”, in base a
quanto viene riportato sulle più recenti considerazioni del Movimento 5 Stelle di Asti pubblicate da atnews.it la scorsa settimana
...
Intanto...:
1) i promotori dell'Agrivillage hanno rifatto il look al loro sito, tra cui ci colpisce particolarmente la pagina dedicata ai 'valori
fondamentali' del progetto, perché ci sembra di trovare in essa qualche nota stridente: si parla infatti di “Dare una casa ed un
luogo di comunicazione e di presentazione comune al prodotto tipico e artigianale Italiano” (ma non si trattava di promuovere e
distribuire in questo outlet sui generis i prodotti della nostra provincia in maniera quasi esclusiva?). Altro valore annoverato è
quello del rispetto dell’ambiente: questa la vera quanto amara barzelletta. Al punto in cui siamo arrivati (cementificazione
smodata, emissioni CO2..) è chiaro ormai ad un pubblico molto vasto che rispettare l'ambiente corrisponderebbe solamente ad un
blocco delle costruzioni. Non trascuriamo poi la location ipotizzata della struttura, sistemata proprio a vista del terrazzo
panoramico della chiesetta romanica di Viatosto: altro che rispetto per l'ambiente.. l'impatto visivo dal punto panoramico ne
costituirebbe un vero oltraggio!!
Altro “valore” enunciato dell'iniziativa: “Offrire al sistema enogastronomico ed artigianale un luogo comune per realizzare piani di
formazione per i giovani, per il mantenimento delle tante professioni a rischio legate alle produzioni artigianali”: sappiamo che in
città ci sono diversi istituti di formazione che si occupano del settore agroalimentare, ne abbiamo bisogno di altri forse?
2) In queste settimane il contestato progetto è ritornato prepotentemente alla ribalta, dopo la decisione dell'amministrazione
comunale di istituire un tavolo tecnico che dovrà valutare se il format di "palcoscenico agroalimentare" per la promozione delle
produzioni del nord ovest abbia le caratteristiche della Grande Distribuzione Organizzata (come affermano gli esponenti del
Movimento Stop al Consumo di Territorio, non invitati al tavolo tecnico) oppure possa ritenersi un "ensemble" di piccoli esercizi
commerciali e pertanto rientri tra i parametri autorizzativi previsti dal vigente Piano del Commercio cittadino. Negli ultimi giorni,
però, ci è stato segnalato che i proponenti hanno ripreso la promozione per acquisire gli "espositori": come se avessero già la
certezza dell'autorizzazione comunale … Noi restiamo, invece, in attesa di conoscere le risultanze delle ricognizioni del Tavolo
Tecnico, che ci auguriamo obiettivo ed imparziale. Siamo rimasti comunque sorpresi che uno dei progettisti dell’Agrivillage astigiano
sia stato designato dall’amministrazione comunale a far parte della Commissione del Paesaggio; dato che il progetto ha sollevato
negli anni una enormità di valutazioni critiche, a nostro parere questa decisione sarebbe stato meglio si fosse evitata (ovviamente
senza esprimere alcun rilievo nei confronti della persona e nei suoi titoli).
3) Nel consiglio comunale le uniche voci che si sono ancora recentemente espresse con chiarezza contro tale progetto ci
risultano essere quelle dei rappresentanti del Movimento 5 stelle. Riteniamo necessario, data l'imminente valutazione del progetto,
conoscere le posizioni degli altri a partire dal consigliere PD Enrico Panirossi che il 19 novembre 2010 ebbe a scrivere sul suo blog,
a proposito di Agrivillage: “tutto quel cemento è un prezzo che il territorio non può proprio più pagare. Dopo il golf di Settime,
sarebbe la trasformazione definitiva della Val Rilate in una specie di Disneyland sfigata”.
Sono ormai 7 anni che ad Asti si parla di un progetto molte volte descritto su queste pagine pagine (link ai precedenti articoli?).
Trattasi del famigerato 'Agrivillage', già da alcuni definito 'Disneyland rurale': il villaggio falso-monferrino che riprodurrebbe la
tipologia tipica delle cascine dell'astigiano, con piazzette e centri di aggregazione, oltre a torri e punti di osservazione panoramici,
spazi ludici per i bambini e chi più ne ha più ne metta. I 7 anni dalla prima presentazione sono trascorsi, con numerosi incontri
pubblici (a favore e contrari) e i numerosi articoli comparsi sulla stampa locale, ma c'è ancora chi non ha capito di che cosa si
tratta. Pare infatti che lo stesso Sindaco abbia affermato: “Nessuno ha ancora capito bene cosa sia questo Agrivillage”, in base a
quanto viene riportato sulle più recenti considerazioni del Movimento 5 Stelle di Asti pubblicate da atnews.it la scorsa settimana
...
Intanto...:
1) i promotori dell'Agrivillage hanno rifatto il look al loro sito, tra cui ci colpisce particolarmente la pagina dedicata ai 'valori
fondamentali' del progetto, perché ci sembra di trovare in essa qualche nota stridente: si parla infatti di “Dare una casa ed un
luogo di comunicazione e di presentazione comune al prodotto tipico e artigianale Italiano” (ma non si trattava di promuovere e
distribuire in questo outlet sui generis i prodotti della nostra provincia in maniera quasi esclusiva?). Altro valore annoverato è
quello del rispetto dell’ambiente: questa la vera quanto amara barzelletta. Al punto in cui siamo arrivati (cementificazione
smodata, emissioni CO2..) è chiaro ormai ad un pubblico molto vasto che rispettare l'ambiente corrisponderebbe solamente ad un
blocco delle costruzioni. Non trascuriamo poi la location ipotizzata della struttura, sistemata proprio a vista del terrazzo
panoramico della chiesetta romanica di Viatosto: altro che rispetto per l'ambiente.. l'impatto visivo dal punto panoramico ne
costituirebbe un vero oltraggio!!
Altro “valore” enunciato dell'iniziativa: “Offrire al sistema enogastronomico ed artigianale un luogo comune per realizzare piani di
formazione per i giovani, per il mantenimento delle tante professioni a rischio legate alle produzioni artigianali”: sappiamo che in
città ci sono diversi istituti di formazione che si occupano del settore agroalimentare, ne abbiamo bisogno di altri forse?
2) In queste settimane il contestato progetto è ritornato prepotentemente alla ribalta, dopo la decisione dell'amministrazione
comunale di istituire un tavolo tecnico che dovrà valutare se il format di "palcoscenico agroalimentare" per la promozione delle
produzioni del nord ovest abbia le caratteristiche della Grande Distribuzione Organizzata (come affermano gli esponenti del
Movimento Stop al Consumo di Territorio, non invitati al tavolo tecnico) oppure possa ritenersi un "ensemble" di piccoli esercizi
commerciali e pertanto rientri tra i parametri autorizzativi previsti dal vigente Piano del Commercio cittadino. Negli ultimi giorni,
però, ci è stato segnalato che i proponenti hanno ripreso la promozione per acquisire gli "espositori": come se avessero già la
certezza dell'autorizzazione comunale … Noi restiamo, invece, in attesa di conoscere le risultanze delle ricognizioni del Tavolo
Tecnico, che ci auguriamo obiettivo ed imparziale. Siamo rimasti comunque sorpresi che uno dei progettisti dell’Agrivillage astigiano
sia stato designato dall’amministrazione comunale a far parte della Commissione del Paesaggio; dato che il progetto ha sollevato
negli anni una enormità di valutazioni critiche, a nostro parere questa decisione sarebbe stato meglio si fosse evitata (ovviamente
senza esprimere alcun rilievo nei confronti della persona e nei suoi titoli).
3) Nel consiglio comunale le uniche voci che si sono ancora recentemente espresse con chiarezza contro tale progetto ci
risultano essere quelle dei rappresentanti del Movimento 5 stelle. Riteniamo necessario, data l'imminente valutazione del progetto,
conoscere le posizioni degli altri a partire dal consigliere PD Enrico Panirossi che il 19 novembre 2010 ebbe a scrivere sul suo blog,
a proposito di Agrivillage: “tutto quel cemento è un prezzo che il territorio non può proprio più pagare. Dopo il golf di Settime,
sarebbe la trasformazione definitiva della Val Rilate in una specie di Disneyland sfigata”.