(S)Consolati ...



di Michele Clemente, Nodo astigiano di A.L.B.A. (Alleanza Lavoro Benicomuni Ambiente).


Nella bella trasmissione del nostro concittadino Beppe Rovera (Ambiente Italia 10/01/2015) si è parlato delle bellezze del nostro territorio (proprio il territorio astigiano) e di come si debba far di più per valorizzarlo. Si è parlato anche di una prossima legge della Regione Piemonte per mettere finalmente ordine in materia di consumo di suolo. Era ora! Tutto il territorio italiano (e quello astigiano non fa eccezione) è bellissimo ma fragile. E, dagli anni '60 in poi, è stato deturpato dall'edilizia selvaggia, senza alcun riguardo per sicurezza, paesaggio ed estetica ...

La bolla immobiliare di anni più recenti ha fatto il resto, trasformando un bene delicato come la casa in un 'investimento' e inducendo a costruire volumi di cemento in quantità del tutto sproporzionata al fabbisogno abitativo reale. C'è un dato nazionale che dice: 60 milioni di italiani dispongono di 2 stanze in più a testa oltre al fabbisogno, uguale a 120 milioni di stanze in più!

Bene la legge regionale, quindi, la aspettiamo. Sarà per "farla franca" in anticipo che, nelle nostra città, è stato raggiunto un accordo per una ennesima "speculazione edilizia" a danno del territorio astigiano? Ci riferiamo alla questione dei terreni della Consolata. Brutta vicenda. Non serve, per lavarsi la coscienza, ampliare un parco pubblico, se il prezzo da pagare sono ulteriori colate di cemento e ulteriore sacrificio di terreno agricolo. Questo lo diciamo al Comune. Né serve, per chi non esiterà a distruggere buona terra per arricchirsi con l'edilizia, salvarsi l'anima concedendo una manciata di alloggi alla mitica edilizia sociale: 40, a fronte di 100 alloggi di residenza privata. Questo lo diciamo alla Consolata. Per inciso: edilizia sociale vuol dire grosso modo il vecchio equo canone, cioè un affitto che una volta poteva dirsi ragionevole ma che ormai non è più alla portata di tante famiglie. Famiglie senza lavoro, che necessitano di un sostegno differente.

Un esempio? Che enti pubblici e (perché no ?) enti religiosi mettano a disposizione gli stabili in loro possesso, da anni vuoti e non utilizzati, per chi non può più permettersi un tetto sulla testa. Per l'edilizia ad affitto calmierato, ugualmente non ha senso costruire ex novo, o siamo solo noi a vedere la miriade di cartelli "vendesi" e "affittasi" sparsi per la città ? Le tendenze più moderne nel mondo dell'edilizia, condivise da buona parte di imprenditori e sindacati edili, sono quelle delle riconversione/ristrutturazione/riuso del patrimonio edilizio esistente. E' stato anche coniato un slogan, “non nuove case ma case nuove”, case ristrutturate, appunto.

E invece ad Asti, in spregio alla green economy, allo stop al consumo di territorio, in spregio al semplice buon senso, non si trova di meglio da fare che procedere in una operazione di classica speculazione edilizia. Con qualche foglia di fico.

Una ulteriore amarezza: i protagonisti della discutibilissima transazione sono un ente pubblico, che dovrebbe avere a cuore un 'bene comune' come il territorio, e un ente religioso, a cui dovrebbe dire qualcosa l'espressione “salvaguardia del creato”.

E' mancato il grande registra Francesco Rosi, autore del memorabile film “Le mani sulla città”. Sempre attuale, purtroppo.

Chiediamo di ritirare il progetto.

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