di Marisa Pessione.
Un detto dei Lakota, nativi indiani d'America, ci ricorda che “Quando un uomo si allontana dalla natura, il suo cuore diventa duro”. Forse dovremmo soffermarci su questa frase per capire come alcune scelte, dettate da esigenze di crescita e sviluppo, possano essere miopi.
7 grandi platani in un viale di ingresso a una città, cresciuti in compagnia di uno storico mulino abbandonato, a giorni potranno incorrere in un "inevitabile" abbattimento (stessa sorte che ha già subito il mulino stesso). Cioè verranno sradicati, perchè il progetto di costruzione di un supermercato e relativa pista ciclabile al loro posto non prende in considerazione l'eventualità di salvarli. E la domanda sorge spontanea: ci siamo così allontanati dalla natura da ritenere immodificabile qualsiasi progetto che possa salvarli? E i nostri cuori sono diventati così duri da non ipotizzare qualche alternativa?..
Un albero è un essere vivente complesso e misterioso che, con le sue radici ben piantate in terra, non ha il privilegio di spostarsi come noi essere umani ma, da questa sua preziosa immobilità, mette in atto tutte le sue energie e potenzialità per vivere in simbiosi con il pezzo di terra che lo ha accolto. Con molta calma e scrupolosità memorizza tutto ciò che lo circonda e immagazzina piccoli dettagli, inabissandosi negli strati profondi con le sue radici tentacolari ed erigendosi a prendere luce ed energia verso il cielo.
Lui fa parte della storia del luogo che lo ha ospitato, il vero protagonista del tempo che scorre, della caparbietà e resistenza, dell'equilibrio delicato che instaura con chi gli ha vissuto accanto. Ma è anche un essere vivente generoso in grado di offrire quello che ha immagazzinato nel suo ciclo vitale senza chiedere nulla in cambio e, forse, anche lui ha un piccolo cuore pulsante. A voi sembra una cosa da poco?
Se lasciamo scorrere nei viottoli delle nostre menti e - di conseguenza - anche dei nostri cuori le emozioni che la natura ci regala in ogni istante, non possiamo pensare di sacrificare anche solo un pezzo di quel verde che ci garantisce la nostra sopravvivenza e il nostro benessere psicofisico.
Ogni volta che ci muoviamo nell'equilibrio instabile tra natura, sviluppo e cemento ci dobbiamo fermare ad ascoltare anche i nostri cuori. Quei 7 platani li ha piantati qualche essere umano animato da un nobile e lungimirante gesto che racchiude in sè la semplicità, l'attenzione, ma anche l'amore per la terra.
Quei 7 platani sono delle piccole gocce omeopatiche che possono curare le nostre esistenze e non possono sottostare alla legge della compensazione: tolgo di qua e metto di là, privando e impoverendo un luogo per arricchirne un altro.
Quei 7 platani sono lì da molto tempo, una ricchezza da preservare che ha ancora molto da raccontarci... forse.
Se i nostri cuori non si sono ancora induriti irrimediabilmente.
