di Alessandro Mortarino.
Prima di tentare di descrivere questo nuovo flagello, credo siano necessarie due brevi annotazioni preventive. La prima è che la "Voglite Fastidiosa" è una moderna condizione patologica, un'alterazione psicologica, cioè una malattia - ancora poco studiata - che colpisce in particolare esseri umani appartenenti ad un ceto sociale di medio-alto livello (potremmo usare il termine "nuovi ricchi": calciatori, personaggi dello spettacolo, musicisti rap-trap-pop-rock) che dopo aver visitato da turisti un luogo di particolare unicità e bellezza, ne restano talmente folgorati da volere "metter su casa" in quel preciso angolo di paradiso ("metter su casa" va inteso come "seconda casa")...
Il secondo elemento è che la "Voglite Fastidiosa", nella realtà, ancora non è stata descritta nè battezzata: di "Fastidiosa", per quanto ne sappiamo, pare esistere solo la "Xylella", uno dei batteri fitopatogeni più pericolosi dei nostri giorni, in grado di infettare oltre 500 specie di piante e deleterio per gli ulivi. Della "Voglite" ancora non si parla, il che rende ancora più drammatico lo scenario futuro.
Fatte queste necessarie introduzioni, avrete già capito che la malattia è alquanto grave e subdola: tu ("nuovo ricco") ti innamori di un luogo, riesci ad acquistare un terreno edificabile oppure un terreno con rudere (a valle) da demolire per spostare la cubatura (più premio volumetrico) sulla sommità della collina oppure, ancora, un cascinale da ristrutturare contornato da vigna/prato/frutteto ed ecco coglierti a sorpresa i primi indizi dell'incombente malattia, che poi diventerà endemica e poi si propagherà come un'epidemia.
Perchè la tua psiche entrerà in loop: finalmente hai conquistato un pezzo di bellezza che volevi a tutti i costi. Unico. Patrimonio dell'Umanità. Bella bellezza bellissima. Tua.
E ora che fai?
Un'operazione semplicissima: innanzitutto così tanta bellezza, divenuta finalmente tutta tua, la cambi, la modifichi, la stravolgi. Immediatamente una piscina qua e pazienza se devi sbancare un pezzo di collina. Prato all'inglese. Qualche accessorio ultramoderno per un giardino da ostentare, il vialetto asfaltato per non sporcare i copertoni del tuo suv, qualche ardito suggerimento dell'archistar amica/o a dare originalità al solito contesto abitudinario - e, diciamocelo, rozzo - stile "rural" (fascino, già, ma che noia...). Ecc. ecc.
All'inizio, dunque, bellezza e capricci. Poi malattia pura. Che si diffonde.
Come una macchia.
Scura.
Il colore delle tenebre.
E delle tenebre della mente.
In sottofondo la colonna sonora di un pezzo ben noto di J-Ax (magari direttamente diffusa in tutte le sue sonorità dalle colline di Santa Margherita di Costigliole d'Asti), rap superiore dal titolo "Domani smetto": fosse vero...