di Gianfranco Monaca.
Il mito della forza è indispensabile ma occorre il discernimento per scegliere la forza adatta per ciascuna circostanza. L’educazione al discernimento è fondamentale, e si diventa adulti nella misura della capacità di distinguere tra le diverse funzioni dei nostri apparati e facoltà: lo scheletro è indispensabile quanto lo stomaco, ma con diverse funzioni, lo hanno detto Menenio Agrippa e Paolo di Tarso prima di Giangiorgio Alione, ciascuno a modo suo. Altrettanto importante è l’immagine con cui rappresentiamo il mito della forza, e qui comincia la necessità di fare delle distinzioni: la forza d’animo o la forza muscolare? La forza delle armi o la forza delle convinzioni?...
Ci vuole molta forza per assistere un malato terminale e altrettanta per sopportare la malattia. E’ più forte un “regime forte” quando pretende di confondere l’ordine con la paura dei castighi minacciati ai sudditi o i cittadini capaci di opporsi con la forza della nonviolenza?
Gli astigiani nel loro Santo patrono preferiscono vedere il guerriero muscoloso o l’obiettore di coscienza che alla carriera preferisce la fedeltà alla propria convinzione?
E’ questione di equilibrio mentale e di capacità autocritica, le punizioni e le condanne non sono la soluzione e nemmeno la spettacolarizzazione della ghigliottina o dei roghi, senza il contrappeso di un’organizzazione sociale continuativa e infaticabile nella normalità, senza bisogno di eroi.