Le decine di critiche, commenti, lettere aperte, appelli e lettere alle redazioni che hanno seguito il proclama del Sindaco di Asti a favore di un “termovalorizzatore” sul territorio comunale, dovrebbero avere chiarito ampiamente l’opinione diffusa tra la Società Civile.
E’ un “No” assoluto, motivato attraverso mille analitiche dissertazioni basate su elementi misurabili e non semplici “congetture”.
Non è il caso di ripeterle; la documentazione è a disposizione di tutti (Amministratori e Opinione Pubblica) ed ampiamente diffusa.
Semmai, sarebbe utile leggerla …
A noi piace aggiungere un ultimo (ci auguriamo) “tassello”: dov’è finito il Piano Energetico Provinciale ?
Lo scorso anno, i Comitati e le Associazioni ambientaliste avevano messo in luce la situazione emergenziale relativa alle ipotesi di costruzione di impianti a biomasse. L’Amministrazione provinciale di Asti aveva recepito la drammaticità dello scenario che si stava profilando (decine di richieste di impianti disseminati sul territorio, alcuni di dimensioni tali da proporsi come i più grandi del Piemonte) ed era intervenuta – sollecitata - con un’azione di regolamentazione: le ormai famose “linee guida”.
Un palliativo, si era detto; ma meglio quello che nulla …
Perché l’energia derivante dalla biomassa era e resta una delle componenti di quel mix che permette ai nostri territori di distribuire la “potenza” necessaria a soddisfare l’attuale bisogno locale (con tutti i suoi “sprechi” …).
Regolamentare un “frammento” anziché il quadro complessivo, era parso molto riduttivo.
Ma l’emergenza, si sa …
A Settembre, concluso l’iter con l’approvazione delle “linee guida”, la Provincia aveva promesso che si sarebbe immediatamente messa all’opera per tracciare la regolamentazione del “livello superiore”, con la strutturazione di un Piano Energetico Provinciale.
Comitati ed Associazioni ambientaliste chiesero, pubblicamente, che non si ripetesse l’errore già fatto per le biomasse e che, questa volta, le consultazioni non venissero avviate a posteriori (semplicemente per commentare o proporre modifiche) ma si aprisse un tavolo partecipato con tutte le forze economiche e sociali per “scrivere assieme” il piano strategico.
Una decina di consiglieri provinciali della minoranza, addirittura, formularono autonomamente una interpellanza in tal senso.
Risposta dell’Assessore all’Ambiente Giorgio Musso: “si concorda con la proposta non con l’istituzione di un tavolo permanente, che potrebbe appesantire l’iter amministrativo della pratica, ma con la consultazione e il confronto programmato e preliminare riguardo al Piano energetico e alle sue fasi, aperto alle associazioni di categoria e ambientaliste”.
Siamo a Febbraio: bello sarebbe se qualcuno ci “raccontasse” dove si è arenato il Piano Energetico Provinciale …
Siamo certi che vi siano Funzionari della Provincia al lavoro, anche in questo preciso istante, ma nulla è trapelato e trapela: trapelerà ?
Questo significa che, ovviamente, nessun Comitato e nessuna Associazione ambientalista è stata invitata ad un incontro, un confronto, uno scambio di idee, un the con i pasticcini e chiacchiere libere …
Partecipazione ?
Che strane idee che hanno le persone qualunque, i cittadini “volgari” !
Questa “falla” sta producendo distorsioni gravissime, una sorta di “sonno della ragione” che fa dire al Sindaco di Asti che un inceneritore (scusate, lui usa il più elegante termine “termovalorizzatore” …) è un business per una comunità locale. Perché raccoglierebbe denaro da tutti i conferitori di rifiuti e perché un impianto di quel genere produrrebbe “santa” energia per la comunità.
Il che non è vero; la campagna che, a livello nazionale, la Società Civile ha avviato per azzerare i contributi finanziari destinati alla costruzione di nuovi impianti di incenerimento, dimostra che senza “aiuti economici statali” questi “mostri” non hanno i “numeri” per sopravvivere …
Quindi, rifiuti ed energia sono strettamente connessi. E quel benedetto Piano Energetico Provinciale non può più aspettare.
A chiederlo sono tutte le coscienze dei cittadini astigiani.
E quel Piano rappresenta il modello di sostenibilità che noi vogliamo costruire per il futuro nostro e delle generazioni a venire.
Vorremmo che si parlasse di Decrescita o De-Sviluppo o SobrEconomia. Vorremmo che si ragionasse di risparmio energetico e non di inceneritori.
Vorremmo che si discutesse di strategie a “rifiuti zero”, sul modello di megalopoli come San Francisco o Los Angeles.
Vorremmo che la salute e la prudenza fossero alla vetta di qualunque considerazione strategica.
E crediamo sia ora di deciderlo tutti assieme.
Come in un paese democratico.