Scrivo questa ulteriore nota con la consapevolezza che il tempo trascorso in questi mesi non ha portato alcuna chiarezza nei rapporti tra l'assessorato al welfare e la sottoscritta, anche se questa mia posizione è comune a chi vive situazioni in cui ha necessità di rapportarsi con i Servizi Sociali. Sia chiaro che non è la lamentela di chi utilizza il proprio stato per pretendere ciò che non gli spetta o, peggio, si pone in condizione di vittima ...
Chi mi conosce sa che la parte di vittima non mi si addice, non mi è consona in quanto ho sempre agito in prima persona assumendomi i rischi e gli oneri che questo comporta.
La questione di cui parlo riguarda un progetto che trova fondamento nella legge 162/98 avente per oggetto “Modifiche alla legge 5 febbraio 1992, n. 104, concernente misure di sostegno in favore di persone con handicap grave” che, all’art. 36 comma 2 –lett. l - ter, prevede, tra i compiti delle Regioni, quello di “disciplinare, allo scopo di garantire il diritto ad una vita indipendente alle persone con disabilità permanente e grave limitazione dell’autonomia personale nello svolgimento di una o più funzioni essenziali della vita, non superabili mediante ausili tecnici.
Per chi non ne è al corrente, spiego brevemente in cosa consiste il "Progetto Vita Indipendente", e cioè nel diritto all’autodeterminazione della propria esistenza per affrontare e controllare in prima persona, senza scelte e decisioni altrui, il proprio quotidiano ed il proprio futuro. E' assistenza autogestita, liberamente, un progetto pensato per chi non soffre di handicap mentali, è impegnato nel lavoro o in attività di volontariato, gli è stata riconosciuta la legge 104 di soggetto in stato di gravità che necessita di accompagnamento per la mobilità e per svolgere gli atti essenziali della vita, ed ha il desiderio e la volontà di farsi carico di assumere un assistente personale, regolamentarlo secondo le disposizioni di legge e versare regolarmente i contributi.
Vi sono Consorzi in Piemonte ove questo viene attuato con successo e partecipazione sia dalle Autorità Cittadine, sia dai Servizi Sociali, una per tutte Grugliasco in provincia di Torino.
La Lombardia è all'avanguardia, e questo è un fatto, ma il problema di cui intendo parlare è la mancanza di comunicazione e di presa in carico del singolo pensionato, disabile, ammalato e chiunque rientri nelle categorie degli aventi diritto.
Non posso parlare per altri, però posso portare la mia testimonianza diretta, pur non entrando nei dettagli per non annoiare nessuno, il risultato è che dopo una serie di comunicazioni con la Regione Piemonte che mi ha avvisata che i soldi sono dati ai singoli consorzi in base alle necessità ed ai fondi, ho cercato ovviamente di parlare con il Consorzio di appartenenza, cioè il Comune di Asti.
Il primo approccio è stato con le Assistenti Sociali, viste una volta, 18 mesi fa, che come primo atto mi hanno fatto dimezzare la richiesta perché "non c'era copertura finanziaria".
In questo ultimo anno ho presentato nuovamente il progetto perché i soldi assegnati sono una somma non adatta alle mie necessità di malata per cui non esiste cura e che ha un decorso, purtroppo per me, cronico-degenerativo molto veloce, contrariamente al solito, rendendo la mia vita man mano sempre meno fruibile e sempre più dipendente.
Ed è a questo punto che ... sono spariti tutti. L'Assessore ai Servizi Sociali mi ha fatto sapere che non c'erano fondi. Ho cercato per mesi e mesi di poter parlare con le Assistenti Sociali, ho lasciato decine di volte il numero telefonico, ma mai una sola volta sono stata richiamata.
Volevo che, come prescrivono le direttive regionali e nazionali, venissero a vedermi per constatare lo stato effettivo di salute al momento attuale e concertare insieme un piano di assistenza personalizzato che culminava nel Progetto di Vita Indipendente.
Ripeto: non e' stato possibile non solo vederle, ma nemmeno parlare con loro.
E questo e' francamente vergognoso.
Qui non esiste fare parte di questo o tal partito o associazione, qui si parla di un essere umano che soffre, che è in terapia del dolore, che fa della chemioterapia, che ha delle scale e dei vicini che le impediscono di uscire da casa, una casa certamente non strutturata, oggi come oggi, per le esigenze di chi ha difficoltà e prova dolori intensi a muoversi.
Non sono la signora sulla sedia a rotelle che corre per la città con le sue ruote. Le mani gonfie, artritiche, deformate non sono quasi più in grado di utilizzare il sensore di quella elettrica, quindi mi devono spingere a mano, e sono pesante e comunque dipendente da altri.
Ognuno di noi ha diverse esigenze, chi in un modo, chi nell'altro e merita lo stesso rispetto e considerazione. ed è dovere dei Servizi Sociali intervenire per orchestrare insieme al disabile ed alla sua famiglia i possibili interventi da effettuare.
L'altra parte della denuncia, ed è altrettanto dolorosa, va alla mancanza di interesse del tema Sociale da parte dell'Amministrazione; specifico meglio, delle Amministrazioni, sia quella in carica e sia l'opposizione. Tutti i temi sono importanti e meritano pari dignità, ma l'abisso che c'è in questo settore lo si comprende solo quando lo si vive dall'interno, ma questa non può essere una giustificazione per chi rappresenta il cittadino, anzi, i cittadini: tutti, sani e malati.
Insensibilità anche verso i drammi che stanno vivendo le famiglie che hanno perso un lavoro e non sono più in grado di pagare mutui o affitti, verso i giovani alla perenne ricerca di un lavoro, risorse sprecate ed a cui vengono tolti i sogni, giovani a cui viene negato il futuro, a cui non abbiamo saputo lasciare un futuro.
Insensibilità verso uomini cinquantenni licenziati e che vivono in silenzio l'umiliazione di sentirsi inutili, pur essendo anche loro un patrimonio di formazione, di esperienza, ma questo patrimonio a chi servirà? Potrà forse sfamare la famiglia o pagare le spese?
Insensibilità verso aree della città in cui si sono ghettizzate delle situazioni che necessitano di aiuto e di controllo, altrimenti continueremo ad avere le zone "dei ricchi" e quelle invece dove risiedono i poveri diavoli, che, proprio perchè raggruppati e non integrati, generano reazioni di rabbia e di violenza.
Tutto questo, tutto ciò che è Sociale, è stato trascurato. Anzi. Addirittura le Assistenti Sociali hanno rifiutato di ritirare un progetto di Vita Indipendente presentato da un disabile, fatto gravissimo, perchè loro non possono assolutamente fare una cosa del genere.
Devono ritirarlo ed accoglierlo, e poi si valuteranno tutti i parametri, invece siamo considerati solo costi e non una riserva di potenzialita' che possono essere coinvogliate in attivita' di supporto.
Domando al consigliere regionale Angela Motta in che modo ha seguito la mia pratica che, mi è stato riferito, le era stata affidata essendo lei di Asti. Con me non ne ha parlato una sola volta.
Domando al Sindaco Galvagno, che pure mi hanno detto che è persona sensibile e attenta, come mai è più di un mese che ho richiesto un colloquio tramite il form in Internet ed a tutt'oggi non so ancora se e quando avrò il piacere di incontrarla, nonostante il dott. Galvagno abbia anche ricevuto mail di persone che lo mettevano al corrente della mia situazione.
Domando all'Assessore Verrua, che pure so essere persona attenta, come mai non ha ritenuto giusto parlarmi direttamente del progetto presentato. La cifra richiesta viene erogata normalmente dagli altri Consorzi della Provincia di Asti, posso citare nomi di persone che usufruiscono del Progetto di Vita Indipendente con cifre pari alla mia richiesta.
Perchè loro SI e Asti NO?
Questo è quello che è accaduto alla sottoscritta, persona conosciuta, che cerca sempre di aiutare chi è in difficoltà, che si batte affinchè vengano rispettate le disposizioni in merito di Assistenza e quant'altro, che detesta le ingiustizie ed il fatto che siano le persone che non hanno appoggi importanti a dover soccombere.
E' ora di finirla con questo sistema senza cuore, senza anima, senza solidarieta'.
Tutti vi siete sollevati contro la decisione di Strasburgo riguardo ai Crocifissi, ma sono posizioni ipocrite, dettate solo da interessi politici, perchè un vero cristiano si comporta seguendo l'insegnamento del Cristo, riconoscendo il Fratello, e non abbandonandolo per poi lanciarsi a difensore della Patria.
Ora inviero' questa lettera nuovamente in Regione per conoscenza alla presidente Bresso, ed agli assessori alla Sanita' e del Welfare e visto che le elezioni regionali sono vicine, e queste sono elezioni importanti, ed in considerazione del gran numero di consiglieri regionali che conosco, spero che qualcuno di loro inizi a porre domande al comune di Asti ed all'assessore che abbiamo in zona, spero che il dott. Galvagno trovi il tempo per ricevermi e parlare della mia situazione insieme all'assessore Verrua, e non sono disposta a sentirmi liquidare con il generico "non ci sono i soldi". Qualche fiore o panchina in meno ed i soldi saltano fuori per chi ne ha necessita'.
Inviero' questa lettera a tutte le persone che conosco, a testate giornalistiche regionali e nazionali, a rappresentati dei partiti al governo ed a Bersani ed ai vari componenti dell'opposizione.
Se nemmeno questo funzionera' avviso che, non avendo altro da perdere in quanto la mia vita e' comunque segnata, sono disposta a qualunque gesto se può servire a sensibilizzare l'opinione pubblica. Sono certa che avro' al mio fianco per qualsiasi iniziativa la sensibile e battagliera Luigina Staunovo Polacco ed il partito pensionati ed invalidi, gli unici rimasti a combattere per gli interessi delle fasce piu' bisognose della societa'.
Se devo arrivare alla corte di Strasburgo per i diritti dell'uomo ci arrivero' e sono certa che vincero' la causa perche' cio' che domando e' cio' che mi permette di sentirmi ancora una risorsa per la societa', per la mia famiglia e per il volontariato a cui mi dedico da tanto tempo.
La mia dignita' nè la malattia nè gli uomini, riusciranno mai a togliermela.
Gabriella Fogli
Invalida 100%
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