di Franco Negro.
Era il 1924 quando due studenti diciannovenni americani uccisero il quattordicenne Robert Franks. Nel 1924 in Italia veniva ammazzato Giacomo Matteotti deputato socialista ucciso da cinque uomini della polizia politica e fascisti. Nascevano la STIPEL e l’istituto LUCE. In unione Sovietica usciva un film documentario: Il cineocchio. Nasceva il Corriere dello sport Stadio e L’Unità ...
I due studenti sono di famiglie facoltose e sono ebrei. Nel libro che vi propongo, spero che non me ne vogliate, sono i due eroi negativi e a mio parere non esistono quelli positivi. Il libro è suddiviso in tre parti, la prima narra i fatti nella loro cronaca, la seconda l’arresto e l’ultima il processo. Il libro è lungo, anzi parecchio lungo e più volte viene la tentazione di lasciarlo sul comodino e non riprenderlo più ma poi si riprende perché è scritto molto bene e lascia sempre porte aperte alla scoperta del seguito.
Personalmente sono sempre attratto dalla storia e in particolare quella tra le due guerre e di come ci si è avvicinati alla seconda leggendo com’è vissuta la gente in questo lasso di tempo.
Il libro è stato scritto nel 1955 (il mio anno di nascita) trent’anni dopo i fatti. L’autore Meyer Levin, conosceva gli assassini, frequentava scuole e campus identici.
Compulsion racconta la storia vera di due rampolli di famiglie multimilionarie che rapirono e assassinarono un quattordicenne soltanto, così sembrava all’inizio, per vedere l’effetto che faceva. I due esecutori chiesero un riscatto molto basso (diecimila dollari) per la possibilità economica della famiglia.
Pianificarono l’omicidio per un anno e commisero lo stesso errori clamorosi, tanto che furono presi nel giro di pochi giorni.
La vicenda tenne gli Stati Uniti con il fiato sospeso perché non erano serial killer e il movente rimaneva un mistero. L’anomalia di questo caso era proprio il non apparente movente.
Non c’erano dubbi sulla loro colpevolezza poiché confessarono e tutto il processo, riportato ampiamente, si snoda sul tentativo della difesa di evitare loro l’impiccagione. Sento la prima volta il nome “ alienisti” per psicologi che da pochi anni indagano la mente umana. Si parla di omosessualità e dell’inutilità della pena di morte.
Leopold e Loeb (nomi di fantasia) raccontano che il loro è “stato un esercizio intellettuale e che loro erano l’incarnazione dell’ Ubermensch il superuomo descritto da Nietzsche.”
Il periodo storico è quello della nascita delle dittature in Europa e ci sono passaggi su Mussolini, sul nazismo, sull’Europa tra le due guerre mondiali. Nell’ultima parte, dove si snodano i motivi del delitto, con sufficienza, si dice dell’annessione dell’Austria alla Germania e dell’ultima resistenza dei democratici all’università di Vienna.
Nella seconda parte del libro si parla del processo, per noi è una sorpresa come viene gestito oltre oceano un processo. Si arriva alle arringhe e si assapora l’abilità dell’autore nel descrivere le scene ambientate in tribunale concedenti poco spazio al romanzo sottolineando la veridicità.
Nel libro si suppone sempre che se il verdetto non sarà l’impiccagione, i colpevoli correranno il rischio di essere linciati dalla folla inferocita.
Compulsion solleva interrogativi profondi che ancora oggi hanno grande risonanza nei nostri valori e può sollevare grandi dubbi.
Compulsion di Meyer Leving “Adelphi” edizione 2017
580 pagine (non so il prezzo perché è un regalo)