di Franco Negro.
Una costante. Penso succeda a tutti che qualche oggetto che non butti mai via, non sai perché, periodicamente spunta fuori. A me capita con un vestito nero che penso sia stato di mia nonna e sia quello di nozze, allora ci si sposava in nero...
Quella è un’altra storia che un giorno racconterò ma mi serve per introdurne un’altra, quella di un giornale che da venerdì nove agosto di quest’anno mi ritrovo tra i piedi.
La sera prima il Torino fa cinque gol al Soligorsk – squadra bielorussa – e il titolo è “Fame da lupi”. Oggi sappiamo che il Toro è già fuori dal torneo europeo. Lo stesso giorno il Papa rilascia un’intervista, e così titola il giornale “ Salviamo l’Europa, il sovranismo porta alla guerra”. E l’intervista in estrema sintesi dice che il Papa ritiene che l’Europa in questi anni sia stata indebolita e che bisogna assolutamente salvarla.
Nelle pagine interne l’Onu ci fa sapere che il “Mediterraneo è a rischio desertificazione” inoltre veniamo a sapere, se già non lo sapevamo, che sarà l’Africa a pagare il prezzo più alto.
Più in basso uno studio ci avvisa che (non più come al tempo di Mao che seduto in riva al fiume prima o poi vedeva passare il cadavere del suo nemico) seduti in riva al Po, vedremmo passare tonnellate di plastica.
Ma il titolone di apertura della prima pagina è: Salvini licenzia Conte: “Votiamo”.
A rileggere, mettendo a confronto un quotidiano di oggi, ci si rende conto che le parole non hanno più alcun peso, meglio: hanno peso per alcune ore e servono per “saggiare” le reazioni per poi all’occorrenza cambiarle. Il giornale scrive di insulti feroci tra Lega e Cinque Stelle con posizioni che, alla luce attuale, fanno ridere a crepapelle.
Se le persone, non necessariamente i politici, rileggessero quello che hanno detto il giorno prima si chiederebbero se sono d’accordo con ciò che gli esce dalla bocca e spesso mi chiedo se sia quello l’orifizio dal quale fuoriesce il suono.
Voi penserete che esageri ma se avete voglia di cercare e confrontare quello che è stato scritto in questi tempi scoprirete che non esagero per niente.
Questo eccesso di pessimismo, capisco i giornalisti che devono scrivere di politica tutti i giorni, non vi inganni perché come ho accennato all’inizio ci sono interviste e notizie tutti i giorni che ti riconciliano.
Nella mia stanza avevo appeso una fotografia di Papa Paolo VI con in testa un copricapo di penne di un capo indiano; Papa Francesco oggi stringe le mani ad un capo Indios; non sono un seguace ma rivendico la voglia di trovare ovunque sia possibile, nuovi Padri Fondatori.