di Maurizio Bongioanni.
Intervista a Raimund Rodewald della SL-FP, Fondazione svizzera per la tutela del Paesaggio, importante realtà elvetica che si adopera per salvaguardare, curare e valorizzare i paesaggi svizzeri degni di protezione, preservandone, promuovendone ed eventualmente ripristinandone il valore storico e culturale ...
Sono innumerevoli i punti di forza del paesaggio svizzero: il buon senso diffuso che dimora nella cittadinanza elvetica, la loro innata intimità con la natura locale e il territorio, l’ottima gestione economica da sempre garantita nei confronti di progetti che riguardano la salvaguardia del paesaggio e la sua manutenzione. Ma gli interventi di tutela del paesaggio, anche in Svizzera devono affrontare anche alcuni punti di debolezza, primo fra tutti quello legato all’altissima percentuale di residenze secondarie e alla loro indifferenziata proliferazione, conseguenza dell’intensa fruizione turistica; situazione importante sotto il profilo economico ma tendente a snaturare e rovinare il patrimonio paesaggistico.
I progetti diretti da Raimund Rodewald e le linee d’intervento dei piani si muovono nella direzione di contrastare tali tendenze, ottimizzando gli spazi abitati, e, in alcune realtà, concentrando le aree edificabili all’interno dei nuclei costruiti; ciò evita la frammentazione territoriale e permette una più omogenea compensazione territoriale, tutelando i terreni agrari e di pascolo, caratterizzati da elevata naturalità e biodiversità. Su un’altra scala, al contempo, si muove la Fondazione Svizzera per la tutela del Paesaggio, che si focalizza su interventi mirati al ripristino di elementi paesaggistici, ecologici e strutturali, la tradizione, parallelamente al tentativo di dotare la Svizzera di un secondo Parco Nazionale.
La Fondazione svizzera ha stanziato 100 milioni di franchi dal 1991 al 2011 per progetti paesaggistici. Oggi la fondazione, nata oltre vent'anni fa, attecchisce a livello federale e politico, creando sezioni di progetti più specifici e per i quali hanno raggiunto il potere decisionale quasi assoluto.
Dottor Rodewald, dato che la vostra fondazione ha oggi un largo consenso a livello politico, ci indica una decisione che siete riusciti ad imporre ?
Direi che la più importante è la riforma delle politiche agrarie con pagamenti diretti per salvaguardare l'agricoltura di montagna. Oggi la Svizzera spende 2,5 miliardi di franchi l'anno per l'agricoltura: questo è un prezzo che l'Europa critica ma in questo modo riusciamo a difendere la coltivazione in montagna. Abbiamo cambiato la gestione dei problemi: i contadini non chiedono un aiuto diretto sulle quote latte, ad esempio, ma di essere aiutati a monte, in fase di produzione.
E per quanto riguarda il consumo di suolo ? Cosa state facendo ?
Gli insediamenti in Svizzera si sono sviluppati in modo disordinato negli ultimi anni. Per questo abbiamo fatto partire un'iniziativa popolare con la quale si vuole impedire, frenare la costruzione di nuove case per venti anni. Venti. Perché il sovradimensionamento delle zone edificabili ha già colpito diversi cantoni e noi crediamo che non si possa andare avanti con la distruzione del territorio.
Quindi è sufficiente vietare la costruzione? O avete pensato a proporre delle alternative ?
Non si tratta di dire no e basta. Ma come chi disbosca deve ripiantare gli alberi tagliati in un'altra zona, così si deve fare anche con le porzioni di paesaggio soppresse dalla costruzione di abitazioni. Dobbiamo ripensare l'urbanistica: ad esempio si può cominciare a densificare gli insediamenti in una zona pianificata per non consumare il suolo agricolo dappertutto.
Quali sono in Svizzera le dimensioni del problema di consumo di suolo ?
Le richieste di nuove costruzioni e di case secondarie (di cui la Svizzera detiene il record mondiale) crescono di anno in anno però la Svizzera come territorio non cresce, rimane limitato. Ad oggi ogni abitante ha solamente 50-60 metri quadri di territorio pro capite.
E i cittadini cosa dicono ?
I cittadini sono d'accordo con lo stop. Grazie ad un interessamento sempre maggiore di tv, radio e giornali in Svizzera la sensibilità riguardo a questo argomento sta crescendo. Dicendo che in futuro avremo bisogno dell'agricoltura, la cittadinanza comprende la portata del problema.
Perché agricoltura è sinonimo di sovranità alimentare ?
Non solo. Si sta parlando anche di salute. Perché la salute della persona dipende dal paesaggio: insieme all'Università di Medicina Preventiva abbiamo condotto uno studio scoprendo che esistono molti punti di incontro, di relazione fra paesaggio e salute dell'uomo. In questo modo le persone cominciano a capire che perdere il paesaggio significa anche perdere il proprio benessere e qualità di vita.