Appello per Asti, quartiere Torretta

Image  di Mario Malandrone.
Terreno scivoloso quello che mi appresto a percorrere, scivloso perchè è chiaro che vorrei la salvezza di un circolo aziendale come il Circolo Nosenzo, perchè è chiaro che chi ci tiene al quartiere Torretta non può immaginarlo senza uno dei circoli più attivi. Terreno scivoloso perchè non vorrei mettere in difficoltà con le mie parole un possibile salvataggio, in un quartiere che ha fatto dell'aggregazione (circoli, parrocchia, Servizi educativi e parchi) un fiore all'occhiello che lo ha portato a cambiare molto, a migliorarsi, ma che negli ultimi anni vede scricchiolare parte del suo patrimonio, dai rischi sui parchi, alla prossima chiusura di un servizio educativo, ai pericoli di cementificazione dei parchi Rio e Biberach e l'incombere a ovest di infrastrutture pesanti (Tso, capannoni)...

Il quartiere Torretta un po' sta cambiando e la sfida è sicuramente mantenere ciò che di buono c'è: i servizi educativi, il verde e i circoli così preziosi.
Nonostante questo ho letto con rammarico, sgomento e indignazione quale sia la proposta della Cassa di Risparmio di Asti, in pratica si salva un circolo e questo è meritevole, ma l'affare che la Banca fa è ben più cospicuo, è il cambio di destinazione di un'area ampia, dal valore paesaggistico importante in una delle più belle zone del nostro Comune.

In pratica: in cambio dell'intervento sul Circolo, la Cassa di Risparmio di Asti chiede all'amministrazione comunale di modificare la destinazione urbanistica dell'appezzamento di 50 mila metri quadri di proprietà della Banca al Fontanino, il pezzo di terreno si trova a sinistra dopo il viadotto sulla strada per Viatosto, insomma  in una zona paesaggisticamente interessante, che tutti gli astigiani amano.
Inoltre la Banca chiede uno scomputo della somma investita per salvare il Circolo dagli oneri di urbanizzazione.

Sono sconcertato come cliente della Banca e cittadino, che apertamente e con così tanta facilità si parli di aree, di concertazione urbanistica, mi chiedo quali scopi abbia la nostra Banca sul territorio, se poi nonostante il tanto parlare di consumo del suolo e paesaggio si faccia motore di un meccanismo chiaro di "valorizzazione ?" di un'area, che in realtà è una buona occasione di guadagno a scapito del territorio.
Quello che mi lascia più sgomento è la facilità con cui, a mezzo stampa, si parla di questa operazione immobiliare, come se tutti i cittadini non capissero di che si tratta o come se la pratica di cambiare destinazioni alle aree per fare cassa non indignasse più di tanto le coscenze.

Perchè alla fine come per tutte le crisi nel quartiere (casa, parchi, asili, circoli) quella del Circolo un bel passpartout per immobiliaristi, banche e costruttori.
Mi rivolgo al Comune e al Circolo che so in difficoltà, credo che sebbene sia una possibilità si debba valutare attentamente quando si diventa merce di scambio per affari così grandi.

Mi rivolgo ai consiglieri del Comune che dovranno valutare la proposta e ai consiglieri della Fondazione affinchè si trovino altre strategie, questa strategia e la disinvoltura con la quale si è proposto l'ennesimo saccheggio del territorio mi ha lasciato sgomento e mi sono accorto che non ero il solo.

In una città che vive il problema della mancanza di case popolari e il cui piano regolatore generale è già sovrastimato a più di 120 mila abitanti, dove molti sono gli alloggi sfittti, pensare che l'Istituto di Credito locale (che ha ben presente la crisi del territorio sia ambientale che sociale) faccia una proposta per costruire ancora e su un area così vasta mi sembra paradossale.

Mi rivolgo ai cittadini che amano Viatosto, l'ormai saccheggiata Viatosto, e il nostro territorio affinchè scrivano alla banca spesso loro punto di riferimento, di attivare aiuti al Circolo attraverso la Fondazione senza chiedere in cambio una operazione immobiliare.

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